Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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giovedì 10 dicembre 2009

Requiem per la metafora


La maledetta antologia che mi sono ritrovato, perchè adottata da chi mi ha preceduto, dedica alla metafora soltanto un box all'interno della tabella delle figure retoriche di significato, quasi al pari dell'ipallage e della litote.

Reso furioso più di Orlando da questa povertà mi sono vendicato con una lezione intera sulla metafora, in cui ho metaforizzato me stesso trasformandomi nell'amante colmo di desiderio verso questa leggiadra fanciulla.

La metafora non è una figura retorica di significato a cui dedicare qualche centimetro quadrato. La metafora è un amore. La metafora è un modo di stare al mondo. Senza le metafore saremmo muti, non avremmo parole, non avremmo umanità. Il mondo sarebbe fatto solo di superfici e non di corrispondenze. Il mistero sarebbe esiliato e con esso ogni nostra scoperta.

Senza metafore nessuno potrebbe spezzarci il cuore o entrarci dentro, nessuna sedia avrebbe gambe per fuggire, nessuno sguardo nasconderebbe il cielo, nessun pensiero volerebbe, nessuno occhio sarebbe una stella o viceversa, nessun narciso uno splendido adolescente vago di sè fino allo struggimento, nessun'eco una innamorata delusa sino a rimanere solo voce, nessuna bottiglia avrebbe il collo, nessuno avrebbe un diavolo per capello, nessun rospo potrebbe essere trasformato in un principe azzurro al bacio della sua bella e nessuna bella sarebbe imprigionata in un castello in attesa del suo principe azzurro, nessun vento soffierebbe, nessun cuore sarebbe tenero, nessun sorriso brillerebbe provocandoci la pelle d'oca...

Certo forse non ci sarebbero neanche cuori freddi e aridi come gli autori della mia antologia...

martedì 9 giugno 2009

Estati indimenticabili

Il dialogo con la Lettricesedicenne del post del 7 giugno continua, alla mia domanda: "A che punto sei della tua ricerca?", così risponde:

"Che bella domanda! Sono ancora al 20%... di strada ne ho tanta da fare... ma, al contrario di tanti che arrivati a 50 anni ancora non sanno cosa faranno da grandi, almeno io so quello che mi piace, quello che mi affascina e mi appassiona.

Sono a un punto della mia ricerca in cui mi appassiona sentire parlare chi ha tanta cultura, vorrei averne anche io da vendere... E sto cercando di acquisirla.

Sono a un punto della mia ricerca in cui ho voglia di fare e scoprire cosa si nasconde dietro quelle attività che mi piacciono di più come recitare a teatro, cosa che faccio da 4 anni, e che ogni anno mi forma, mi stupisce, mi fa felice e mi arricchisce sempre di più.


Sono a un punto della mia ricerca in cui scopro ancora passioni che non pensavo di avere nascoste dentro di me, come la fotografia. E' un'emozione bellissima immortalare qualcosa che solo nella frazione di secondo in cui la catturi è in quello stato... perché si evolve continuamente; è bellissimo fotografare una persona che con un semplice movimento, una semplice espressione del viso ti sta trasmettendo un'emozione, la stessa che probabilmente arriverà a chi guarderà la foto.

Sono a un punto della mia ricerca in cui credo proprio che quest'estate non sarà solo relax e divertimento, ma sarà anche l'approfondimento di tutto quello che voglio sapere sulla fotografia, sul cinema, sul teatro...cose (teatro a parte) che quasi mai posso fare d'inverno.


Sarà un estate in cui divorerò più libri possibile, visto che finora non ho letto moltissimo, purtroppo... ma da poco ne ho capito la vera importanza (anzi, se ne hai qualcuno da consigliarmi, insieme a qualche film, mi saresti molto d'aiuto).


Insomma sono a un punto della mia ricerca in cui sono attirata da molte cose... un po' tutto è da vedere".

C'è un libretto prezioso, preziosissimo, come un diamante, di R.M.Rilke, dal titolo "Lettere ad un giovane poeta", che raccoglie le risposte del poeta ad un ragazzo che chiedeva al poeta consigli sulla sua possibile vocazione letteraria.
In una di queste lettere Rilke scrive al giovane poeta, che chiede risposte certe, che l'importante alla sua età non è avere le risposte giuste, ma le domande giuste.
Cara Lettricesedicenne la tua ricerca sta ponendo le domande giuste e ti aspetta un'estate indimenticabile di scoperte e magari risposte...

ps. questo blog lo fate voi, sempre di più. Grazie!

domenica 7 giugno 2009

Il tempo per guardarsi dentro

Ho ricevuto una mail da una sedicenne lettrice del blog, ne pubblico un pezzo che mi è servito a riflettere:


(...) La vita, almeno per me, è ANCHE riflettere su ogni suo aspetto, senza tralasciare nulla, neanche un minimo gesto, per quanto sia possibile: questo è un po' anche quello che fai nel tuo blog, che trasuda di pensieri, sensazioni, che porge l'orecchio a chiunque abbia qualcosa da dire. Un'altra sensazione che questo blog mi ha trasmesso, anche se non detto esplicitamente, è che nella vita bisogna farsi largo. Io ho 16 anni, più o meno come i ragazzi a cui insegni credo, e posso dirti (anche se penso che tu lo sappia già) che spesso noi ragazzi siamo convinti che il nostro "compito" sia soltanto quello di divertirsi, di studiare non per il bisogno di CRESCERE e SAPERE, ma per OBBLIGO! Io so che non è così: gli obiettivi anche a quest'età si devono conquistare... e per "obiettivi" non intendo voti, promozioni, permessi e cose simili, ma ogni gesto teso a farsi strada, a realizzare ciò che interessa veramente, perché niente cade dal cielo. Non sono solo i grandi a doversi fare in quattro, giacché noi giovani le passioni le abbiamo, eccome (!)... forse un po' nascoste, forse ancora da scoprire, ma le abbiamo… e il nostro compito primario dovrebbe essere quello di coltivarle già da ora, con una visione a 360°. Spesso però, purtroppo, presi dalla routine, ci dimentichiamo di averle queste passioni, ed è un male… ci limitiamo a fare ciò che ci chiedono di fare e, soprattutto, controvoglia. Manca il tempo di guardarsi dentro, ma dobbiamo farlo… ancora prima di un compito per casa, della palestra, della versione da tradurre. Forse i libri sono importanti anche per questo, perché, tra i tanti benefici, ti danno gli spunti per guardarti dentro...

mercoledì 13 maggio 2009

Ordinaria follia scolastica

Si parla di cosa cerca una persona in una relazione.
Chiedo ad Alunnopianista:
Secondo te cosa cerca un ragazzo in una ragazza?
Alunnopianista ci pensa ma Alunnapianistanachelei lo brucia sul tempo:
Le sporgenze...

***

Prof è tutta colpa sua.
Cosa ho fatto?
Io volevo fare l'avvocato, adesso mi sono appassionata troppo alla letteratura, voglio leggere racconti, romanzi, approfondirli, afferrarne i segreti...
Io mi sono limitato a metterteli sotto gli occhi. La colpa è tua se ti sei appassionata...
Mi sono fregata...
Il cuore ti ha fregato. E comunque non abbandonare l'idea dell'avvocato, non si sa mai...

***

Davanti ad uno schermo illustro un power point, ma la classe non c'è: si distraggono, si fanno dispetti, parlano. Allora perdo la pazienza.
Torniamo in classe.
Rimango in silenzio negli ultimi 5 minuti di lezione.
Il mio silenzio diventa il loro silenzio.
Si fa lezione anche così. Col silenzio, ma per riaffermare la parola.

lunedì 11 maggio 2009

La sagra del libro

Ci sono giorni a scuola che ti strappano la pelle di dosso dalla gioia. La sagra del libro è uno di quelli. Due giorni in cui i ragazzi a turno fanno lezione su un libro che hanno letto. Un mese fa avevo mandato loro una lista di libri, poi a sorteggio per la priorità ciascuno sceglieva (o era scelto da) un libro. In un mese dovevano leggere e preparare una relazione scritta e orale. La relazione scritta è divisa in 4 parti: sinossi del libro, analisi narrativa, un passo a scelta da commentare, giudizio complessivo sul libro. Devono poi esporla in 10 minuti, minuto più minuto meno e presentare il libro a tutta la classe che ascolta in religioso silenzio e applaude alla fine, spontaneamente.

Seduto all'ultima fila tra i banchi mi sono limitato a estrarre i numeri della tombola per chi avrebbe esposto e poi li ho ascoltati, con quella meraviglia di chi vede i suoi ragazzi divenuti più maturi, più grandi, più belli, più se stessi, nel corso di un anno scolastico. Si accendono, raccontano, criticano, amano ciò che hanno letto e gli altri ascoltano. In silenzio.

Così oggi abbiamo avuto in aula con noi Balzac con Eugenia Grandet, James con Giro di vite, Ammanniti con Io non ho paura, Blixen con La mia Africa, Tolstoj con La morte di Ivan Ilic, Maurensig con La variante di Lunenburg (per il quale è stata persino usata la lavagna), Bradbury con Fahrenheit 451. E non è ancora finita!

Ed erano loro i protagonisti del loro apprendimento. Dispensavano consigli di lettura agli altri, si scambiavano i libri, davano interpretazioni diverse, ridevano dello stile espositivo di ciascuno.
Io gongolavo di gioia. Se ne sono accorti.

Prof ma ha bevuto?
Sì ragazzi... alle sagre ci si ubriaca sempre...

mercoledì 22 aprile 2009

Prof non generalizzi!

Oggi Alunnorossomalpelo mi ha fermato all'intervallo e mi ha detto:

- Prof ho letto il post di ieri (quello sul ragazzo senza passione). Volevo scriverle, poi mi sono bloccato, ma glielo dico a voce: non siamo così, noi abbiamo passioni! E anche lei finisce con il generalizzare, come Alberoni!

(ogni tanto leggiamo articoli di Alberoni in classe e i miei alunni lo odiano, soprattutto quando parla di loro... Paragonarmi ad Alberoni è quindi un'offesa...)

- Hai ragione Alunnorossomalpelo, ho solo 31 anni e già guardo a voi giovani con l'occhio del prof moralista e parruccone: generalizzo, faccio di tutta l'erba un fascio. Però ho alunni come te capaci di farmi rinascere, di contraddirmi, di ribellarsi alle generalizzazioni, di smentirmi: con i fatti, non solo a parole.

E per fortuna!
Altrimenti che ci sto a fare in classe...

martedì 21 aprile 2009

Il dolore che non parla

Cosa fai nel tempo libero? - chiedo ad un ragazzo di 16 anni per cercare di capire quali sono le sue passioni, quali i suoi punti di forza, dai quali partire per motivarlo a prendere un po' di più le redini della sua vita.
Silenzio.
Insomma a cosa dedichi il tempo quando hai finito i compiti e lo sport?
...Facebook.
Ok, ma una passione? Qualcosa che ti prende la testa e il cuore?
Non lo so...

Aveva ragione Nietzsche, siamo in un'epoca che si surriscalda, ma non ha passione.
Dietro la ricerca di emozioni che si accendono sfrenate e si consumano come un fiammifero - quasi senza traccia - nascondiamo un cuore freddo. E l'indifferenza (incapacità di cogliere le differenze) è la manifestazione del ghiaccio che abbiamo nel cuore.
Perché non sappiamo più cercare, quando abbiamo smesso di farlo?

Compito per casa: un pomeriggio ad annoiarsi, senza facebook, senza ipod, senza computer...
Solo quando ci si annoia si scopre cosa ci manca. E il cuore comincia a sciogliersi in lacrime di dolore, di nostalgia, di sete.
E le coperture, in quanto tali, non sono soluzioni, ma anestetici...

***
Da' parole al dolore:
il dolore che non parla
sussurra al cuore greve
e gli comanda di spezzarsi

Shakespeare, Macbeth, atto 4, sc.3