
Nella festa di oggi, domenica delle palme, è evidente una debolezza per l'asino. Sì, l'asino. Infatti ha il coraggio di entrare trionfante a Gerusalemme acclamato come un re, dalla stessa folla che in settimana lo farà fuori, a dorso di asino. Niente purosangue, niente stalloni di razza. Solo un asino, che lui stesso aveva indicato ai suoi di prendere in prestito da un amico. Lo aveva scelto. Non glielo avevano dato per caso. Aveva voluto quello lì. Si vede che gli era rimasto qualche ricordo della mangiatoia o della fuga in Egitto, in cui l'asino è fedele compagno della famiglia di Gesù, che si sarà divertito a cavalcarlo sin da bambino o a giocarci e, perché no, a fargli qualche scherzo.
Insomma come sempre nell'unica buona notizia che ci sia stata data negli ultimi duemila anni c'è una buona notizia anche per gli asini. Sono prediletti di Dio.
E i prof dovrebbero ricordarselo!