Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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martedì 5 maggio 2009

Messaggi subliminali

Entro in una libreria vicino casa. Una delle attività che mi rilassa di più è leggere i riassunti dei romanzi in quarta di copertina e mescolare storie differenti e personaggi diversi. Tra i libri che sfoglio mi imbatto in una raccolta di saggi dal titolo La necessità dell'amicizia, di un autore che conosco: ma sì è mio fratello (pubblicità non occulta).

Quello stesso pomeriggio un amico mi legge alcuni brani di un romanzo che prima o poi affronterò e che sembra essere il nuovo Guerra e Pace e, guarda caso, anche quelle pagine parlano di amicizia:

L’amicizia è uno specchio in cui l’uomo si riflette. A volte, chiacchierando con un
amico impari a conoscerti e comunichi con te stesso… Capita che l’amico sia una figura silente, che per suo tramite si riesca a parlare con se stessi, a ritrovare la gioia dentro di sé, in pensieri che divengono chiari e visibili grazie alla cassa di risonanza del cuore altrui. L’amico è colui che ti perdona debolezze, difetti e vizi, che conosce e conferma la tua forza, il tuo talento, i tuoi meriti. E l’amico è colui che, pur volendoti bene, non ti nasconde le tue debolezze, i tuoi difetti, i tuoi vizi. L’amicizia si fonda dunque sulla somiglianza, ma si manifesta nella diversità, nelle contraddizioni, nelle differenze. Nell’amicizia l’uomo cerca egoisticamente ciò che gli manca. E nell’amicizia tende a donare munificamente ciò che possiede.
Vasilij Grossman, Vita e destino, pp. 341-342

Insomma casualmente mi arrivano messaggi tra loro collegati. Mi sa che Qualcuno sta cercando di dirmi qualcosa. Ieri sera telefono a mio fratello per raccontargli l'accaduto e ci facciamo una lunga e salutare chiacchierata. Oggi a pranzo con un amico, stasera pure. Forse comincio a capire...

Prof smettila di pensare alle cose urgenti e concentrati su quelle importanti...

lunedì 28 aprile 2008

La commedia umana

Una ragazza sale su un taxi in una vorticosa giornata di lavoro, in cui nulla sembra andare per il verso giusto. Quando scende il tassista la richiama e le restituisce il cellulare che ha dimenticato sul sedile. Ringrazia. Lo mette in tasca. Sbuffa e spera che tutto questo finisca quanto prima. Poco dopo sta per fare una telefonata e si rende conto che quel cellulare, benché sia uguale, non è il suo. La ciliegina marcia su una torta già malriuscita: un cellulare da restituire. Sta per buttarlo via. Scorre distrattamente la rubrica: una sfilza di personaggi della politica e della finanza, che a conoscerne anche uno o due si sarebbe a cavallo... Riesce a risalire al proprietario: un influente e ricco uomo pubblico. Lo chiama. Lui meravigliato ringrazia. Le dice che viene a prendere subito il cellulare. Quando si presenta porta con sè un meraviglioso mazzo di rose. La porta dell’ufficio si chiude. I due cominciano a parlare e scoprono di avere molte cose in comune oltre ad un cellulare. È solo l’innesco di una storia d’amore, non da film, reale...
Nulla accade per caso. Ma troppo spesso dimentichiamo che siamo dentro una commedia, più o meno divina. Troppo impegnati a lamentarci della parte ricevuta per renderci conto del meraviglioso spettacolo che va in scena attorno a noi, i nostri sforzi sono dispersi a cercare una ragione o qualcuno a cui farne pagare la colpa, quando invece sarebbe, oltre che produttivo, anche più gratificante, cercare di tirare fuori il meglio di noi nella parte che abbiamo adesso. Ciò che conta sul palcoscenico è il come non il cosa: sia per amore a noi stessi, attori professionisti della vita, sia per rispetto del pubblico che ha pagato il biglietto dello spettacolo…