Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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domenica 31 gennaio 2010

Trasloco

Carissimi lettori del blog,

Prof 2.0 migra ad un altro indirizzo, dove troverete un nuovo blog ancora in fase di costruzione, ma le parole, che sono quello che contano, comincio ad aggiornarle lì.

Buona lettura e se volete, aiutatemi nel trasloco...

Ecco il nuovo indirizzo:

giovedì 27 marzo 2008

Intermezzo paradisiaco

Interrompo il flusso tematico del blog per un intermezzo.
Il blog è in linea da quasi 15 giorni. Ha raggiunto la soglia di mille contatti. Mi arrivano mail e post di tanti e tante conosciuti e non. Voglio ringraziare tutti. Qualcuno mi fa notare un tocco di narcisismo. E in parte ha ragione: è un mio difetto. Dico in parte perchè spesso è solo un entusiasmo per la vita e le persone tale da poter essere percepito come autoincensazione. Stop.

Sono dell'idea che ogni persona che incontri è un dono e un messaggio. E ogni persona che sta partecipando, anche silenziosamente, conferma la mia convinzione.
Silenziosamente. Già. Ieri durante l'happy hour bevevo una pepsi (la coca non c'era, ma la pepsi è come la coca sgasata, che è uno dei doni migliori che l'uomo si è fatto...) con un amico che mi parlava del suo cuore ferito. Dopo aver letto alcuni post del blog si era sentito incoraggiato a confidarsi. In qualche modo la scrittura accorcia le distanze. Abbassa le difese. Crea un luogo in cui ci si trova e ci si sente capiti: forse semplicemente perchè ci siamo presi del tempo per ascoltarlo questo benedetto cuore che abbiamo dentro. E non c'è niente di virtuale. Perchè ieri il mio amico ed io eravamo uno di fronte all'altro a raccontarci pezzi di vita più o meno dispersi nel grande puzzle dell'esistenza... Ed era un happy hour: un'ora felice, un'ora di paradiso in mezzo alla città grigia ed anonima.