Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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mercoledì 30 aprile 2008

I porcospini di Schopenhauer

Prof 2.0 conosce persone bellissime, che stranamente non credono nella loro bellezza. Una di queste persone gli ha regalato questa immagine, presa a prestito dal filosofo.

I porcospini quando hanno molto freddo si raggruppano e si stringono l'uno a l'altro per riscaldarsi. Più si stringono più cominciano a sentire gli aculei dell'altro porcospino che li ferisce. E allora si separano. Ma torna il freddo e si riavvicinano. E di nuovo si feriscono. E si staccano. Provano e riprovano fino a trovare la giusta distanza per non ferirsi e per non morire di freddo.

Mi sembra un'immagine perfetta di molte relazioni infelici. Si cerca l'altro per vincere la propria solitudine, ma quando si scoprono gli aculei lo si lascia, perchè si cercava solo di vincere il freddo della propria solitudine. E ricomincia la ricerca, in un continuo illudersi e disilludersi che abbatte la speranza e infiacchisce la capacità di amare.

Forse il porcospino dovrebbe voler scaldare l'altro prima che sè stesso e accettare gli aculei che lo feriranno. Darà calore e si scoprirà a riceverne. Gradualmente aiuterà l'altro a smussare le punte e a trovare le giuste misure per amarsi, senza ferirsi troppo, perchè in amore forse ferirsi è inevitabile...

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Gran bella metafora prof.. Ma soprattutto che bel lieto fine.. La domanda è: credi che sia possibile arrivare un giorno a trovare quella distanza in un incontro?
Credi che un "io" possa prendere coscienza e atto dei propri aculei che possono far male ad un "tu"?
H.

Anonimo ha detto...

Meglio di così non lo potevi spiegare!!...Bisogna essere in due ad essere disposti a riscaldare l'altro e ad accettare che ci si possa ferire.
Se oggi individuo il mio aculeo che può ferirti lo smusserò in modo tale che domani non ti farà più male.
That's it...

TLS

Serenella ha detto...

E se gli aculei fossero soltanto una barriera apparente? Se ci si scrollasse di dosso la paura? Mi chiedo, qui e ora.

James ha detto...

Grazie prof. Ci fai sempre dei bei regali...

Prof 2.0 ha detto...

Per H: TLS (che caos queste sigle...) ha risposto per me. Credo che la giusta distanza sia difficile da trovare, ma in fondo se la vita fosse anche solo ricerca di quella giusta distanza credo che ne sarebbe valsa la pena. Credo che "io" possa farcela...

Per Serenella: questo della paura è un tema veramente "spinoso", e forse è il vero cuore del problema. FOrse scopriremmo che gli aculei erano solo la nostra paura del buio fatta mostro, ma sotto il letto non c'era nulla...

Per James: prego, ma tu che ne pensi?

Anonimo ha detto...

...siamo sicuri di voler fare del tutto a meno degli aculei?
La paura insorge dalla non conoscenza o da esperienze di vita dolorose, dirette o indirette. Può essere ingigantita ma anche eccessivamente ridimensionata.
Naturalmente noi umani dobbiamo fare i conti con la nostra emotività che in alcune circostanze ci convince facilmente a tirare dentro gli aculei...se ci riusciamo, però, è sempre meglio conservarne qualcuno, nel caso in cui si materializzassero quei mostri sotto il letto.
in conclusione...noi, speriamo che ce la caviamo... ;p

Paola A.

Prof 2.0 ha detto...

La paura quindi è connessa con il rischio, e nei legami, o si rischia (e qui entra in gioco la fiducia) o il legame non è autentico...

Anonimo ha detto...

Verissimo, sono assolutamente d'accordo sul fatto che bisogna rischiare perchè un rapporto sia autentico. Solo, credo che almeno dobbiamo a noi stessi di concederci un pò di tempo per valutare, all'inizio di tutto, quanto possiamo fidarci dell'altra persona con cui vogliamo creare un legame, quanto questa sia in grado di farci del male...certo, questo può succedere comunque (eccome!) ma almeno non dovremo pentirci di non aver dato retta al nostro buon senso...
Paola A.

Prof 2.0 ha detto...

Ma cosa è il buon senso in amore? Calcolo, prudenza?

Anonimo ha detto...

Il buon senso è prima dell'amore, non dentro.
(...strafalcione nel mio post precedente...volevo scrivere "dovremmo concederci"...ah, la fretta...)
Paola A.

Prof 2.0 ha detto...

Il buon senso è prima, non dentro. Ma amare qualcuno non è già perdita del buon senso dato quello che comporta?

Anonimo ha detto...

Certo prof.! Di fronte all'amore siamo dei folli senza alcuna difesa, che per me è il buon senso della ragione.
Proprio per questo, il buon senso dovrebbe essere usato prima di perderlo -prima dell'amore- valutando quanto una data situazione potrebbe ferire...tuttavia devo ammettere che il discorso sul buon senso non ha più "molto senso" nel momento in cui una persona ti interessa al punto da indurti a rischiare ad amarla, senza troppe paranoie...ma tornando ai porcospini, penso che almeno per quel che riguarda le amicizie la prudenza sia molto utile...troppo spesso sento usare la parola "amico" rivolta a chiunque si conosca. Ma dico...l'amicizia è un sentimento d'amore, come tale richiede fiducia totale...come si fa a considerare amico una persona che non si conosce? Come si può pensare di affidare se stessi a chiunque?
A questo proposito, riporto una storiella giapponese: uno scorpione doveva attraversare uno stagno e, non potendo riuscirvi da solo, chiese aiuto all'amica rana. Questa fu lieta di aiutare lo scorpione, tuttavia lo pregò di stare attento a non pungerla con la sua coda velenosa...stretti i patti, la rana prese sul dorso l'amico e lo portò al di là dello stagno ma, prima di scendere, lo scorpione colpì la rana, condannandola a morire. La rana chiese il motivo di quel gesto allo scorpione e questo, di tutta risposta, le disse che non poteva andare contro la sua natura.
Morale: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!
Senza essere drastici, direi che un pò di prudenza, prima di tirare totalmente dentro gli aculei, non può far male.
Paola A.

Prof 2.0 ha detto...

Cara Paola,
la mia era solo una provocazione. è chiaro che ci vuole sempre prudenza nei legami, purchè questa non si trasformi in calcolo. Troppo spesso oggi le due parole si confondono mi sembra.
Lo scorpione e la rana seguono la loro natura. Noi uomini per fortuna siamo liberi e possiamo in qualche modo plasmarla con le nostro scelte.
La parola prudenza mi è sempre piaciuta molto perchè ha una radice (e tu lo sai bene) che rimanda a "prevedere". Il prudente vede in anticipo ciò che è bene e ciò che è male in una determinata situazione. Se si tratta di questo ben venga!

Anonimo ha detto...

Gli aculei sono necessari all'uomo che ama, perchè ha timoredi farsi vedere senza. Ognuno ha la sua 'difesa' che in parte è prudenza - buona -, in parte un mettere le mani avanti che fa solo male, all'altro che mi sta di fronte. Dobbiamo smettere di guardare l'altro di fronte, per guardarlo a c c a n t o. Solo così possiamo percorrere insieme una strada. Gli aculei i ricci li tirano fuori stando uno accanto all'altro. Questo è il rapporto di ogni relazione, inter-esse: non possiamo negare di avere mancanze, difetti, non possiamo credere all'amore (di coppia, d'amicizia, di fratenrità, etc...) perfetto, perchè non è Amore, non esiste. L'Amore maiuscolissimo è quello dove ci avviciniamo per carezzarci e poi troviamo anche aculei, allora cerchiamo di smussarli. L'allontanamento è solo la prima fase: paura, rabbia (non dovevi essere perfetto come io mi aspettavo, ossia come la mia aspettativa su di te???), delusione. Ma poi si capisce che anche l'altro prova la stessa cosa, e insieme si può costruire. Come Michelangelo, che smussava il marmo duro per creare un'immagine già DENTRO quel pezzo di marmo, ma che lui, con forza e delicatezza insieme, doveva affrontare per poterla carezzare dolcemente e amare così, creando capolavori... troppa poesia ci vorrebbe per spiegare l'Amore, che forse è sinonimo di 'aculeo-ti-amo'

Prof 2.0 ha detto...

Aculeo-ti-amo è una sintesi perfetta... grazie!

Anonimo ha detto...

per aolivarik: Molto bello ciò ke scrivi..e.."aculeo-ti amo" è veramente ciò ke ho pensato ank'io..

Anonimo ha detto...

perchè scegliere amore senza aculeo o al contrario aculeo con amore...???
perchè interrogare il proprio cuore ??? quando si incontra l'amore sia esso liscio o spinoso duro o dolce si è già così fortunati...quante persone sole ??? troppe ...se il mio aculeo fosse il tuo se il tuo fosse il mio ...
una cosa sola fusione Aculeoamor...

Silvia Griff ha detto...

Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conoscerà mai. Pascal
Porcospini o meno, viviamo nel presente, con cuore aperto, senza perdere troppo tempo a pensare se difenderci. I porcospini forse si perdono delle cose belle, tipo... un valzer !! :-)

Robilandia ha detto...

La vera amicizia è semplice. Non bisogna combattere per lei perché se non c'è, non esiste rimedio. E' come la storia dei porcospini di Schopenhauer: dovete trovare la posizione giusta per essere riscaldati senza essere punti. Cosa vuol dire? E' facile: potete parlare di amicizia quando tra voi stessi e l' altra persona si raggiunge il perfetto equilibrio tra i vostri e i suoi difetti; tra i vostri e i suoi pregi; tra i vostri e i suoi sogni e desideri. E' inutile chiedere a qualcuno di avvicinarsi se non ne ha voglia. E' superfluo sperare in un abbraccio se chi avete davanti è restio a darli anche a se stesso. Dovete trovare la giusta distanza, come hanno fatto i porcospini dopo tentativi e tentativi, che vi permetta di bearvi del calore umano dato dall' amicizia, senza farvi male con gli aculei dei difetti che ognuno di noi ha.
Perché ferire è parte dell' essere umano ma crogiolarsi del calore di un vero amico è un dono celestiale.

Robi