Delectatio victrix. Niente paura, non è un medicinale contro la febbre suina. Ma è un principio molto semplice che Agostino, quello delle
Confessioni, applicava alla vita dell'uomo. Vuol dire "il piacere vincitore". Per Agostino soltanto il piacere è in grado di vincere il piacere. Il dovere non è mai riuscito a vincere il piacere, perché il piacere sarà sempre più potente del dovere. Egli dice: ‘Non si vince il piacere se non mediante il piacere’. Lo applicava al rapporto con Dio: solo la gioia del rapporto con la Trinità è un piacere che vale realmente più di tutti gli altri, solo chi scopre questa gioia è disposto a vendere tutti gli altri piaceri per questo tesoro, per questa perla preziosa. Tanta gente, invece, serve Dio, ma controvoglia. Dio vuole essere amato per piacere piuttosto che per dovere, ma sembra che spesso l'uomo, incapace di questo piacere, si accontenti del dovere, con inevitabili insuccessi e una sensazione amara di ricatto e prigionia, che leggo sul volto di molti cristiani. Fin qui Agostino.
Questo principio vale a livello scolastico: solo il piacere del sapere renderà lo studente desideroso di imparare. Lo vedo con i miei alunni, quando faccio leva solo sul senso del dovere ottengo poco. E allora sto per formulare un principio di edonismo scolastico: se non provi piacere per ciò che insegni, non trasmetterai mai il piacere di imparare. E il senso del dovere perde la partita prima ancora di giocarla.
I prof sono chiamati a "professare" il piacere, non il senso del dovere. Professori edonisti ecco quello che ci vuole!
Se un prof non ama leggere e non racconta le sue letture come fa a far amare la lettura ai suoi alunni?
Se un prof non ama scrivere come fa a far amare la scrittura ai suoi alunni?
Se un prof non ama scoprire, come fa a far amare la ricerca ai suoi alunni?
La scuola ha bisogno di testimoni dell'estasi, non di maestrini del registro.