Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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venerdì 4 settembre 2009

Creativi o furbi?

Nella versione di greco dell'esame di riparazione c'era una frase che diceva: "gli Ateniesi si prendevano cura dell'arte poetica", che un alunno ha tradotto: "gli Ateniesi si occupavano della produttività". Il termine (poietikos) può indicare entrambe le cose: il fare poetico per i Greci è un vero e proprio fare. L'ho trovata una traduzione interessante, indipendentemente dalla sfumatura tipicamente "lumbard".
Infatti senza la creatività una società non può essere veramente produttiva: la crisi economica in cui versiamo è la conseguenza della sostituzione della creatività (il raggiungimento di un bene che va a beneficio di tutti) con la furberia (il raggiungimento di un bene individuale che va a scapito degli altri). Gli artisti contemporanei ne sono i principali responsabili, prima ancora che i manager. Guardate le foto della biennale...

Mi limito ad esempi nel mio campo.
Un alunno è e diventa creativo quando traduce, è furbo quando scarica la traduzione.
Un prof è e diventa creativo quando prepara la lezione, è furbo quando legge dal testo sul momento.

Propongo un ritorno alla creatività (che richiede più tempo e sforzo ma ci regala la Sistina) e un abbandono della furberia (che ci regala "la merda d'artista"), per essere - in questi tempi nostri, così furbastri- tutti un po' più "poetici" e quindi un po' più "produttivi".

martedì 17 febbraio 2009

San Valentino al contrario

Una telefonata disperata. Due cari amici fidanzati in grave crisi. La dura e dolorosa verità che viene a galla. La difficoltà di accettarla questa verità e lasciarsi. La paura di rimanere soli. Dolore da entrambe le parti. Tanto dolore. Dopo tanti sogni... Dopo tanto tempo...

Rifletto in silenzio, cercando di trovare le parole che possano dare un aiuto. Ma trovo solo la crudezza della verità. Sì perché quello che dovrei avere il coraggio di dire è che due solitudini non fanno una storia d'amore, ma una solitudine più grande...
***
"... i tuoi vili tentativi di illuderti sull'amore quando sai perfettamente, al pari di me, che tra noi non c'è mai stato altro che disprezzo e sfiducia e una terribile, morbosa dipendenza della nostra reciproca debolezza".
R.Yates, Revolutionary Road

venerdì 7 novembre 2008

Non so come fare: qualche ideuzza

Ieri ho incontrato un bel gruppo di genitori per parlare con loro del tema "media ed educazione". Come sempre una bella occasione per sondare insieme i problemi educativi della MTV generation. Spesso devo provare a rispondere a domande molto specifiche: Come posso fare per...? E mi ritrovo a dire che le mie risposte non rispondono, perché sono generiche: ogni figlio, ogni alunno richiedono una soluzione diversa e specifica, che solo la creatività dell'amore saprà trovare. A volte nelle situazioni di crisi con un figlio adolescente la soluzione non esiste neanche, ma è sostenere la crisi senza alzare il volume, affiancando la difficoltà del figlio, facendo il percorso insieme con una presenza forte, sicura, anche se silenziosa. Senza drammatizzare.
Professori, genitori e figli vogliono tutti la stessa cosa: la felicità. Ma ciascuno cerca di ottenerla con i modi che ritiene più giusti e lì nascono i conflitti. Perché non provare a trovarsi su un territorio comune e cercare di raggiungere insieme obiettivi condivisibili? Come?

Spegnendo la TV durante i pasti e raccontando la giornata anche se si è stanchi.
Fermandosi a parlare dopo cena a tavola.
Facendosi spiegare dai propri figli come funzionino MSN, l'ipod, o facebook...
Commentando insieme una puntata dei Simpson.
Leggendo un libro che sta leggendo mia figlia e confrontandosi sui personaggi.
Scegliendo un film da vedere insieme magari con qualcosa di speciale da mangiare nel frattempo.
Giocando insieme alla playstation.
Gurdando qualche video di mtv insieme.
Raccontando cosa piaceva "ai miei tempi" e confrontandolo con quello che piace a loro.
Mettendo in gioco la vita tutta intera e lasciando a volte da parte stanchezza, risentimenti, incomprensioni.

Non è facile, ma dedicare qualche minuto ad "inventare" i rapporti con i propri figli giorno per giorno forse è il segreto per partecipare alla loro vita, senza essere falsamente invadenti.
E voi ragazzi smettetela di rifiutare l'aiuto di chi non vuole altro che vedervi felici.

giovedì 17 luglio 2008

Annibale

Annibale è un quindicenne dal carettere meraviglioso e dalla sensibilità sopra la media. Si trova in quella fase delicata e straordinaria di chi abbandona i panni del bambino e comincia a diventare adulto. Una battaglia si combatte nel suo cuore: la ricerca di quella che lui chiama naturalezza. Vuole essere sè stesso in qualsiasi circostanza, superando l'atteggiamento camaleontico di chi prende il colore degli ambienti in cui si trova, scoprendosi ogni volta diverso e determinato dallo sguardo altrui e non dalla verità su di sè. Il nemico da sconfiggere è l'ansia di essere accettato, che si presenta sotto due forme che Annibale ha descritto perfettamente: da un lato l'autocensura (quando sto con un certo gruppo di amici smetto di usare il congiuntivo...) e dall'altro l'esibizionismo (faccio la cosa piu' stupida che mi viene chiesta per mettermi al centro dell'attenzione). Si rende conto, con rammarico, di questi comportamenti 20 minuti dopo averli messi in atto, i fili della marionetta si svelano per quello che sono: fili che tolgono la libertà, anche se apparentemente sono causa del movimento e del consenso divertito del pubblico.
Prof 2.0 sa che il ragazzo sta vivendo una fase normalissima dell'adolescenza e che la sua chiarezza di idee è già almeno la metà della soluzione. Sapere contro chi si combatte è metà della vittoria diceva qualcuno. Ma quanta paura nello sguardo di Annibale: smarrimento, timore di non farcela, di non essere accettato, di scoprirsi e farsi conoscere per quello che è ed essere deriso...
Annibale, solo la verità rende liberi e trasforma le marionette in persone. Cercala senza paura e se ti scoraggi vienimi a cercare.

giovedì 8 maggio 2008

Alunni che mettono in crisi

Prof 2.0 riceve da un gruppo di alunni un libro come regalo di compleanno. Nel biglietto di accompagnamento, parafrasando un paragone che Prof usa spesso, scrivono: "la vita è una partita di calcio di cui si sa già il risultato, a noi è dato il divertimento di giocare. Tu sei ancora al 31'... C'è ancora tanto tempo per divertirsi. Corri, Prof, corri!".
Prof 2.0 raccoglie in un bicchiere le lacrime del suo cuore liquefatto per poi berle di nascosto, in modo da recuperare il cuore perso...

Prof 2.0 riceve un violento attacco da un ex alunno che lo accusa di avere abbandonato lui e la sua classe per andare dietro ai soldi. Se solo conoscesse la dichiarazione dei non-redditi di Prof 2.0 si farebbe una risata. Ma in fondo sta dicendo che gli è dispiaciuto separarsi e il fuoco del ragazzo giustifica il furore con cui brucia la conoscenza reale dei fatti. Anche se ha ragione in quanto all'incapacità di Prof 2.0 di dire addii e preferire fughe silenziose, anche se fughe non sono.

Un ex alunno manda un sms a Prof 2.0 in cui chiede la traduzione di una frase dal greco, per sapere se ha sbagliato un compito. In italiano la frase suona "I giovani imparano sbagliando". E il ragazzo ha sbagliato... Anche Prof 2.0 (che malgrado tutto è ancora giovane) lo sperimenta tutti i giorni e si rende conto che i suoi errori gli alunni li pagano due volte...

Tre messaggi in un solo giorno. Tre legami che costringono a fare esame, ringraziare, chiedere scusa, ricominciare...