Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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lunedì 19 ottobre 2009

La Baia del Silenzio

La Baia del Silenzio non è un posto dove ambientare una favola, perché è una favola essa stessa: un piccolo gioiello di mare e sabbia incastonato tra le coste liguri di una cittadina nota come Sestri.

Seduto sulla sabbia puoi sorseggiare il tuo cappuccino, sapientemente preparato da un personaggio omerico: Angelo, il gestore del Bistrò che si affaccia sulla spiaggia. Angelo è un narratore naturale, che quando rientra in barca dalle sue scorribande di pesca esclama: "il mare è ricchezza". Per lui ricchezza è la moglie, della quale parla come fosse perfetta. Per lui ricchezza sono i tre figli, dei quali parla come fossero perle preziose.

La Baia del Silenzio è uno di quei rari posti in cui il silenzio diventa percepibile.

Ci sono cose che diamo per scontate, ma sono le più importanti, solo che raramente diventano percepibili: l'aria e il silenzio. Nell'aria galleggiamo e respiriamo; nel silenzio pronunciamo parole sensate.

La Baia del Silenzio rende percepibile il dato di partenza: il silenzio. Senza silenzio non c'è parola che tenga. La stoffa delle cose è talmente evidente che non la vediamo più. In principio era il verbo, è vero; ma prima del principio del tempo, assolutamente prima, fuori dal tempo, era un silenzio meraviglioso, che preparava la parola.

Come due innamorati che si fissano e al loro silenzio non va aggiunto altro.

La tazzina di destra, quella dietro al libro, è la mia.
Era piena di silenzio. L'ho bevuto tutto.

venerdì 19 giugno 2009

Prof in fuga

Il prof ha bisogno di staccare qualche giorno e rifugiarsi, in buona compagnia, su un'isola sperduta del Mediterraneo...

Ci si rivede il 25 giugno.

Più belli e abbronzati...

domenica 24 maggio 2009

A me questo basta

Ieri (oggi) sono rimasto a parlare con un amico su una panchina di Shit City fino a tarda notte.
L'aria era tutta orecchie. L'erba del parco silenziosa e quasi profumata. Le voci della gente si erano nascoste da qualche parte nella via lattea. Il tempo non si è fermato, si è semplicemente messo da parte, per tre o quatto ore.
Sono momenti in cui le persone diventano trasparenti.
E la solitudine dei numeri primi sembra solo un'eccezione e non la regola di questo nostro mondo così affollato e così solitario allo stesso tempo.
Non mi pentirò mai di perdere il sonno per due categorie: le persone e i libri (che sono persone).
Un anticipo del paradiso che si affaccia su questa terra sotto forma di vita vera.
A me questo basta.

giovedì 16 aprile 2009

Notte di libri

Sera. Le pagine di un libro mi ipnotizzano e non riesco a smettere. Vado fino in fondo, sino a notte fonda.
L'indomani sono abbastanza provato e si vede dagli occhi pesti.
Perché sono disposto a perdere sonno per un libro? Perché leggiamo la notte?
Perché le parole hanno bisogno di silenzio.
La notte non squillano telefoni, la notte non bussa nessuno, la notte non ci sono rumori.
La notte il tempo non urge.
La notte è complice delle parole: un tempo ci si riuniva attorno al fuoco per raccontare le storie.
La notte.
La notte è per le parole.
Le parole di notte fanno più rumore delle stelle.
La notte è delle parole
Delle parole che contano.

Le parole preparano il sonno, a volte lo conciliano, a volte te lo tolgono...

martedì 31 marzo 2009

Fame di libri

Il titolo del post è il titolo della mail di un ragazzo di 16 anni che così mi scrive:

"Volevo chiederti se avessi una cura per una malattia che devo ancora scoprire cosa sia; ecco la diagnosi: non riesco a leggere un libro da prima di Natale. Ne avevo cominciato uno proprio nei giorni di Natale, poi all'inizio di marzo me ne hanno regalato un altro e ho lasciato perdere il primo. Però sento che mi manca fermarmi, lasciare tutto per un po' e leggere un bel romanzo... Hai qualche consiglio?"


Malattia. Mi manca fermarmi. Lasciare tutto. Leggere.
Uno dei modi che abbiamo per "origliare" noi stessi è leggere la grande letteratura. Senza letture perdiamo l'orecchio interiore. E chi non si ascolta prima o poi sente nostalgia di sé. Paradossi della lettura: lasciare tutto per trovare tutto.

Terapia: Qualcuno con cui correre di D.Grossman.

***

"Io scrivo. Il mondo non mi si chiude addosso, non diventa più angusto. Mi si apre davanti,verso un futuro, verso altre possibilità. Io immagino. L'atto stesso di immaginare mi ridà vita. Creo personaggi. Talora ho l'impressione di trarli dal ghiaccio in cui li ha imprigionati la realtà. Ma forse, più di tutto, sto estraendo me stesso da quel ghiaccio"
D.Grossman, Con gli occhi del nemico, pp. 48-9

mercoledì 10 dicembre 2008

2000 parole

I bambini raggiungono un lessico di 3000 parole.
A 18 anni questo lessico normalmente è raddoppiato: 6000 parole.

Ultimamente sembra che le 3000 parole si raggiungano ai 18 e che gli adulti ne conquistino massimo altre mille: 4000. Insomma almeno 2000 parole sono finite al macero...

Eppure ogni anno in Italia si mandano 30 miliardi di sms.
Sempre più sms, sempre meno parole. Strano... Si comunica di più, ma si hanno meno mezzi per farlo... O forse dimostrazione che le parole le genera solo il silenzio.

Chissà cosa contenevano quelle 2000 parole che abbiamo perso o che stiamo perdendo e sostituendo con genericissimi: "cosi", "robe", "mitico", "doh", ";-)", "anche no"...
E se perdessimo parole meravigliose come: faceto, infido, bieco, inane, abbacinante, laido, barbaglio, ubertoso, obsoleto, tumefatto, svilire, abbrutimento, bucolico, lacunoso, smerigliato, pletora, intorpidito, labile...

Il nenonato S.U.P.E.R. (Salva Una Parola E Ripetila) ha un bel da fare!
Iscrivetevi numerosi...

domenica 7 dicembre 2008

The Sound of Silence

Dopo il post di ieri mi prendo mezz'ora di silenzio e non scrivo nulla.
Vorrei scrivere.
Ma preferisco tacere e lasciare a voi la parola... o il silenzio.
Non voglio che un blog mi tolga la libertà di poterlo ignorare quando mi pare.
E poi le parole - come ci insegna la poesia - hanno senso perché galleggiano tra gli spazi bianchi del silenzio.
***
...And in the naked light I saw
ten thousand people maybe more
people talking without speaking
people hearing without listening
people writing songs that voices never share
noone dare, disturb the sound of silence...
(Simon & Garfunkel)

sabato 6 dicembre 2008

Lezioni di silenzio

Sulla scorta di una suggestione letta da qualche parte, vorrei introdurre a scuola delle lezioni di silenzio. La teoria è contenuta nell'incontro tra la volpe e il piccolo principe. La volpe insegna al piccolo principe che il segreto per conoscere cose e persone è addomesticarle. Addomesticare vuol dire "essere molto pazienti... in principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non mi dirai nulla...Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino...".
Oggi non conosciamo più le cose e le persone perché non le addomestichiamo.
Stiamo più tempo su msn che faccia a faccia.
Stiamo più su facebook che su una panchina con un amico.
In silenzio. Mezz'ora in silenzio ad addomesticare il cielo, un albero, una rosa, un amico, un'amica, un fratello, una sorella, Dio.
Ogni giorno qualche centimetro più vicini.
Cosa ci guadagni?
Il colore del grano. Il cielo. Un albero. Una rosa. Un amico. Un'amica. Un fratello. Una sorella. Dio...
...tutto quello che non si compra al mercato.

***
Il dramma degli uomini è non trovare mezz'ora di silenzio ogni giorno
(Blaise Pascal)

venerdì 5 dicembre 2008

S.U.P.E.R.

Nel post del 3 dicembre ci siamo impegnati a salvare delle parole. Il neonato S.U.P.E.R. (Salva Una Parola e Ripetila), l'iscrizione al quale è gratuita e libera (si richiede solo un amore tenero per le parole), ha salvato una quindicina di parole. Le ho scritte su un foglio di carta bianco. Lette e rilette. In silenzio. Dal bianco della pagina che avevo davanti sono così emerse queste righe, in cui le parole salvate galleggiano, rese sicure dal salvaparole (la versione "grammaticale" del salvagente) che ciascuno di voi aveva lanciato per farle nuovamente respirare e salvarle dai marosi del disuso e dell'abuso:

Vorrei avere la fortuna di regalarti una parola dalla bellezza non effimera. Una parola scaturita dal silenzio dell'ascolto, dell'empatia e della riflessione. Una parola capace di creare intimità e lealtà. Una parola ricca di pietà, che dica la verità senza ferirti. Una parola che contenga e protegga sogni e speranze. Una parola che sia comunicazione vera e non solo di sé stessa. Una parola che se esistesse sarebbe un sinonimo nuovo di un'altra che pronunciamo troppo spesso invano, una parola capace di dissetare il cuore nel suo anelito più profondo, e che tu, ascoltando, saresti costretto a considerare in silenzio, stupefatto: Amore. Con la maiuscola: quello su cui saremo pesati alla sera della vita e che vince la morte e che non ci sarà più tolto.

ps. le parole salvate vi ringraziano.