Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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mercoledì 30 aprile 2008

I porcospini di Schopenhauer

Prof 2.0 conosce persone bellissime, che stranamente non credono nella loro bellezza. Una di queste persone gli ha regalato questa immagine, presa a prestito dal filosofo.

I porcospini quando hanno molto freddo si raggruppano e si stringono l'uno a l'altro per riscaldarsi. Più si stringono più cominciano a sentire gli aculei dell'altro porcospino che li ferisce. E allora si separano. Ma torna il freddo e si riavvicinano. E di nuovo si feriscono. E si staccano. Provano e riprovano fino a trovare la giusta distanza per non ferirsi e per non morire di freddo.

Mi sembra un'immagine perfetta di molte relazioni infelici. Si cerca l'altro per vincere la propria solitudine, ma quando si scoprono gli aculei lo si lascia, perchè si cercava solo di vincere il freddo della propria solitudine. E ricomincia la ricerca, in un continuo illudersi e disilludersi che abbatte la speranza e infiacchisce la capacità di amare.

Forse il porcospino dovrebbe voler scaldare l'altro prima che sè stesso e accettare gli aculei che lo feriranno. Darà calore e si scoprirà a riceverne. Gradualmente aiuterà l'altro a smussare le punte e a trovare le giuste misure per amarsi, senza ferirsi troppo, perchè in amore forse ferirsi è inevitabile...

martedì 29 aprile 2008

I battiti delle palpebre

Qualche post fa Prof 2.0 sosteneva che le pagine, a differenza degli uomini, parlano con le orecchie (quelle che gli amici lasciano ai tuoi libri dopo averli letti). Ed ecco un'altra orecchiaccia riscoperta per caso su un libro prestato qualche tempo fa, che segnala queste righe:

"A proposito del versetto della Genesi: Ed Egli vide tutto ciò che aveva fatto e vide che era buono, mio padre una volta mi disse che il vedere di Dio non è il vedere dell'uomo. L'uomo vede solo tra i battiti delle palpebre. Non sa come è il mondo durante i battiti. Vede il mondo a pezzi, a frammenti. Ma il Padrone dell'Universo vede il mondo intero, integro. Quel mondo è buono. Noi vediamo in modo frammentario. Possiamo riuscire a vedere come Dio?"

Chi ha il coraggio di ricevere questo dono scopre che tutto, veramente tutto, è buono.

lunedì 28 aprile 2008

La commedia umana

Una ragazza sale su un taxi in una vorticosa giornata di lavoro, in cui nulla sembra andare per il verso giusto. Quando scende il tassista la richiama e le restituisce il cellulare che ha dimenticato sul sedile. Ringrazia. Lo mette in tasca. Sbuffa e spera che tutto questo finisca quanto prima. Poco dopo sta per fare una telefonata e si rende conto che quel cellulare, benché sia uguale, non è il suo. La ciliegina marcia su una torta già malriuscita: un cellulare da restituire. Sta per buttarlo via. Scorre distrattamente la rubrica: una sfilza di personaggi della politica e della finanza, che a conoscerne anche uno o due si sarebbe a cavallo... Riesce a risalire al proprietario: un influente e ricco uomo pubblico. Lo chiama. Lui meravigliato ringrazia. Le dice che viene a prendere subito il cellulare. Quando si presenta porta con sè un meraviglioso mazzo di rose. La porta dell’ufficio si chiude. I due cominciano a parlare e scoprono di avere molte cose in comune oltre ad un cellulare. È solo l’innesco di una storia d’amore, non da film, reale...
Nulla accade per caso. Ma troppo spesso dimentichiamo che siamo dentro una commedia, più o meno divina. Troppo impegnati a lamentarci della parte ricevuta per renderci conto del meraviglioso spettacolo che va in scena attorno a noi, i nostri sforzi sono dispersi a cercare una ragione o qualcuno a cui farne pagare la colpa, quando invece sarebbe, oltre che produttivo, anche più gratificante, cercare di tirare fuori il meglio di noi nella parte che abbiamo adesso. Ciò che conta sul palcoscenico è il come non il cosa: sia per amore a noi stessi, attori professionisti della vita, sia per rispetto del pubblico che ha pagato il biglietto dello spettacolo…

sabato 26 aprile 2008

Due personaggi (ritornano)

C'era una volta Ognigiorno. Non era uno da notare. Le sue giornate passavano senza grandi sorprese. Il suo lavoro era monotono. Una vita senza scosse, quella di Ognigiorno. Gli arrivò la lettera di Persempre, il suo miglior amico. Ne aveva perso le tracce a causa della guerra. Persempre era vivo e la lettera raccontava le tante vicende accadute da quando si erano separati e si concludeva così: "Aspettami. Persempre". Ognigiorno avrebbe voluto incontrare subito Persempre, ma disgraziatamente sulla busta non era segnato l'indirizzo. Da allora la vita di Ognigiorno non fu più la stessa, gli entrò nel cuore l'inquietudine dell'amico vicino, ma così misteriosamente lontano. Persempre continuava a mandargli lettere, senza il recapito e Ognigiorno, che le leggeva avidamente, non poteva neanche rispondere. Tutte si concludevano con la stessa frase: "Aspettami. Persempre". La vita di Ognigiorno cambiò, segnata dalla felice attesa della visita di Persempre. Però un bel giorno qualunque della sua vita, Ognigiorno si stancò di aspettare e si mise alla ricerca di Persempre seguendo le tracce dei timbri postali. Si ritrovò sotto il balcone di un bel palazzo bianco. Le persiane erano azzure ed aperte ed il vento faceva volare tende bianche. Ognigiorno rimase a guardare affascinato. Non c'era un portone sulla facciata del palazzo. Solo quella finestra azzurra. Ognigiorno si mise a urlare: "Persempre, Persempre", ma nessuno rispondeva. E Ognigiorno continuava a urlare "Persempre, Persempre". Nulla. E ancora una terza volta. Ma Persempre non apparve. Tornò a casa desolato. Lì trovò una lettera, diversa dalla altre: non era affrancata. La lesse: "Sono venuto a casa tua Ognigiorno, ma non ti ho trovato. Ritornerò. Aspettami. Persempre". Ognigiorno sorrise e continuò felice ad aspettare Persempre...

venerdì 25 aprile 2008

Living Room 2

L'arcipelago Living Room si ritrova per la seconda volta. Le isole, disperse per i flutti più o meno burrascosi della città, si raccolgono spinte da una misteriosa corrente e il soggiorno di Federico si trasforma di nuovo in Living Room. Il clima è polinesiano. Non mancano le torte. Non manca la birra. Non manca neanche il videoproiettore. Sì perchè questa sera la proiezione è su maxischermo a parete! Ci sono isole note e ci sono isole nuove, e formano un nuovo arcipelago, che, benchè non sia segnato sulle carte, è reale. Visione in anteprima della prima puntata di una nuova serie americana: Cashmere Mafia, che forse arriverà in Italia, un misto di Desperate Housewives e Sex & the city. Racconta la vita di 4 donne superpotenti che si barcamenano nella caotica e workaholica Manhattan. Il ritmo della puntata è travolgente, la tecnica narrativa sopraffina, ma tutto questo al servizio di un'immagine di donna che ha lasciato un po' perplessi i presenti, soprattutto il pubblico femminile. Ancora una volta le protagoniste sono donne che fanno di tutto per essere uomini. I presenti concordano sul fatto che manca a questa donna una qualità fondamentale: la maternità, non intesa come concreta realizzazione, ma come atteggiamento di fondo dell'essere donna. Accoglienza del mondo e delle persone e non volontà di dominio. A che prezzo le donne oggi sposano questo modello mascolino? E come mai gli uomini di contro sono rappresentati come fragili o cinici. Esiste una via di mezzo tra la donna-pantera e la donna-oca presentata nella serie? Esiste una via di mezzo tra l'uomo-panda e l'uomo-scorpione? E l'amore, quello semplice e quotidiano, dove è andato a finire?
Oscar della serata. Miglior dolce: ex-equo alla torta di carote di Elena e a quella di mele di Vanessa. Migliori amici: a Giorgio e moglie venuti da Magenta, dopo aver "sbolognato" il piccolo ai nonni (porti sicuri, indispensabili per la realizzazione dell'arcipelago). Miglior intervento: a Elena per il suo piglio simpatico e coraggioso, benchè sia la più giovane dell'arcipelago.
L'arcipelago Living Room si allarga. La prossima puntata probabilmente ruoterà ancora attorno al rapporto uomo-donna e all'amore raccontato tra favola e cinismo (avanti con le proposte). L'arcipelago non ha limiti (a parte la capienza del soggiorno di Federico...), fatevi avanti isole disperse nell'oceano cittadino, ma misteriosamente collegate da legami subacquei...

mercoledì 23 aprile 2008

Dall'isola all'arcipelago

Questo blog vuole essere un arcipelago e grazie a tutti voi, anonimi e non, lo è già.
L' Arcipelago 2.0. Non si trova sulle carte, ma è reale.

martedì 22 aprile 2008

Requiem per una valigia

Prof 2.0 torna nella fredda e piovosa Milano in una giornata dai contorni epici. Scalo a Roma e sortita a Loreto per incontrare il papà delle Winx per proporgli un cartone animato da realizzare. Di corsa all'aeroporto di Ancona con una compagnia very-low-cost (aereo da 20 posti con eliche e mono-hostess) in direzione Milano. E poi la lunga e inutile attesa accanto ad un nastro che ipnoticamente scorre senza portare dagli inferi la valigia di prof 2.0. E così la zona dell'aeroporto per il ritiro bagagli si trasforma in un vero e proprio giudizio finale. Dagli inferi le valigie vengono sputate nel mondo dell'aldiqua e anime vaganti se ne appropriano come fossereo i loro corpi. Un'ora. Nulla. Prof 2.0 si avvia mestamente alla sezione "Lost and Found". Una folla di anime dannate lo accompagna. Prevale l'aspetto Lost su quello Found. Un giapponese ha in mano un microportatile. Gli è rimasto solo questo. Aveva tutto nella valigia, anche il passaporto e l'indirizzo dell'albergo dove doveva alloggiare. E' un'anima senza corpo. Solo il suo micro-pc assicura la sua esistenza, ma a giudicare dalla disperazione dipinta sul volto sembra che questo non basti. Valigie perdute. Corpi perduti. Anime in pena. Anime vaganti. Prof 2.0 sporge la denuncia e torna mestamente a casa, senza il suo corpo, come un'anima che lo ha lasciato sulla terra. Sul trenino che lo porta verso casa si scopre triste per ciò che è accaduto. Poi però capisce che non ne vale la pena. Il Giapponese senza corpo sta peggio di lui. E poi la valigia contiene vestiti. E così compie un rituale catartico: un funerale per ogni capo di vestiario perduto. Lo interroga. Lo giudica per il servizio prestato. Lo ringrazia e gli dice addio. Quando scende dal treno è libero e felice. Ha elaborato il lutto. E se la valigia dovesse tornare, sarà come riaccogliere degli amici che credeva perduti...

domenica 20 aprile 2008

Educazione & Media

Un bimbo di 3-4 anni folleggia durante la Messa, facendo impazzire la mamma, che cerca di sedarlo con sussurri, promesse, sorrisi. Ma è tutto inutile. Il bimbo si lamenta perchè vuole andare via. Ad un tratto la mamma sbotta e stizzita gli dice:
- Se non la smetti non ti permetto di vedere i cartoni animati!
Il figlio si blocca un attimo. Sembra avere incassato il colpo. Poi esclama candido:
- Se non andiamo via io non ti faccio vedere il grande fratello e a papà la partita.

Non fa una grinza. Il bimbo educa i genitori attraverso i media...

In crescendo

Compleanno di mamma-ER. In 9 attorno ad un tavolo, anzi 10 perchè la moglie di fratello-walkertexasranger è in attesa di un bimbo. Sorella-sex&thecity, sorella-lost, sorella-desperatehousewife hanno preparato un menu indimenticabile. Prof 2.0, negato ai fornelli, si è limitato a gonfiare palloncini a forma di cuore e a spargerli per il soggiorno. La moglie di fratello-wlakertexasranger ha una nausea continua, ma nonostante questo non ha perso l'appetito. Alla domanda se il bimbo di quasi 5 mesi scalci nel pancione risponde: "No, è come un frullino, come un gatto che fa le fusa". Ha già una sua canzone il piccolo di 5 mesi, che papà e mamma gli cantano spesso. Ha già una foto il piccolo di 5 mesi, in bianco e nero, formato ecografia. Ha già uno zio che gli dedica un post sul blog il piccolo di 5 mesi. Ha già migliaia di altre cose il piccolo di 5 mesi pronte per lui, preparate chissà da quanto tempo da altre vite.
Mamma-ER compie gli anni. Il piccolo compie i mesi. E tutti, attorno allo stesso tavolo, danno e ricevono pezzi di vita in una trama in cui la vita è data e ricevuta senza tassi di interesse. E benchè non ci siano tassi, più passa il tempo più questa vita si ingradisce misteriosamente.

venerdì 18 aprile 2008

Piccola storia d'amore

C'era una volta Nessuno. Un giorno incontrò Nulla. Nulla era bella ed unica, ma solo Nessuno era stato capace di accorgersene e se ne innamorò. Le disse che era proprio un bel Nulla. Nulla gli credette e cominciarono a frequentarsi. Un giorno Nessuno regalò un anello a Nulla che accettandolo gli disse che grazie a lui era Qualcosa. Ne fu felice Nessuno e rispose che al solo starle vicino diventava Qualcuno. Da quel giorno Nulla e Nessuno non furono più sè stessi: Qualcuno viveva per Qualcosa e Qualcosa per Qualcuno. E sembra che così vissero felici e contenti...

giovedì 17 aprile 2008

Nonna 2.0

Prof 2.0 ha una nonna di 92 anni. Ferma a letto da quando è stata colpita da un ictus. Passa la giornata tra il letto e una poltrona sulla quale Mamma-ER, Papà-CSI, le tre sorelle e qualcun'altro la depongono come fosse un cristallo fragile. E' stanca. Ha molti dolori. Si lamenta. Sorride delle gioie dei figli e dei nipoti. Se ne sta lì rannicchiata come un bambino nel pancione della mamma e sembra quasi che voglia ri-nascere da un momento all'altro. Gli anziani ridiventano bambini: non sono autosufficienti, si lamentano, piangono, sbavano... ma a differenza dei bambini hanno una vita intera tatuata sulla pelle. La vita di Nonna 2.0 sembra tutto tranne che 2.0. E' totalmente nelle mani di altri. Non ha e non può avere iniziative. Tutti quelli che gli stanno accanto sono chiamati a prenderle queste iniziative. E così le loro vite diventano 2.0.
Per questo la nonna è 2.0 più di tutti.

mercoledì 16 aprile 2008

Tre sorelle

Prof 2.0 ha un privilegio che non tutti possono permettersi.
Ha 3 sorelle: sorella - sex&thecity, sorella - lost, sorella - desperatehousewife.
Ci sono almeno 20 buoni motivi per ritenerlo un privilegio:
  1. ne hai sempre una da consolare
  2. ne hai sempre una da buttare giù dal letto
  3. ne hai sempre una che ti accompagna quando sei a piedi
  4. ne hai sempre una che ti aiuta a sparecchiare
  5. ne hai sempre una da prendere in giro
  6. ne hai sempre una da affogare
  7. ne hai sempre una a cui fregare qualcosa che ti serve
  8. ne hai sempre una che ti passa gli mp3
  9. ne hai sempre una che ti fa ridere
  10. ne hai sempre una che ti fa preoccupare
  11. ne hai sempre una da far conoscere ad un tuo amico
  12. ne hai sempre una che un tuo amico vuole conoscere
  13. ne hai sempre una che non la capisci e non sai cosa fare
  14. ne hai sempre una che ti capisce e sa cosa fare
  15. ne hai sempre una che ti spiega una cosa che non sai
  16. ne hai sempre una che ascolta quello che dici
  17. ne hai sempre una che ti scrive una email
  18. ne hai sempre una con cui chattare
  19. ne hai sempre una che occupa il bagno perchè deve truccarsi
  20. ne hai sempre una che è tua sorella
Prof 2.0 ha ricevuto tanti doni dalla vita, ma senza le 3 sorelle non sarebbe vita la sua.

Due personaggi

Commento di Anonimo al post precedente che merita la prima pagina:

"L'amore per me è la dialettica di due personaggi:

OGNI GIORNO costruisce PER SEMPRE
e
PER SEMPRE fa costruire OGNI GIORNO"

PS. E quando OGNIGIORNO si stanca di costruire?
E quando PERSEMPRE smette di dirigere i lavori?

martedì 15 aprile 2008

La "cinica" o la "rosea" realtà?

Pomeriggio. Ore 17. Prof 2.0 è nell'aula magna di un liceo pubblico di Palermo per un incontro con i ragazzi sul cinema contemporaneo dal titolo "L'amore è per sempre... Solo nei sogni?". Ci sono circa 150 volti caotici (il volto dei 15-16 anni), il volto su cui si combatte una battaglia meravigliosa e cruenta: la ricerca dell'ordine su quel volto. Ordine che una volta trovato consentirà alla bocca situata al centro di quel volto di pronunciare la magica parola "io", senza tremare e avere dubbi.
Prof 2.0 parla dell'amore secondo Moccia, secondo Muccino, secondo l'Italia del cinema che incassa di più (Notte prima degli esami, Come tu mi vuoi...) e, dopo aver "studiato" questi film si è convinto che il colpo di fulmine (risolto per lo più in una scopata) non basta a raccontare l'amore tutto intero. Prof 2.0 spera un amore più grande. Un amore il cui fondamento non è il colpo di fulmine, destinato a durare al massimo quanto il tuono che lo segue, un amore il cui obiettivo non è solo "mi fai stare da dio", ma "mi sforzo di farti stare da dio! Costi quel che costi, anche sofferenze, giorno per giorno e per sempre". Ma la parola "per sempre" divide i 150. Una compagine di agguerriti ottimisti e un gruppo di scatenati pessimisti. Gli uni affermano che la parola "per sempre" abbia senso, ma solo se la volontà e la fiducia hanno ancora un senso. Gli altri sostengono che bisogna partire dalla "cinica realtà" (nesso poeticamente postmoderno), che l'amore "per sempre" non si può neanche promettere, perchè non ci sono più certezze, tranne una: la morte. Prof 2.0 assiste felice e impara dalla rabbia degli uni e degli altri: tutti cercano l'amore tutto intero e se la prendono con un mondo che non ci crede più e non li aiuta a crederci, e si difendono o attaccano con l'ottimismo o il pessimismo ad oltranza. La "cinica realtà" o la "rosea realtà" degli splendidi quindicenni senza mezze misure ci obbligano a cercare, anche per loro, il giusto mezzo: la realtà e basta!

lunedì 14 aprile 2008

Mamma-ER

Alle latitudini natali di Prof 2.0 l'affetto si misura dalla quantità/qualità di cibo preparato. Mamma-ER non sfugge a questa legge e così prepara pranzi indimenticabili, cioè diventa letteralmente impossibile dimenticare cosa hai mangiato, nelle 12-24 ore successive. Ma la famiglia 2.0 dà soddisfazione all'affetto fatto primo - secondo - terzo - ecosìvia - contorno - dolce - frutta - caffè - amaro - pennica, perchè l'affetto oltre che darlo bisogna saperlo ricevere...
Mamma-ER è ER perchè è come un pronto soccorso di emergenza. Ha un marito, sei figli, almeno il doppio di nipoti e una scuola da dirigere. Risolve problemi (anche se ne crea altrettanti perchè non sa stare ferma ed è affetta dal complesso di Atlante) di tutti i tipi: cardiologici, psichiatrici, ortopedici... perchè c'è sempre in casa e fuori casa un cuore, una testa, delle ossa da curare... Fa la spesa, cucina, accudisce la mamma allettata (Nonna 2.0)... E come accade in ER corre a destra e sinistra senza mai fermarsi per rianimare qualcuno. E la sera, quando pensi che sia l'ora di staccare, la trovi ancora al computer a scrivere qualche riga su argomenti educativi.
Mamma-ER fa la pasta al forno (piatto tipico locale) e 10 minuti dopo scrive di relazione autentica all'interno della coppia...
Mamma-ER fa venire in mente quel proverbio ebraico: "Dio non poteva arrivare dappertutto e pertanto creò le mamme".
Ma Dio come farà mai a stare dietro a tutte le mamme che ha creato?

domenica 13 aprile 2008

Condotta

Quando Prof 2.0 ha aperto il blog non pensava di ricevere regali come questo commento:

"Ogni relazione umana autentica è dialogo.
Con il mondo (ed è poesia),
con gli altri (ed è amore),
con la cultura (ed è intelligenza),
con la natura (ed è contemplazione)
con Dio (ed è preghiera),
ma aggiugo io, ha bisogno di un cuore"

La classe 2.0 comincia a diventare affollata e caotica. E questo piace. Ma un buon voto in condotta rimane un requisito indispensabile per passare l'anno... Da oggi gli alunni 2.0 avranno questa regola di condotta: entrare in dialogo con tutto e tutti, trasformando tutto in poesia, amore, intelligenza, contemplazione e (per chi vorrà) preghiera. Solo le relazioni umane autentiche danno la felicità, quindi sembra una condotta conveniente...
Comunque non c'è limite alle iscrizioni. L'unico requisito necessario per essere presi: un cuore.

PS. Nella classe 2.0 i prof imparano dagli alunni tanto quanto gli alunni dai prof.

sabato 12 aprile 2008

Otto sotto un tetto...

Prof 2.0 vola su quello che resta dell'Alitalia alla volta della sua città natale per ottemperare ai suoi doveri di cittadino votante. Non può influenzare le sorti del voto e quindi non esprime il suo (comunque ininfluente) parere. L'instabilità politica favorisce l'unità della famiglia 2.0. Come farebbe Prof 2.0, che ha un papà e una mamma, 2 fratelli e 3 sorelle più o meno sparsi sul territorio nazionale a riunirsi così spesso con l'intera famiglia se il governo non cadesse con questa frequenza? Certo ci somo mezzi meno traumatici per unire una famiglia, ma almeno qualcosa di unito resta... Ad accoglierlo nell'ordine: sorella-sex&thecity, fratello-happydays, sorella-desperatehousewife, papà-CSI, sorella-lost e dulcis in fundo mamma-ER. Manca solo fratello-walkertexasranger che si farà vivo domani...
Prof 2.0 non deve inventare nulla per creare i suoi personaggi...

venerdì 11 aprile 2008

Milano - Napoli: 30-14...

Dopo un pomeriggio di lavoro, con un amico si va a prendere una cioccolata in una giornata di ininterrotta pioggia milanese. Il mio amico decide di offrire. Siamo dentro un elegante e rinomato bar-pasticceria di Milano. Vicino a noi signore con lifting pericolanti confondono eventi quotidiani con la fine del mondo. Thè per lui. Cioccolata per me. Pasticcini. Conto. 30 euro in due. Non fa una grinza (il mio amico, non il conto...), perchè il mio amico è un signore come se ne trovano pochi in giro. Mi torna in mente che l'altro ieri ero con un altro amico in una pizzeria napoletana, rinomata anch'essa, ma senza troppe pretese di eleganza. Vicino a noi bambini, anziani, giovani... confondono la fine del modo con eventi quotidiani. Antipasto, pizza, birra, acqua. Conto. 14 euro in due. Anche in questo caso offre l'amico.
Molti penseranno che Prof 2.0 non fa altro che mangiare... ma la linea glielo permette. Altrettanti penseranno che Prof 2.0 è uno spilorcio... ma ha degli amici che gli vogliono troppo bene.
Conclusione: potete invitarmi a pranzi, cene, colazioni, merende senza problemi.
Si parlerà della fine del mondo e degli eventi quotidiani per quello che sono.
Però da Roma in su offrite voi...

giovedì 10 aprile 2008

Cuore di Prof

Un'alunna si lamenta perchè dopo essersi fatta avanti con un ragazzo lui è sparito.
Un alunno si lamenta perchè nello stesso giorno gli hanno sfondato il vetro della macchina e il lavandino si è otturato.
Un'alunna si lamenta perchè a casa qualcosa non va per il verso giusto.
Un alunno si esalta perchè ha avuto un pagellino da 8,2.

Prof 2.0 raccoglie mille pezzi di vita dolente o gioiosa. Prova a spiegare lo stile dei ragazzi timidi, ripara lavandini a distanza, asciuga una lacrima, raccoglie un sorriso... e quando non può o non deve fare nulla... ascolta.

Torna a casa con un puzzle da ricostruire e quando lo ha ricomposto, scopre che è l'immagine di un cuore. Un cuore che ogni giorno è costretto a dilatarsi... anche suo malgrado.

mercoledì 9 aprile 2008

Odissea nella giungla

Tornato nel freddo milanese, ripercorro gli appunti della memoria del breve soggiorno napoletano. E ritrovo una perla.

"Seduto con un caro amico, che mi guida per la città, al tavolaccio di una pizzeria di Spaccanapoli, dove sembra sempre la vigilia della finale dei mondiali, tra un boccone e l'altro di una Margherita che costa 3 euro e ne vale 300, mi sento raccontare questa storia:

Durante un'attività di volontariato in un paesino della giungla guatemalteca ho incontrato un ragazzo di 17 anni, molto sveglio. Aveva imparato da solo l'inglese leggendo un vocabolario che dei soldati americani gli avevano regalato. Ho fatto amicizia con lui e mi ha detto che aveva nostalgia dei libri letti a scuola, che aveva frequentato e dovuto abbandonare tempo addietro. Gli ho promesso che gli avrei regalato un libro. Mi ha chiesto di regalargli il libro più bello che avesse mai letto: l'Odissea. Ne trovai una copia malandata in un mercatino di una cittadina vicina e quando glielo portai sembrò illuminarsi come fosse il dono più prezioso che avesse mai ricevuto. "

Dopo cinque anni di liceo classico i nostri alunni non hanno letto l'Odissea per intero. E non la leggeranno mai. E non gliene frega niente. E c'è chi nella giungla la sceglie come regalo per poterla rileggere...

martedì 8 aprile 2008

The End

Prof 2.0 è a Napoli per una conferenza: “Aristotele va ad Hollywood. Perché andiamo al cinema?”. Parla (anzi straparla) del perché abbiamo fame di storie, perché il cinema è diventato il più importante luogo di divertimento e piacere estetico contemporaneo…
Coglie un po’ meglio la verità imparata sui libri di sceneggiatura: il successo di un film dipende dai suoi ultimi 20 minuti. Il film è il suo finale. Perché? Perché il finale di un film dà la risposta alla vita di un uomo che ti è stata raccontata fino a quel momento. E noi vogliamo sapere in anticipo se e come una vita vale la pena di essere vissuta. E siccome non possiamo farlo con la nostra vita, perché la stiamo vivendo, cerchiamo di fare l’esperimento con le vite degli altri. E le vite degli altri sono spesso quelle dei personaggi dei romanzi e dei film.
Insomma i film ben fatti dimostrano l’esistenza dell’aldilà: il personaggio ha cambiato sé e il mondo e gli effetti sono irreversibili, nel bene e nel male. Massimo l’ispanico muore ma Roma è libera, Wallace viene torturato a morte ma la Scozia è libera, Julianne non riesce a riconquistare l’ex fidanzato ostacolandone il matrimonio, ma ha imparato cosa vuol dire amare (Il matrimonio del mio miglior amico), Guido muore ma il figlio e la moglie sono salvi (La vita è bella), Truman scopre la verità ed esce dallo show televisivo, Michael diventa il nuovo Padrino ma a prezzo della sua innocenza iniziale, Riccardo III ha ottenuto il potere eliminando tutti i rivali, ma alla fine darebbe il suo regno per un solo cavallo, Anna Karenina ha tradito il marito ma si è ritrovata più sola di prima… Insomma nel finale di un film, di un romanzo, il personaggio riceve ciò che si è meritato – nel bene e nel male – con la sua vita. E i film più amati sono proprio quelli che rendono visibile questo “premio” di dannazione o redenzione. Il finale di un film è l’aldilà reso visibile nell’aldiqua: il senso di una vita intera spesa per qualcosa. Tutti vorremmo conoscere il finale della nostra vita. Il suo consuntivo: è valsa o non è valsa la pena? E cerchiamo risposte nelle vite dei personaggi con i quali ci identifichiamo.
E allora Prof 2.0 vuole lanciare un sondaggio: qual è il tuo finale preferito e perchè?

domenica 6 aprile 2008

Le pagine hanno le orecchie

Gli amici di Prof 2.0 godono di un privilegio. Possono maltrattare i libri che Prof presta loro. Segnare dei passi. Fare le "orecchie" sugli angoli delle pagine. Che direste di una camera da letto che non manifestasse la personalità di chi la abita? I libri non si leggono si vivono. E questo lo sa bene Sceneggiatrice Cuore Pensante (SCP) con la quale Prof sta scrivendo una commedia per il cinema, insieme anche a Sceneggiatore Testa di Nuvole (STN). SCP dopo una giornata di lavoro sulla sceneggiatura restituisce a Prof un libro prestato qualche tempo fa. Il libro è pieno di orecchie. SCP sa che non deve rimetterle a posto. Prof 2.0 torna a casa. Il libro è alto il doppio. Spiega, in senso fisico e non solo, le orecchiute pagine una ad una e su una di esse legge un pezzo di dialogo, un rabbino parla ad un artista in crisi creativa:

"Un artista che non riesce a esprimere la sua arte è come un Rabbì che ha perso la chiave del cancello che deve varcare per raggiungere il Padrone dell'Universo. Ma il nostro Rabbì ci ha insegnato che gli ostacoli ci vengono dati per rafforzare il nostro desiderio. Più una cosa è nascosta all'uomo, più egli la desidera, e maggiori sono le possibilità che un giorno egli la scopra. Pregherò affinchè presto tu possa superare questi ostacoli"

Non vale solo per l'arte.
E questi sono doni che solo le pagine orecchiute ti sanno fare.

venerdì 4 aprile 2008

Vantaggi della professione

In treno un ragazzo palestrato cellulareggia napoletanamente (rumoroso + teatrale + strappasorriso) con un amico/a per progettare la prossima vacanza (già adesso???):

“New Yorke…?
…che t’aggia a dice…chill… io preferirei Cuba. Sai com’è lì o mare…
Il Brasile allora lo abbiamo es(ssci)cluso… O’ veramente? E pure Tokyo. Megli’accussì! Vabbo jà.
Forse sai cosa? Il Sud Africa. Mi issscipira Gioannesbùrg. Dice che c’ha o mare cchiu belle...
Vabbè mo' ch'arrivo decidiamo…"

Prof 2.0 non può non ascoltare. Sembra stranamente soddisfatto. Sul volto di altri vicini si dipinge un sentimento scientificamente definito “invidia minimizzante”. Prof. 2.0 no.
Guadagna 1000 euro al mese, come tutti i prof (2.0 e non).
Non deve porsi il problema di scegliere… Sono i vantaggi di questo mestiere!
Anche se una capatina a "Gioannesbùrg" ce la farebbe volentieri se è vero quello che si dice in giro…

giovedì 3 aprile 2008

Donchisciottescamente Prof 2.0

Un Prof (anche 2.0) non è altro che qualcuno che provoca le esistenze. Non le risolve.
Non dà risposte (magari qualcuna ogni tanto sì...), ma aiuta a porre le domande giuste. E poi sparisce, perchè non tocca più a lui. La strada verso casa è personale.
Dedicato in particolare ad alunni ed ex alunni, e soprattutto quelli che mi hanno detto che non hanno il coraggio di postare...

mercoledì 2 aprile 2008

Il punto di vista delle cose (Brevi storie d'amore e disamore) - 5

Avremmo dovuto parlare. Ma di cosa poi, se i corpi erano le nostre parole? Che te ne fai della materia aerea delle parole se la parola è il tuo corpo? Non ricordo se tra noi ci sia mai stato un momento in cui coincisero i corpi con le anime e nel vedere l’uno vedevamo l’altra. E rimanemmo insieme proprio per questo: a cercare e ricercare quella trasparenza, che ci era stata promessa dall’amore. Ma senza cambiare ricetta. Quando mi guardò come fa una sconosciuta non mi stupii, né sentii il pungiglione del dolore. Si era compiuta la traiettoria. Prima di sparire tra le lacrime chiese:
Chi sei veramente?
Non risposi.
Mi limitai a fare quello che fa uno SPECCHIO. Riflette, persino il vuoto che ha di fronte.
FINE

PS. Tanti hanno identificato l'oggetto in cose diverse. C'è chi ha pensato si trattasse della "vita". E questo è stato un dono per me...

martedì 1 aprile 2008

Il punto di vista delle cose (Brevi storie d'amore e disamore) - 4

Incoraggiato da un post che sta alimentando un'interessante riflessione e discussione ecco un'altra storia... (vediamo chi indovina di cosa si tratta questa volta)

I

La fissavo. Erano anni che quella consuetudine era diventata insopportabile. Ci eravamo sposati sulla foga della passione: all’attivo avevamo solo la convinzione di essere fatti l’uno per l’altra. Ero stato superficiale, e lo sono rimasto. Quando la scoprivo di fronte a me in silenzio avevo paura. Non avrei mai pensato potesse diventarmi sconosciuta. Ne conoscevo ogni centimetro e ogni difetto nascosto in quel centimetro. Eravamo stati spudorati, sin dall’inizio, abituandoci ai nostri corpi da subito. Consumammo tutta la nostra superficie rapidamente, fiammiferi i nostri corpi, fumo la combustione delle nostre anime.
Era insoddisfatta. Ma quando me ne accorsi era già troppo tardi. Ero così diverso da quello che lei aveva immaginato, da quello che lei voleva, e se ne accorse quando il fuoco della passione, che tutto aveva coperto, tutto mise in luce con crudeltà, come solo il tempo sa fare.
(fine prima puntata)