Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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giovedì 24 dicembre 2009

I primi passi di Dio

La  sera del 24 dicembre di almeno duemila anni fa Dio si affacciò sul balcone delle stelle per sentire il polso al mondo e lo trovò piuttosto debole, pallido, esangue. Dovunque posasse i suoi polpastrelli trovava la ruvidezza di volti corrucciati, seri e stanchi. Poi ad un tratto toccò una casa e dentro dei sorrisi: un bambino avanzava i suoi primi passi nudi e, attorno a lui, tutti ridevano e avevano gli sguardi pieni di quella promessa che è la vita per chi comincia a camminare.
Allora per la prima volta Dio, geloso, cedette ad una tentazione: volle diventare come quel bambino.
Anche lui mosse i suoi primi passi nudi sul pavimento accidentato di quel mondo così ruvido e lo cambiò in sorrisi, come solo i bambini riescono a fare.

Natale è insegnare a questo Dio, così follemente bisognoso dell'uomo, a camminare per le strade belle e feroci di questo mondo.

Auguri di Santo Natale a tutti

domenica 20 dicembre 2009

Zibaldino domenicale

«Nella musica degli U2 ci sono cattedrali e strade. Le strade conducono alle cattedrali e mentre ci cammini ti senti nervoso, come se qualcuno ti seguisse. Se ti volti non c’è nessuno. Poi finalmente entri nelle cattedrali e solo allora capisci che c’era davvero qualcuno che ti seguiva: Dio»
Paul David Hewson, alias Bono Vox

mercoledì 16 dicembre 2009

Una potenza misteriosa

Quando si legge il IX capitolo dei Promessi Sposi ci si deve fermare sbigottiti, esausti, tramortiti della sofferenza di Gertrude, nella quale i ragazzi si identificano immediatamente, partecipandone i travagli emotivi adolescenziali.
C'è un momento che mi toglie il fiato ed è quando Manzoni descrive l'adolescenza in due righe da ricordare a memoria:  
"Tra queste deplorabili guerricciole con sé e con gli altri, aveva varcata la puerizia, e s'inoltrava in quell'età così critica, nella quale par che entri nell'animo quasi una potenza misteriosa, che solleva, adorna, rinvigorisce tutte l'inclinazioni, tutte l'idee, e qualche volta le trasforma, o le rivolge a un corso impreveduto"
Ecco io oggi volevo ringraziare Manzoni di avermi ricordato che non c'è un'età avvolta nel mistero più dell'adolescenza. Un mistero fascinoso e doloroso allo stesso tempo. Un mistero che si apre al bene, al vero, al bello come non era successo prima e come, forse, non accadrà più. Questa potenza misteriosa, che entra nel cuore di un bambino che diventa uomo, di una bambina che diventa donna, fa paura, sconvolge e turba. Essa è il richiamo potente della realtà e della vita.

Questa forza misteriosa che trasforma e indirizza verso "un corso impreveduto" rende i nostri alunni fragili e sgomenti.

A noi il compito di rassicurare e prestare la forza che a loro manca per essere pienamente se stessi e dire sì al richiamo della vita vera, buona, bella. Scelta la quale ogni sgomento tace.



giovedì 10 dicembre 2009

Requiem per la metafora


La maledetta antologia che mi sono ritrovato, perchè adottata da chi mi ha preceduto, dedica alla metafora soltanto un box all'interno della tabella delle figure retoriche di significato, quasi al pari dell'ipallage e della litote.

Reso furioso più di Orlando da questa povertà mi sono vendicato con una lezione intera sulla metafora, in cui ho metaforizzato me stesso trasformandomi nell'amante colmo di desiderio verso questa leggiadra fanciulla.

La metafora non è una figura retorica di significato a cui dedicare qualche centimetro quadrato. La metafora è un amore. La metafora è un modo di stare al mondo. Senza le metafore saremmo muti, non avremmo parole, non avremmo umanità. Il mondo sarebbe fatto solo di superfici e non di corrispondenze. Il mistero sarebbe esiliato e con esso ogni nostra scoperta.

Senza metafore nessuno potrebbe spezzarci il cuore o entrarci dentro, nessuna sedia avrebbe gambe per fuggire, nessuno sguardo nasconderebbe il cielo, nessun pensiero volerebbe, nessuno occhio sarebbe una stella o viceversa, nessun narciso uno splendido adolescente vago di sè fino allo struggimento, nessun'eco una innamorata delusa sino a rimanere solo voce, nessuna bottiglia avrebbe il collo, nessuno avrebbe un diavolo per capello, nessun rospo potrebbe essere trasformato in un principe azzurro al bacio della sua bella e nessuna bella sarebbe imprigionata in un castello in attesa del suo principe azzurro, nessun vento soffierebbe, nessun cuore sarebbe tenero, nessun sorriso brillerebbe provocandoci la pelle d'oca...

Certo forse non ci sarebbero neanche cuori freddi e aridi come gli autori della mia antologia...

mercoledì 9 dicembre 2009

La vita è una passeggiata... 2

A completamento del post precedente...


martedì 8 dicembre 2009

La vita è una passeggiata... 1

Mio nipote ha da poco imparato a camminare. Una svolta nella sua incontenibile fame di esplorare il mondo e nell'apprensione degli adulti che cercano di tenerlo d'occhio. Ci sono momenti in cui sparisce e non si riesce più a trovarlo, per scovarlo poi nascosto in una angolo buio, in silenzio, a scoprire le cose con lo sguardo di Adamo.

Mio padre sta imparando di nuovo a camminare. Dopo l'operazione alla testa del femore è costretto ad una riabilitazione in ospedale di circa un mese. Per ora deve accontentarsi di un girello, come quello che usava mio nipote fino a poco tempo fa, da domani - sembra - potrà usare le stampelle. A poco a poco si aggira anche lui per il mondo ristretto dell'ospedale e parla con le persone intrecciando amicizie. Anche lui impara - o meglio reimpara - a camminare ed esplora e scopre le cose con lo sguardo di Adamo.

Per scoprire il mondo e le persone bisogna camminare, a qualsiasi età, di generazione in generazione. Il nostro modo di camminare è una sintesi perfetta di come stiamo al mondo.
Telemaco cammina, Ulisse cammina, Enea cammina, Dante cammina... Tre quarti dei cantanti nei loro video-clip camminano...

La vita è solo il quotidiano diario di una passeggiata.

Chi si accontenta del divano davanti alla tv ne lascia le pagine bianche...

***
"Un'ora dopo erano sulla strada. Lui spingeva il carrello e avevano entrambi uno zaino in spalla. Negli zaini c'erano le cose essenziali... Poi si incamminarono  sull'asfalto in una luce di piombo strusciando i piedi nella cenere, l'uno il mondo intero dell'altro".
C.McCarthy, La strada, p.5

sabato 5 dicembre 2009

Primi regali di Natale

Ho la fortuna di lavorare in una scuola in cui i prof oltre che colleghi sono anche amici.
Così ho ricevuto due regali che mi hanno riempito di gioia:

La versione tascabile della Divina Commedia della Hoepli che sta comodamente nella tasca della giacca e risolve ineguagliabilmente il problema dell'avere sempre un libro con sè e Il mago dei Numeri di H.M. Enzensberger, un interessante saggio-favola che aiuta ad appassionarsi alla matematica e che la mia collega fa leggere ai ragazzi durante la vacanze natalizie.

I due doni erano accompagnati rispettivamente da queste dediche:

"Un dono piccolo, piccolo, ma Totale, insondabile e inestimabile... come la passione che anima i nostri scambi letterari" ;

"e -1=0" 
che sembra essere la formula matematica capace di dimostrare l'esistenza di un Dio trascendente.

La scuola che non si vede, la scuola che nessuno racconta è così: gente che condivide passioni con altra gente, senza chiudersi nel recinto ristretto della propria aula o materia.

mercoledì 2 dicembre 2009

Traduzioni postmoderne

Cominciano le fanta-traduzioni dei miei alunni:

"In tabula non solo Marci libri, sed etiam Gaiae calami sunt"
Sul tavolo non ci sono soltanto i libri di Marco, ma anche le canne di Gaia.

Ormai sulle scrivanie degli alunni le penne sono sostituite dalla marijuana.
Però Marco almeno ci ha provato a studiare, prima di lasciarsi tentare da Gaia...