Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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venerdì 1 gennaio 2010

Con la voglia di insegnare nel sangue

Questa lettera-commento la voglio mettere qui, per festeggiare il capodanno e perchè sia la tonalità dello spartito del 2010.
Buongiorno. O ciao. Mi sono chiesta a lungo se cominciare il mio commento dandole del lei o del tu. Darle del lei perché fondamentalmente non la conosco e sono una liceale mentre lei un professore? O darle del tu perché frequento da un po’ di tempo questo blog e ho letto molte e molte sue pagine e ho quindi imparato a conoscerla attraverso le sue stesse parole? Alla fine ho deciso di darle del lei ma solo perché non mi sento molto diversa dai suoi studenti: forse un po’ più grande e con una formazione più scientifica che classica, ma dalle sue lezioni ho imparato molto, come penso facciano i suoi ragazzi. Lezioni non di greco o di latino, lezioni di vita fatte da dietro un computer invece che da dietro una cattedra. Forse usare il verbo imparare non è corretto, sarebbe più giusto dire che i suoi pensieri mi hanno fatta riflettere a lungo… ma non è forse la riflessione il primo passo per conoscer(si)?
Ho deciso di commentare oggi solo per ringraziarla di questo e per chiederle di andare avanti a insegnare con lo stesso entusiasmo che dimostra di avere oggi. Non si lasci disperare dalla situazione della scuola italiana ma continui a pensare come fa oggi che la scuola sono i suoi studenti e voi professori, e continui a credere nella scuola, e cioè nei suoi ragazzi. Non so perché ho sentito il bisogno di dirglielo, magari non le importerà, magari si sarebbe comportato così lo stesso, magari riderà delle mie parole, però proprio in questi giorni ho visto un mio professore (simile a lei: con la voglia di insegnare nel sangue) arrendersi davanti all’ennesimo muro imposto dalla sua scuola, e mi è venuto in mente lei e mi sono sentita tranquilla: dentro questa struttura malata, una scuola sana e una scuola come palestra di vita c’è ancora.

giovedì 1 gennaio 2009

Siamo fatti di giorni

Anno nuovo. O meglio primo dell'anno. Auguri!
365 giorni, 8760 ore, 525.600 minuti.

Mi è capitato di ascoltare recentemente una bella canzone di R.Vecchioni che si intitola "Tu quanto tempo hai?" (Se volete ascoltarla cliccate). Ve la consiglio caldamente, soprattutto oggi, primo dell'anno. Il ritornello struggente ripete: "Tu quanto tempo hai? Quanto amore hai? Basta solo sapere questo sai, conta solo questo sai".
All'inizio dell'anno mi chiedo cosa voglio fare di un altro anno che inizia. E mi rispondo che voglio amare di più. E l'unico modo per amare è donare. E cosa posso donare se non il mio tempo. Cosa ho di assolutamente mio se non i miei giorni? Amore e tempo. Forse il tempo che ci è concesso è l'unica realtà veramente nostra che abbiamo, o almeno la realtà veramente nostra che possiamo donare. E quanto ne doniamo, tanto amiamo.
Se Dio mi aiuta quest'anno voglio donare tante delle quasi 9000 ore che avrò a disposizione agli altri. Quella sarà la misura del mio amore. Quella sarà la misura della mia felicità.
Tu quanto tempo hai? quanto amore hai?

***
Amor meus, pondus meus. (Il mio amore è il mio peso)

Agostino, Confessioni 13, 9, 10