Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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lunedì 14 settembre 2009

Primo giorno di scuola

Ancora forse non ci credevo, ma oggi, quando sono entrato in classe e li ho rivisti, per me è diventata lampante, come un dono improvviso, una verità che avevo sentito tante volte, ma che in quel momento mi è entrata nella pelle, dritta fino al cuore: "ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi piccoli, lo avete fatto a me" (Mt 25,40).

Da qui non si torna più indietro.

venerdì 3 aprile 2009

Queste piccole grandi cose

Ieri prof 2.0 parlava con un ragazzo di 16 anni.


Come va? - chiedo.
Benissimo.
Come mai?
Ieri mio padre mi ha chiamato a ora di pranzo, senza nessun motivo. Solo per chiedermi: "Come stai?". Sai lui la sera è molto stanco e non sempre si riesce a parlare, così ogni tanto mi fa queste chiamate durante la giornata, dal lavoro... Bello...

Lo dice con il cuore che gli sorride, e di conseguenza occhi e bocca.

A volte pensiamo di dover fare grandi cose per amare.
Ma per amare spesso bastano... queste piccole grandi cose.

venerdì 19 dicembre 2008

Punteggiatura: ti amo!

Da quando scrivo c'è un amore che si sta facendo largo dentro di me: l'amore per la punteggiatura. Non credevo che nella vita si potesse godere così tanto per una virgola, un punto, un punto e virgola. Segni amorosi che condividiamo con tutte (o quasi) le babeliche lingue scritte.

Amo i due punti che aprono spazi infiniti come le colonne d'ercole: vai oltre, troverai l'oceano.
Amo il punto e virgola che apre su anse nuove il torrente della scrittura; quando il già visto si apre al nuovo, ma non è ancora pronto per andare a capo; quando lo spazio è diverso, ma non del tutto e vuole che tu tenga presente il passato recente e abbracci il futuro prossimo.
Amo la virgola che è come il respiro e poiché il respiro ha tutte le sfumature della vita a volte non ci sono virgole e quasi sembra di soffocare di stanchezza perché corriamo senza fermarci mai, a volte, invece, ce ne sono tante, di virgole, perché il tempo della vita è spezzato, discontinuo, ma scorre, con tutte le sfumature: l'amore, l'ansia, il desiderio, la tristezza, la gioia, la pace, il silenzio.
Amo i puntini di sospensione, se usati con parsimonia, perché sono la più bella scena di suspense mai scritta. Quella in cui lui con un mazzo di rose si dichiara e lei sorride già nella tua immaginazione...
Amo le virgolette con quel loro "ammiccare" di fronte alla novità inattesa e metaforica.
Amo i trattini che sono come quei belvedere montani - riprendi fiato e ti rincuori con un momentaneo panorama - lungo la faticosa salita verso la vetta definitiva del periodo.
Amo le parentesi con quella loro ironia (non sempre) nascosta.
Amo lo stupore dell'esclamativo. Sì!
Amo l'incertezza dell'interrogativo. Sì?
E li amo ancor di più insieme: come non amarli?! o come non amarli!? (a seconda della sfumatura).

Amo il punto e a capo, perché è ora di finirla.

***
"Dio è nei dettagli" (G.Flaubert)

lunedì 9 giugno 2008

This is my street!

Imparare o migliorare una lingua è un vero e proprio dono del cielo. E' vero all'inizio c'è la frustrazione dovuta al capire la metà di quello che senti dire... Ma è un esercizio straordinario di ascolto. Attraverso le orecchie la vita degli altri può entrare nella tua, come se potessi bere attraverso le orecchie un'acqua più pura fatta della vita altrui a cui permetti di raccontarsi. In questi primi giorni londinesi Prof 2.0 ha praticato un hobby che ama particolarmente e che è utilissimo per imparare la lingua: "ascoltare" vite molto diverse. Per ognuna ci sarebbe da fermarsi a scrivere un racconto. Simon è un ragazzo inglese che ha studiato "humanities" e vuole insegnare a scuola il greco e il latino: guida d'eccezione al British Museum. Alla scuola di inglese Prof ha conosciuto uno sceneggiatore brasiliano dal nome irripetibile con un quadro di Kandinskij tatuato sul braccio. Emily, una ragazza del Quebec che ha il sogno di diventare insegnante di letteratura francese. Josè, un ragazzo spagnolo, che studia legge a Londra. Una ragazza coreana, di cui il nome ha un suono irriproducibile, che fa la cantante lirica e che l'anno passato ha interpretato un personaggio del Barbiere di Siviglia e che due volte a settimana mangia in un ristorante italiano (dice che la Corea ne è piena) e il suo piatto preferito è la carbonara. Lora, un'attrice inglese che per tirare su qualche soldo in più fa la cameriera di un locale in cui alla fine delle lezioni Prof si era rifugiato a mangiare qualcosa, un po' provato dalla giornata di lezioni. Lora ha raccontato che anche lei quando era stata a Cuba si era sentita molto "frustrated" all'inizio, ma che io dovevo avere fiducia e non preoccuparmi, ero nel miglior posto per imparare l'inglese e che quando volevo potevo andare a mangiare lì (mi ha dato una tessera sconto) e trovare qualcuno con cui parlare.
Vite che ti attraversano nella loro meravigliosa diversità e ricchezza. Ogni persona un mondo da scoprire e da ascoltare, soprattutto ragazzi con gli occhi brillanti di sogni e speranze. Torni a casa stanco, ma, carico di speranze altrui, hai fatto il giro del mondo e ti senti improvvisamente molto piccolo e grato per la tua piccolezza...

PS. il titolo del post? Qui quando qualcosa ti va particolarmente a genio si dice così. Il contrario: "This is not my cup of tea". Naturalmente...