C'era una volta Ognigiorno. Non era uno da notare. Le sue giornate passavano senza grandi sorprese. Il suo lavoro era monotono. Una vita senza scosse, quella di Ognigiorno. Gli arrivò la lettera di Persempre, il suo miglior amico. Ne aveva perso le tracce a causa della guerra. Persempre era vivo e la lettera raccontava le tante vicende accadute da quando si erano separati e si concludeva così: "Aspettami. Persempre". Ognigiorno avrebbe voluto incontrare subito Persempre, ma disgraziatamente sulla busta non era segnato l'indirizzo. Da allora la vita di Ognigiorno non fu più la stessa, gli entrò nel cuore l'inquietudine dell'amico vicino, ma così misteriosamente lontano. Persempre continuava a mandargli lettere, senza il recapito e Ognigiorno, che le leggeva avidamente, non poteva neanche rispondere. Tutte si concludevano con la stessa frase: "Aspettami. Persempre". La vita di Ognigiorno cambiò, segnata dalla felice attesa della visita di Persempre. Però un bel giorno qualunque della sua vita, Ognigiorno si stancò di aspettare e si mise alla ricerca di Persempre seguendo le tracce dei timbri postali. Si ritrovò sotto il balcone di un bel palazzo bianco. Le persiane erano azzure ed aperte ed il vento faceva volare tende bianche. Ognigiorno rimase a guardare affascinato. Non c'era un portone sulla facciata del palazzo. Solo quella finestra azzurra. Ognigiorno si mise a urlare: "Persempre, Persempre", ma nessuno rispondeva. E Ognigiorno continuava a urlare "Persempre, Persempre". Nulla. E ancora una terza volta. Ma Persempre non apparve. Tornò a casa desolato. Lì trovò una lettera, diversa dalla altre: non era affrancata. La lesse: "Sono venuto a casa tua Ognigiorno, ma non ti ho trovato. Ritornerò. Aspettami. Persempre". Ognigiorno sorrise e continuò felice ad aspettare Persempre...
Sogni
5 anni fa