Da "La mia storia con Mozart", di E.E. Schmitt.
L'autore racconta il suo incontro di quindicenne aspirante suicida con la musica di Mozart:
"Sì nella sala irrompeva la bellezza, tutta la bellezza del mondo; era là davanti a me, mi veniva regalata... l'unica cosa di cui ho memoria è che da quel momento sono guarito. Addio sconforto! Addio depressione! Volevo vivere. Se al mondo c'erano cose così preziose, così piene e così intense, l'esistenza mi attirava... "Avrò il tempo di scoprire tutte le meraviglie che rigurgita il pianeta?... Mozart mi aveva salvato: non si abbandona un universo dove si sentono cose così belle, non ci si suicida in una terra che dà frutti come quelli e altri frutti simili. La guarigione attraverso la bellezza. Agli psicologi non era venuto in mente di guarirmi con questa terapia. Mozart aveva inventato la cura e me l'aveva somministrata. Come un'allodola che vola alta verso il cielo, uscivo dalle tenebre, mi libravo nell'azzurro. Mi ci rifugio spesso".
Bisognerebbe avere sempre a portata di cuore il proprio catalizzatore di azzurro (di qualunque natura sia ha sempre a che fare con l'amicizia), per quando naufraga nel grigio indistinto e piovoso di Shit City e si riduce ad un semplice muscolo striato involontario...
L'autore racconta il suo incontro di quindicenne aspirante suicida con la musica di Mozart:
"Sì nella sala irrompeva la bellezza, tutta la bellezza del mondo; era là davanti a me, mi veniva regalata... l'unica cosa di cui ho memoria è che da quel momento sono guarito. Addio sconforto! Addio depressione! Volevo vivere. Se al mondo c'erano cose così preziose, così piene e così intense, l'esistenza mi attirava... "Avrò il tempo di scoprire tutte le meraviglie che rigurgita il pianeta?... Mozart mi aveva salvato: non si abbandona un universo dove si sentono cose così belle, non ci si suicida in una terra che dà frutti come quelli e altri frutti simili. La guarigione attraverso la bellezza. Agli psicologi non era venuto in mente di guarirmi con questa terapia. Mozart aveva inventato la cura e me l'aveva somministrata. Come un'allodola che vola alta verso il cielo, uscivo dalle tenebre, mi libravo nell'azzurro. Mi ci rifugio spesso".
Bisognerebbe avere sempre a portata di cuore il proprio catalizzatore di azzurro (di qualunque natura sia ha sempre a che fare con l'amicizia), per quando naufraga nel grigio indistinto e piovoso di Shit City e si riduce ad un semplice muscolo striato involontario...