Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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domenica 2 maggio 2077

Lo spirito del blog: beginning with hope



ps. la data del post? Il giorno dei miei 100 anni...
pps. questo post rimarrà sempre il primo, ma non ingannatevi il resto è aggiornato periodicamente.

sabato 25 aprile 2009

Lo sfigato

"Sai, quel che m'è piaciuto dei tuoi incontri e m'ha fatto aprire gli occhi, lo volevo dire, è quando hai detto che 1 non è ke s'annoia xk' nn ha nulla da fare nel pomeriggio, può anke essere, ma xk' è la sua vita ke è noiosa!
M'è piaciuto anke qnd hai detto ke qst è l'età in cui 1 coltiva amicizie, passioni..è vero! Insomma, prima io vivevo posticipando tt, tt poteva aspettare + avanti... invece è ORA ke s vive! Il futuro è nelle nostre mani e siamo noi ke lo decidiamo! Poi sto sviluppando 1 mia teoria: 1 è ql ke è cnvinto d'exere..mi spiego: 1 può exere "sfigato" sfigato xk' permette agli altri ke lo trattino cs, è lui x primo ke s sente 1 "sfigato", ma se invece dentro d sè sa ke nn è vero, ne è cnvinto, esteriormente credo ke lo s veda, ke gli altri lo vedano e nn s lascia trattare da tale..è kiaro?"

Da una mail ricevuta dopo uno degli incontri di un cineforum con ragazzi liceali.
Troppo bella per non condividerla!

giovedì 5 febbraio 2009

Trust the voice within

Confusione. Lo stato in cui si trova spesso un o una liceale. Numb: confuso, intorpidito, dicono i Linkin Park in una delle loro canzoni migliori. Lost: smarrito, abbandonato, dice Christina Aguilera, che poi continua: "if you're lost outside, just look inside your soul". Questi versi mi sono stati segnalati in un tema da un'alunna di cui riporto alcuni stralci:

"Se fuori sei perso, guarda solamente la tua anima" così canta Christina Aguilera nella canzone The voice within... Il testo è rivolto ad una ragazza, insicura e fragile perchè non si ritrova nei modelli dei suoi coetanei. Quante volte ci è capitato: nessuno riesce a comprenderci, ci sembra di essere intrappolati in un sistema, in un meccanismo a cui non si può sfuggire... Fare progetti? Inutile, tanto non si avverano mai. Avere dei sogni? Sono cose da bambini. Meglio lamentarsi, è così semplice. Il problema alla base di tutto il malessere che c'è tra i ragazzi è il non sapere più chi si è. Si cerca un'identità-stereotipo perchè non si riesce più a crearne una vera... Abbiamo paura di quello che siamo davvero, della verità... Per una volta abbassiamo il volume del mondo esterno e ascoltiamo il nostro cuore; solo così riusciremo a capire chi siamo davvero... Trust the voice within.

***
il maestro è nell'anima e dentro all'anima per sempre resterà
Paolo Conte, Il maestro

mercoledì 28 gennaio 2009

Quale sarà il tuo verso?

Oggi ho incontrato Alunnasfiduciata per un colloquio. Vuole cambiare scuola e forse verrà nella nostra classe. Alunnasfiduciata è spenta, bruciata, ha perso il gusto della letteratura, che amava, il gusto stesso della meraviglia. Insieme alla sua immaginazione ho percepito che sta spegnendosi anche la speranza, e con essa il futuro. Ad Alunnasfiduciata e a quelli come lei dedico questo video, che mi ha cambiato la vita quando avevo la loro età.



Il testo integrale e traduzione della poesia di Walt Whitmann:

Oh me! O life! of the questions of these recurring,
Of the endless trains of the faithless, of cities filled with the foolish,
Of myself forever reproaching, (for who more foolish than I,
and who more faithless?)
Of eyes that vainly crave the light, of the objects mean,
of the struggle ever renewed,
Of the poor results of all,
of the plodding and sordid crowds I see around me,
Of the empty and useless years of the rest,
and with the rest me, intertwined,
Q: O me! so sad, recurring - what good amid these, O me O life?
A: That you are here - that life exists and identity,
That the powerful play goes on, and YOU may contribute a verse.
Contribute well, O me, O life.


Oh me! Oh vita! Di queste domande che ricorrono,

degli infiniti cortei senza fede, di città piene di sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più sciocco
di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi,
a domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre: che cosa
c'è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?
Risposta:
che tu sei qui, che esiste la vita e l'identità,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.
Contribuisci bene, oh me! Oh vita!

lunedì 26 gennaio 2009

Fantastico!

Così dicono spesso i miei alunni di fronte a qualcosa che li appassiona (in questo momento le prove per il musical a cui alcuni di loro stanno partecipando). "Fantastico!", un aggettivo magico, che nasconde una dimensione profonda: la scoperta (o la riscoperta) di qualcosa di nuovo e di ricco, capace di appassionare. Tutto merito della fantasia (fantastico!). Infatti l'immaginazione è quel "poco" di poeta, di bimbo e di pazzo che ci portiamo dentro; la misteriosa capacità di risvegliare ciò che sembra addormentato, inerte, piatto. La capacità di giocare con un bastone credendolo un'astronave, per poi un giorno costruirla... La capacità di cogliere il mistero nascosto in ogni cosa, la capacità di sentire cantare le cose nella loro pienezza e promessa di futuro. La capacità che gli antichi scambiavano per una pazzia ispirata da qualche dio...
Senza immaginazione è infatti impossibile cogliere il mistero delle cose, che poi forse è la loro parte più importante. Forse per carenza di immaginazione si può eliminare un bambino nel seno della madre o uccidere un uomo ritenendolo inferiore per i motivi più pittoreschi. Forse per carenza di immaginazione si può distruggere impunemente il creato per fini irresponsabilmente produttivi. Forse per carenza di immaginazione si può ritenere il grande fratello e natale a rio ciò che la gente vuole. Forse per carenza di immaginazione abbiamo smesso di dire "fantastico!", come i miei stupendi quattordicenni. Tutte le grandi scoperte sono figlie dell'immaginazione, e un'epoca senza immaginazione - ma così tante immagini - è una contraddizione che io non mi so spiegare.

***
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
(E.Montale)

venerdì 31 ottobre 2008

Per chi ha paura del buio

Perché riempi il vuoto di paure?
Perché riempi il futuro di ciò che più temi?

Da bambino riempivi il buio di mostri, di assassini, di ladri.
Da grande riempi il futuro di altri mostri, assassini e ladri.
Mostri, assassini e ladri: irreali come il loro contenitore.

Come allora la soluzione è una presenza amica che accenda la luce e ti aiuti a guardare sotto il letto per scoprire che non c'è nulla. Ma diversamente da allora non sai chiedere aiuto con la semplicità del bambino che hai dimenticato di essere stato.


Il segreto per sconfiggere i mostri è essere in due.

mercoledì 24 settembre 2008

Fra 30 anni e adesso

Quando vi incontrerò tra 30 anni, ragazzi, chi sarete diventati?
Non importa. Non adesso.

Promettetemi solo che avrete lo stesso sguardo stupito sul mondo che avete adesso.
Promettetemi solo che il vostro cuore sarà ancora aperto al mistero come è adesso.
Promettetemi solo che il vostro sorriso racconterà ancora la vostra anima come fa adesso.

E se a qualcuno adesso sfugge una lacrima per paura del futuro, per paura della solitudine, per paura della morte, quella lacrima io la conserverò per guardarvi il mondo attraverso, come una lente.

martedì 8 luglio 2008

Presente e futuro

"Il mio sogno più grande è scrivere; non ha importanza il genere letterario, però vorrei tanto che la mie parole arrivassero a tante, tante persone e soprattutto che servissero ad ingenerare in ciascuna di esse la speranza di cui ti ho scritto".

Così una mail giunta tramite il blog. Una persona sogna di vivere per dare speranza ad altri, attraverso la scrittura. Ma cosa è sperare, per valere la vita, gli sforzi e i sogni di una persona?
L'avere fiducia nel futuro, perchè il presente è fondato su qualcosa o qualcuno che garantisce quel futuro. Spera il bambino amato. Dispera il bambino abbandonato. Spera l'artista. Dispera il vandalo. Spera il credente. Dispera il nichilista. Spera l'innamorato. Dispera l'egoista.
Chi spera ha fiducia. Chi ha fiducia spera. Non è un caso che "sfiduciato" sia sinonimo di "privo di speranza" e "fiducioso" di "pieno di speranza".

Un filosofo diceva che siamo uomini perchè sappiamo coniugare i verbi al futuro. Ma senza la fiducia nel presente il futuro non esiste. Posso dire: mangerò, scriverò, partirò... perchè ho fiducia nel fatto che il mio essere potrà farlo, quando verrà il momento. Ho fiducia nel mio esistere.

"Chi è senza speranza non solo non scrive romanzi, ma, quel che più conta, non ne legge. Non ferma a lungo lo sguardo su nulla, perché gliene manca il coraggio. La via per la disperazione è rifiutare ogni tipo di esperienza, e il romanzo è senz’altro un modo di fare esperienza". Così la grande scrittrice Flannery O'Connor.

Chi fa esperienza profonda della realtà, ne ha fiducia, la accetta e non la fugge, costui è ricco di presente e quindi di futuro. Costui spera.
Chi non fa esperienza della realtà, ne ha paura, la rifiuta e la fugge, costui è senza presente e privo di futuro. Costui dispera.

Chissà come mai oggi spesso si dice che chi spera si illude. Età cinica la nostra. Per carenza di presente?

***
PS. Domani Prof torna in Inghilterra!

mercoledì 4 giugno 2008

Pigmalione

Pigmalione era uno scultore. Un giorno, deluso dal comportamento delle donne, concepì l'idea di fare una statua della sua donna ideale. Prese da ogni donna che aveva conosciuto il meglio e scolpì una statua di bellezza straordinaria. Tanto era bella la statua che finì con l'innamorarsene: aveva tutte le perfezioni, ma gliene mancava una... la vita. Così chiese ad Afrodite di dare vita a quella statua. Un giorno provò a baciarla e la labbra della statua si fecero improvvisamente calde e morbide, abbandonando la freddezza marmorea. Quando la ragazza aprì per la prima volta gli occhi vide "assieme al cielo, colui che la ama".

A questa storia magistralmente raccontata da Ovidio (Metamorfosi, X) si ispira il cosiddetto "effetto pigmalione", cioè la capacità che abbiamo di fare accadere le cose in cui crediamo o non fare accadere quelle in cui non crediamo. A scuola è un effetto comprovato: a parità di condizioni di partenza, l'alunno in cui il prof crede, ha risultati migliori di quello in cui il prof non crede. Da come "guardiamo" (crediamo nelle) le persone dipende la possibilità di dare loro (più) vita. Il nostro sguardo deve sforzarsi di "confermare" chi abbiamo di fronte e il suo mondo, anche se non ci è simpatico. Solo lo sguardo amante della mamma e del papà confermano al bambino la sua importanza, la fiducia in sè e il desiderio di costruire qualcosa, che vede in anticipo negli occhi di chi lo ama. Un bambino privato di quello sguardo farà fatica per tutta la vita ad accettarsi come importante.

Il segreto della crescita di un legame (soprattutto educativo) è essere pigmalioni e provare a dare (più) vita a chi entra in contatto visivo con noi, perchè quello sguardo dica, in silenzio: è bello che tu esista.

PS. Solo a Pigmalione è stato concesso di sposare la donna ideale... e si tratta di una favola! Per i comuni mortali si tratta di rendere "ideale" (che non è, si badi bene, idealizzarla) una persona reale: insomma fare il contrario di Pigmalione, ma questa è un'altra storia...

giovedì 3 aprile 2008

Donchisciottescamente Prof 2.0

Un Prof (anche 2.0) non è altro che qualcuno che provoca le esistenze. Non le risolve.
Non dà risposte (magari qualcuna ogni tanto sì...), ma aiuta a porre le domande giuste. E poi sparisce, perchè non tocca più a lui. La strada verso casa è personale.
Dedicato in particolare ad alunni ed ex alunni, e soprattutto quelli che mi hanno detto che non hanno il coraggio di postare...