
La mancia... Usiamo espressioni che nascondono dietro la loro misteriosa e fredda superficie il calore e il colore della letteratura o della storia.
Quando diamo la mancia rievochiamo antichi riti amorosi cavallereschi. La mancia un tempo non era altro che "la manica" (dal francese manche) che la donna regalava al suo campione in segno di predilezione. Le maniche del vestito, un tempo staccabili (soprattutto per gli abiti femminili, da cui l'espressione "un altro paio di maniche", come si vede nell'immagine) si regalavano come pegno d'amore. Dare la mancia (manica) era favorire qualcuno, dichiarare simpatia.
Tutte le volte che diamo una mancia, riecheggiano le gesta di antichi tornei, in cui campioni armati conquistavano donne gentili che a loro si erano affidate "smanicandosi". Dietro una mancia un tempo c'era un cuore innamorato e l'eroismo di un cavaliere. Quel cameriere era diventato con la sua simpatia e professionalità il nostro campione, benché le sue armi fossero grembiule e menù. E noi (cioè mio fratello...) volentieri ci "smanicavamo" per lui. Così in una mancia persino la prosa del lavoro quotidiano diventa epica cavalleresca.
Ah le parole!
Quando diamo la mancia rievochiamo antichi riti amorosi cavallereschi. La mancia un tempo non era altro che "la manica" (dal francese manche) che la donna regalava al suo campione in segno di predilezione. Le maniche del vestito, un tempo staccabili (soprattutto per gli abiti femminili, da cui l'espressione "un altro paio di maniche", come si vede nell'immagine) si regalavano come pegno d'amore. Dare la mancia (manica) era favorire qualcuno, dichiarare simpatia.
Tutte le volte che diamo una mancia, riecheggiano le gesta di antichi tornei, in cui campioni armati conquistavano donne gentili che a loro si erano affidate "smanicandosi". Dietro una mancia un tempo c'era un cuore innamorato e l'eroismo di un cavaliere. Quel cameriere era diventato con la sua simpatia e professionalità il nostro campione, benché le sue armi fossero grembiule e menù. E noi (cioè mio fratello...) volentieri ci "smanicavamo" per lui. Così in una mancia persino la prosa del lavoro quotidiano diventa epica cavalleresca.
Ah le parole!