Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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domenica 8 novembre 2009

La musica nel cuore

Dedicato ai miei genitori che oggi compiono 44 anni di matrimonio.
A loro devo quello che so, ho e sono. Grazie!

domenica 22 febbraio 2009

Grazie!

Mi capita di ricevere email in cui qualcuno mi ringrazia per quello che scrivo. Chiaramente non posso che esserne contento. Ma quello che mi rende felice è che ci sono persone che "ringraziano". Ringraziare è forse il tratto più bello ed essenziale dell'essere uomo. Noi riceviamo tutto: la vita, gli amici, il mare, la luna, le stelle, i gelsomini, l'anguria, il cappuccino, le fragole, la musica, i libri, la neve, le nuvole, la notte, l'alba, la sabbia, le onde, il sorriso... Insomma galleggiamo in una vita che non fa altro che regalarci cose che noi non abbiamo né fatto né meritato. Allora ringraziare non è un punto di arrivo dettato dalla buona educazione, ma un punto di partenza dettato dal buonsenso... Tutto in questa vita è un dono, persino quelle cose che crediamo di avere ottenuto noi con le nostre qualità. Forse che anche quelle qualità non ci sono state donate? Al massimo le abbiamo coltivate, custodite, affinate...
Quanto fa bene al cuore dire "grazie". Dire almeno una decina di grazie in una giornata può essere il segreto del buon umore. Comincio io: grazie a tutti voi, che con estrema pazienza, leggete e mi offrite suggerimenti, spunti, provocazioni...
***
«La misura di ogni felicità è la riconoscenza. Tutte le mie convinzioni sono rappresentate da un indovinello che mi colpì fin da bambino. L'indovinello dice: "Che disse il primo ranocchio?". La risposta è questa: "Signore come mi fai saltare bene". In sintesi c'è tutto quello che sto dicendo io. Dio fa saltare il ranocchio e il ranocchio è contento di saltellare».
G. K. Chesterton

domenica 2 novembre 2008

Lettera a mio nipote 2

Caro Giulio,

nonno Baffo mi ha mandato delle foto tue. Hai gli occhi azzurri come lo zio Prof e questo mi lusinga e conferma la predilezione nei miei confronti. Una foto in particolare ho guardato e riguardato per capire cosa avesse di speciale: il tuo modo di ridere.

Non c'è neanche un velo di sfiducia nella tua risata, Giulio. Ridi felice. Ridi perché sei al sicuro, ti fidi incondizionatamente di chi ti è vicino. Ridi nello sperimentare la gioia che la vita che ti aspetta è ricca e promettente e lo leggi nello sguardo innamorato di papà e mamma, dei nonni, degli zii...

E quel tuo sorriso senza limiti è il grazie più grande che la vita sia capace di esprimere.

Tutte le volte che sarò triste guarderò la tua foto Giulio e tu mi ricorderai che sto dimenticando di ringraziare qualcuno.