Ieri prof 2.0 è stato ad una serata teatrale all'aperto. Lettura di poesie di un grande autore russo del 900, purtroppo poco conosciuto: O.Mandelstam, morto, probabilmente nel 1938, in un gulag. Ma i prof le ultime serate estive se le rovinano così? No. Così se le guadagnano.
Quest'uomo, perseguitato dal regime in quanto scrittore e mandato per questo in un campo di lavoro dove trovò la morte, compose poesie a voce. Non aveva nulla per scrivere. Sua moglie e i suoi amici le imparavano a memoria e dopo la sua morte, avvenuta non si sa esattamente dove, le hanno pubblicate. Ieri sera duecento persone erano riunite ad ascoltare il grido muto, l'aria rubata, di un uomo che, in mezzo alla neve siberiana e all'assurdo lavoro della prigionia, era libero. Componeva. Gli era rimasto solo questo: la sua anima. E la sua anima libera arrivava a noi, comodamente seduti al fresco dell'estate ormai al suo declinare. E liberava anche me con le sue parole, lui che era stato più prigioniero di tutti. E in un verso mi diceva: "dentro non mi sposto di un centimetro". Come vorrei, stasera, chiedere questo per me. Pioggia o sole, stanco o forte, sano o malato, solo o in compagnia, libero o prigioniero, che io, dentro, non mi sposti di un centimetro.
e dando al piede l'appoggio di una terra coatta,
che cosa avete ottenuto? Bel calcolo:
non potevate amputarmi le labbra che si muovono.
(O.Mandelstam)
Quest'uomo, perseguitato dal regime in quanto scrittore e mandato per questo in un campo di lavoro dove trovò la morte, compose poesie a voce. Non aveva nulla per scrivere. Sua moglie e i suoi amici le imparavano a memoria e dopo la sua morte, avvenuta non si sa esattamente dove, le hanno pubblicate. Ieri sera duecento persone erano riunite ad ascoltare il grido muto, l'aria rubata, di un uomo che, in mezzo alla neve siberiana e all'assurdo lavoro della prigionia, era libero. Componeva. Gli era rimasto solo questo: la sua anima. E la sua anima libera arrivava a noi, comodamente seduti al fresco dell'estate ormai al suo declinare. E liberava anche me con le sue parole, lui che era stato più prigioniero di tutti. E in un verso mi diceva: "dentro non mi sposto di un centimetro". Come vorrei, stasera, chiedere questo per me. Pioggia o sole, stanco o forte, sano o malato, solo o in compagnia, libero o prigioniero, che io, dentro, non mi sposti di un centimetro.
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Togliendomi i mari, la corsa e il voloe dando al piede l'appoggio di una terra coatta,
che cosa avete ottenuto? Bel calcolo:
non potevate amputarmi le labbra che si muovono.
(O.Mandelstam)