Supponete di trovarvi in cammino verso casa mentre piove, assorti con il pensiero nelle questioni del vostro lavoro. Le strade e le case vi scorrono accanto senza che voi la notiate; anche le persone scorrono accanto; insomma, nulla invade i vostri pensieri eccetto i vostri interessi e le vostre ansietà. Poi, improvvisamente, il sole esce dalle nubi e un raggio di luce illumina tremulo un vecchio muro di pietra al bordo della strada. Voi date una occhiata al cielo e alle nuvole che si sparpagliano, e un uccello esplode nel canto in un giardino di là dal muro. Il vostro cuore si colma di gioia e i vostri pensieri egoistici si dissipano. Il mondo vi sta davanti, e voi siete contenti del solo guardarlo lasciandolo così come esso è. Avete fatto esperienza del mondo come dono.
Roger Scruton, "La bellezza e il sacro"
Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?
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domenica 17 gennaio 2010
Zibaldino domenicale
martedì 8 dicembre 2009
La vita è una passeggiata... 1

lunedì 30 novembre 2009
Battaglie

domenica 25 ottobre 2009
Zibaldino domenicale

La sola scelta che abbiamo è su che cosa adorare. E forse la più convincente ragione per scegliere qualche sorta di dio o una cosa di tipo spirituale da adorare è che praticamente qualsiasi altra cosa in cui crederete finirà per mangiarvi vivo.
Se adorerete il denaro o le cose, se a queste cose affiderete il vero significato della vita, allora vi sembrerà di non averne mai abbastanza. È questa la verità.
Adorate il vostro corpo e la bellezza e l’attrazione sessuale e vi sentirete sempre brutti. E quando i segni del tempo e dell’età si cominceranno a mostrare, voi morirete un milione di volte prima che abbiano ragione di voi.
Adorate il potere, e finirete per sentirvi deboli e impauriti, e avrete bisogno di avere sempre più potere sugli altri per rendervi insensibili alle vostre proprie paure.
Adorate il vostro intelletto, cercate di essere considerati intelligenti, e finirete per sentirvi stupidi, degli impostori, sempre sul punto di essere scoperti [...]"
domenica 27 settembre 2009
D è D

D scrisse (in contemporanea con Delitto e Castigo) Il giocatore, uno dei punti di riferimento della sua narrativa, per pagare dei debiti che aveva contratto proprio per il vizio del gioco d'azzardo. Lo scrisse dettandolo a colei che sarebbe diventata la sua fidanzata (al contrario di quanto accade nel romanzo, in cui il gioco distrugge la vita del protagonista e il suo grande amore). D è D perché non c'è una riga, una pagina che non gli siano costate vita e che dalla vita non sgorghino.
La scrittura prepara ai fatti, ci mette in dialogo con quei personaggi che ci portiamo dentro e che dobbiamo o vogliamo imparare a conoscere, guardare in faccia senza paura, scongiurare, comprendere, abbracciare, redimere...
***
venerdì 25 settembre 2009
Letture

BIANCO: Perché? Pensa che mi potrebbe parlare?
NERO: No, non credo. Ma io che ne so.
BIANCO: Non sono abbastanza virtuoso.
NERO: No, professore. Non c'entra niente. Non si tratta di essere virtuosi. Si tratta di stare zitti. Non è che posso mettermi nei panni del Signore, ma l'esperienza mi porta a credere che lui parla a quelli che l'ascoltano. E non c'entra un accidente se sono virtuosi o no.
lunedì 21 settembre 2009
Ri-letture

«Certo» rispose la vecchia. «Anche loro devono morire e la lunghezza della loro vita è più breve della nostra. Noi possiamo arrivare fino a trecento anni, quando però non viviamo più diventiamo schiuma dell'acqua, non abbiamo una tomba tra i nostri cari; non abbiamo un'anima immortale e non vivremo mai più: siamo come le verdi canne che, una volta tagliate, non rinverdiscono! Gli uomini invece hanno un'anima che continua a vivere, vive anche dopo che il corpo è diventato terra; sale attraverso l'aria fino alle stelle lucenti! Come noi saliamo per il mare e vediamo la terra degli uomini, così loro salgono fino a luoghi bellissimi e sconosciuti, che noi non potremo mai vedere!».
«Perché non abbiamo un'anima immortale?» chiese la sirenetta tutta triste «io darei cento degli anni che devo ancora vivere per essere un solo giorno come gli uomini e poi abitare nel mondo celeste!».
«Non devi neanche pensare queste cose!» esclamò la vecchia. «Noi siamo molto più felici e stiamo certo meglio degli uomini».
«Allora io devo morire e diventare schiuma del mare e non sentire più la musica delle onde, o vedere i bei fiori e il sole rosso! Non posso fare proprio nulla per ottenere un'anima immortale?».
«No» rispose la vecchia. «Solo se un uomo ti amasse più di suo padre e di sua madre, e tu fossi l'unico suo pensiero e il solo oggetto del suo amore, e se un prete mettesse la sua mano nella tua con un giuramento di fedeltà eterna; solo allora la sua anima entrerebbe nel tuo corpo e tu riceveresti parte della felicità degli uomini. Egli ti darebbe un'anima, conservando sempre la propria».
martedì 15 settembre 2009
Un gigante mingherlino

Avevo solo 16 anni, ma fu chiarissimo, quando non lo vidi più per i corridoi della scuola, che il testimone era passato a noi.
Adesso toccava a noi sorridere in quel modo.
"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici"
Così hanno scritto sulla sua tomba.
lunedì 7 settembre 2009
Su una panchina di Londra

Capita in questi casi, a sapere ascoltare, di sentirsi nuovi.
Ascoltare il grado zero di sé, senza sovrastrutture.
Capita in modo direttamente proporzionale alla distanza dai luoghi d'origine, dove si attenuano - quasi sino a sparire - gli schemi consueti per interpretare gli altri e il mondo, anche se gli altri parlano ai tavoli dei bar come in tutto il resto del mondo.
E puoi essere il più strano di tutti: non attiri l'attenzione, perché non sai cosa è strano.
E puoi essere il più normale di tutti: non attiri l'attenzione, perché non sai cosa è normale.
Chi sei tu al grado zero?
Rischi di scoprirlo solo se ti decentri.
Ricordati però che quello è l'innesco, poi tocca a te, dentro di te.
Per questo viaggi nei luoghi, nei libri, negli occhi degli altri, ma questo non basta.
Viaggiare è la forma più raffinatamente materialista della vita spirituale. Quel che oggi a molti resta per entrare in dialogo con sé stessi e quindi per trascendersi.
Cambiano cielo, non anima, quelli che corrono di là dal mare.
Che gioia potersi sedere su questa panchina tutti giorni, almeno mezz'ora...
mercoledì 1 luglio 2009
A immagine e somiglianza di chi?

Non avrai altro Dio all'infuori di me.
E la cosa che più mi rattrista di tutta questa vicenda è che l'idolo, come accade a tutti gli idoli, è stato divorato dai suoi adoratori, in un banchetto che prevedeva ben 50 nuovi concerti...
"Avere amici è difficile. A volte esco da solo di notte sperando di incontrare qualcuno con cui parlare"Michael Jackson, 2003
giovedì 25 giugno 2009
Dio non c'è, Dio non mi vuole

"Dio non c'è, Dio non mi vuole"
Perché facciamo così fatica a trovare chi è più intimo a noi di noi stessi?
Perché non riusciamo a percepire colui che conosce la nostra oscurità e solitudine meglio di noi stessi e la ama più di noi stessi?
Perché noi che a tutti i costi vogliamo amare non troviamo l'Amore?
Un amore cresce solo se gli diamo spazio e tempo.
E la solitudine del silenzio che non riusciamo a sopportare è la porta dietro cui si nasconde Dio.
Dio non solo c'è. Dio c'è per me.
Dio non solo mi vuole. Dio mi vuole bene.
Ma come in ogni amore ci vuole il coraggio di dire: metto la mia vita nelle tue mani.
Ci vuole il coraggio di sostare davanti a quella porta e bussare.
mercoledì 17 giugno 2009
Maturità è un elemento imprescindibile...
Da una mail di una collega conosciuta tramite il blog, dedicata a tutti i maturandi, in questo momento di sofferenza...
martedì 16 giugno 2009
Il peso della firma
Firmiamo continuamente senza rendercene conto.
La mia prima giustificazione scolastica da diciottenne.
La correzione del primo compito da professore.
Il registro dei testimoni per il matrimonio di mio fratello.
Oggi: il contratto per il mio romanzo, che uscirà con Mondadori a gennaio.
Tutte queste firme le ricorderò, perché nome e cognome per esteso, al momento della firma, pesavano quanto la vita che c'era dietro. Pesa nel ricordo la vita che pesa.
Il nome e cognome pesano quando ci si prende delle responsabilità, cioè quando si risponde alle chiamate della vita con un bel: Eccomi! Sottoscrivo! Come durante l'appello a scuola...
Invece l'anonimato è, oltre che insostenibilmente leggero, troppo comodo e assai spesso mortifero... Un alunno che risponde all'appello poco convinto perderà quella giornata. Un amore che diventa anonimo muore.
Sarà per questo che alla fine della vita sarà consegnato a ciascuno un sassolino bianco con su scritto il proprio vero nome?
domenica 14 giugno 2009
Le eccessive piccolezze
E lo dice Leopardi, che era pessimista, come ci hanno fatto credere a scuola...
venerdì 12 giugno 2009
Piccoli uomini e donne crescono

Dovreste vederli come sono eleganti. Per una pizza.
Si parla di tutto.
Dal gusto del gelato ai libri per le vacanze.
Dal colore che ha la notte al profumo dell'estate che comincia.
Dalla paura delle strade buie al colore della libertà.
Dovreste vederli affacciarsi dalla finestra del futuro, con gli occhi pieni di gioia.
Il loro cuore vibra, un cuore pieno di paure e incertezze, ma un cuore vivo.
Un anno di scuola si spegne nel letto di una notte che culla tutti questi cuori.
Oggi abbiamo tutti un anno.
Dovreste vederli.
martedì 9 giugno 2009
Estati indimenticabili
Il dialogo con la Lettricesedicenne del post del 7 giugno continua, alla mia domanda: "A che punto sei della tua ricerca?", così risponde:
"Che bella domanda! Sono ancora al 20%... di strada ne ho tanta da fare... ma, al contrario di tanti che arrivati a 50 anni ancora non sanno cosa faranno da grandi, almeno io so quello che mi piace, quello che mi affascina e mi appassiona.
Sono a un punto della mia ricerca in cui mi appassiona sentire parlare chi ha tanta cultura, vorrei averne anche io da vendere... E sto cercando di acquisirla.
Sono a un punto della mia ricerca in cui ho voglia di fare e scoprire cosa si nasconde dietro quelle attività che mi piacciono di più come recitare a teatro, cosa che faccio da 4 anni, e che ogni anno mi forma, mi stupisce, mi fa felice e mi arricchisce sempre di più.
Sono a un punto della mia ricerca in cui scopro ancora passioni che non pensavo di avere nascoste dentro di me, come la fotografia. E' un'emozione bellissima immortalare qualcosa che solo nella frazione di secondo in cui la catturi è in quello stato... perché si evolve continuamente; è bellissimo fotografare una persona che con un semplice movimento, una semplice espressione del viso ti sta trasmettendo un'emozione, la stessa che probabilmente arriverà a chi guarderà la foto.
Sono a un punto della mia ricerca in cui credo proprio che quest'estate non sarà solo relax e divertimento, ma sarà anche l'approfondimento di tutto quello che voglio sapere sulla fotografia, sul cinema, sul teatro...cose (teatro a parte) che quasi mai posso fare d'inverno.
Sarà un estate in cui divorerò più libri possibile, visto che finora non ho letto moltissimo, purtroppo... ma da poco ne ho capito la vera importanza (anzi, se ne hai qualcuno da consigliarmi, insieme a qualche film, mi saresti molto d'aiuto).
Insomma sono a un punto della mia ricerca in cui sono attirata da molte cose... un po' tutto è da vedere".
Cara Lettricesedicenne la tua ricerca sta ponendo le domande giuste e ti aspetta un'estate indimenticabile di scoperte e magari risposte...
ps. questo blog lo fate voi, sempre di più. Grazie!
lunedì 25 maggio 2009
Consigli di mamma
Più che di felicità, oggi abbiamo bisogno di speranza.
La speranza è la qualità imprescindibile per una vita 2.0.
domenica 10 maggio 2009
Alunni poco concentrati?

"Tuttavia, le espressioni della vita vengono spesso considerate ingombranti in un quadro pedagogico. Così, un alunno che «sogna» in classe si espone a dure critiche. Gli si rimprovera di «non essere concentrato», con il pretesto che invece di appassionarsi alla moltiplicazione, al teorema di Talete o alle integrazioni di funzioni, pensa alle sue prossime vacanze, ai suoi primi idilli, ai conflitti che lo contrappongono ai genitori, al disaccordo con il suo migliore amico ecc.
Forse ci si dovrebbe piuttosto congratulare con lui? Ecco un alunno sano che non dimentica di vivere! Ma soprattutto, l’idea della «mancanza di concentrazione» mi pare inappropriata. Mi sembra invece che se un alunno prova il bisogno di immergersi nelle sue «fantasticherie», è spesso perché la materia studiata lo porta troppo lontano da lui stesso. Pensando alla propria vita, alle proprie emozioni, si concentra su se stesso: si ricentra. Così, non si dovrebbe dire che un alunno non riesce a concentrarsi, ma che non riesce a decentrarsi, ad allontanarsi da ciò che è per interessarsi alla lezione.
La tradizione, che contrappone ragione e sentimenti, emozioni e pensiero, «vera vita» e intelletto, è assai resistente. Il ragionamento intellettuale sarebbe per essenza freddo e privo di passione. Ricordo che questo principio costituiva il postulato di base di un test destinato a «misurare il quoziente intellettivo» dei bambini. Si sottoponeva loro un brano che narrava nei minimi particolari delle storie sgradevoli (di malattie, di incidenti, di feriti, non ricordo con precisione). Il bambino doveva lavorare su tale brano - riassumerlo, o forse rimettere le frasi in ordine, anche questo, curiosamente, l’ho scordato. Dato che, come giovane tirocinante psicologa, mi stupivo di quegli orrori, mi spiegarono che tutto l’interesse della prova stava proprio nel carattere sgradevole del brano: si trattava di testare la facoltà del bambino di prescindere dalle proprie emozioni per continuare a riflettere!
Che senso ha immaginare che il pensiero fiorisca quando la vita si ferma? Come sostenere per un attimo l’ideale dell’alunno «automa» che lascerebbe in spogliatoio ciò che è per arrivare a lezione come una pagina bianca, un recipiente vuoto, da riempire? Considerando le emozioni, il tumulto della vita come tante distrazioni, tanti contenuti indesiderabili di cui bisogna fare tabula rasa, si esalta un alunno fantoccio, inerte, morto".