Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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giovedì 5 febbraio 2009

Trust the voice within

Confusione. Lo stato in cui si trova spesso un o una liceale. Numb: confuso, intorpidito, dicono i Linkin Park in una delle loro canzoni migliori. Lost: smarrito, abbandonato, dice Christina Aguilera, che poi continua: "if you're lost outside, just look inside your soul". Questi versi mi sono stati segnalati in un tema da un'alunna di cui riporto alcuni stralci:

"Se fuori sei perso, guarda solamente la tua anima" così canta Christina Aguilera nella canzone The voice within... Il testo è rivolto ad una ragazza, insicura e fragile perchè non si ritrova nei modelli dei suoi coetanei. Quante volte ci è capitato: nessuno riesce a comprenderci, ci sembra di essere intrappolati in un sistema, in un meccanismo a cui non si può sfuggire... Fare progetti? Inutile, tanto non si avverano mai. Avere dei sogni? Sono cose da bambini. Meglio lamentarsi, è così semplice. Il problema alla base di tutto il malessere che c'è tra i ragazzi è il non sapere più chi si è. Si cerca un'identità-stereotipo perchè non si riesce più a crearne una vera... Abbiamo paura di quello che siamo davvero, della verità... Per una volta abbassiamo il volume del mondo esterno e ascoltiamo il nostro cuore; solo così riusciremo a capire chi siamo davvero... Trust the voice within.

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il maestro è nell'anima e dentro all'anima per sempre resterà
Paolo Conte, Il maestro

domenica 21 settembre 2008

Pessimismo "comico"

Un collega mi racconta che un suo alunno all'esame di terza media commentando una poesia di Leopardi ha affermato che la composizione apparteneva al periodo cosiddetto del "pessimismo comico".
A parte il fatto che è una battuta geniale rispetto alla solita tiritera scolastica da antologia (e non è un caso che il ragazzo sia diventato un attore), ma coglie una verità profonda: se c'è una cosa che fa ridere è il pessimismo.
Fatevi una foto quando siete nella vostra fase più nera. Conservatela. Riguardatela a distanza di tempo o quando state per ricadere in quello stesso vortice oscuro: vi verrà da ridere. Le linee del viso contratte e tirate, il cipiglio cagnesco, la fronte aggrottata.
Vi verrà da ridere perché il pessimista fa ridere. Ridiamo di ciò che non conosciamo e sotto sotto ci turba. Ridiamo di noi quando portiamo maschere che un demone interiore ci costringe a indossare. E quella del pessimista è una delle maschere più comiche.
La risata che la vostra foto "pessimista" vi strapperà, strapperà via anche la maschera del pessimismo "cosmico" che state per indossare di nuovo e forse vi salverà da quella condizione innaturale: rende brutti, rovina il sonno e l'appetito, consuma le energie necessarie a venirne fuori e rende la vita agli altri meno piacevole.
Lo so che la domenica sta per finire e siete pessimisti sulla settimana che inizia. Non sarà il caso di farvi una foto?

martedì 15 aprile 2008

La "cinica" o la "rosea" realtà?

Pomeriggio. Ore 17. Prof 2.0 è nell'aula magna di un liceo pubblico di Palermo per un incontro con i ragazzi sul cinema contemporaneo dal titolo "L'amore è per sempre... Solo nei sogni?". Ci sono circa 150 volti caotici (il volto dei 15-16 anni), il volto su cui si combatte una battaglia meravigliosa e cruenta: la ricerca dell'ordine su quel volto. Ordine che una volta trovato consentirà alla bocca situata al centro di quel volto di pronunciare la magica parola "io", senza tremare e avere dubbi.
Prof 2.0 parla dell'amore secondo Moccia, secondo Muccino, secondo l'Italia del cinema che incassa di più (Notte prima degli esami, Come tu mi vuoi...) e, dopo aver "studiato" questi film si è convinto che il colpo di fulmine (risolto per lo più in una scopata) non basta a raccontare l'amore tutto intero. Prof 2.0 spera un amore più grande. Un amore il cui fondamento non è il colpo di fulmine, destinato a durare al massimo quanto il tuono che lo segue, un amore il cui obiettivo non è solo "mi fai stare da dio", ma "mi sforzo di farti stare da dio! Costi quel che costi, anche sofferenze, giorno per giorno e per sempre". Ma la parola "per sempre" divide i 150. Una compagine di agguerriti ottimisti e un gruppo di scatenati pessimisti. Gli uni affermano che la parola "per sempre" abbia senso, ma solo se la volontà e la fiducia hanno ancora un senso. Gli altri sostengono che bisogna partire dalla "cinica realtà" (nesso poeticamente postmoderno), che l'amore "per sempre" non si può neanche promettere, perchè non ci sono più certezze, tranne una: la morte. Prof 2.0 assiste felice e impara dalla rabbia degli uni e degli altri: tutti cercano l'amore tutto intero e se la prendono con un mondo che non ci crede più e non li aiuta a crederci, e si difendono o attaccano con l'ottimismo o il pessimismo ad oltranza. La "cinica realtà" o la "rosea realtà" degli splendidi quindicenni senza mezze misure ci obbligano a cercare, anche per loro, il giusto mezzo: la realtà e basta!