Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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giovedì 22 ottobre 2009

Irriverenza

L'Odissea comincia ad entrare nel sangue dei miei ragazzi di prima.

Il segno?

L'irriverenza.

Pisistrato diventa un incontinente Pipìstrato.
Essere un "procio" si trasforma in un appellativo per colui che scrocca la merenda di qualcun altro.
Ma quel che è peggio è quando il prof viene paragonato a Nestore, perché, come tutti vecchi, parla troppo...

Calvino diceva che i classici sono un rumore di fondo che accompagna il nostro muoverci nel mondo. Aveva ragione; e spesso l'irriverenza che li attualizza liberamente e non li idolatra, come fossero divinità, ne è il segno migliore.

martedì 13 ottobre 2009

Epica scolastica

Quando alle 14 suona la campana, loro escono.
Tu rimani solo in aula, con l'eco dei loro saluti tintinnanti che ancora rotolano contro le pareti.
Arrivederci prof!
Qualche segno sul registro per relegare la burocrazia a ciò che si merita: il tempo di recupero.
I banchi sono vuoti, scomposti quel tanto che basta a farli sentire ancora vivi della vita indomita di chi li ha occupati per sei ore.
Tu li guardi: sineddoche di un altro giorno di scuola finito, come lo sono i remi inerti per la nave.
C'è silenzio. Un silenzio riempito da un'eco profonda, che rimbomba quasi più forte delle loro voci, delle loro risa, delle loro paure.
Un'aula vuota subito dopo le lezioni non appartiene all'elegia. Non ha malinconia.
Appartiene al genere epico. Quel che resta in aula sono i segni di una vittoria.
Una battaglia è stata vinta, ma la guerra è ancora lunga.
La scuola è epos, come l'Iliade e l'Odissea.

giovedì 1 ottobre 2009

Odissea ad alta voce

Nella nuova classe abbiamo cominciato oggi la lettura integrale e a più voci dell'Odissea.
Non finisco mai di stupirmi di fronte alla selva di domande, che il poema suscita nei cuori e nelle menti di un gruppo di quattordicenni, cresciuti a mulinobianco e ipod.
E niente vale quanto la mano alzata alla fine della lettura del primo libro, dopo aver appena lasciato Telemaco, che non riesce ad addormentarsi per la eccessiva emozione del viaggio di ricerca del padre che sta per intraprendere.
Timoroso Prof 2.0 dà la parola a quella mano alzata, in attesa della tipica reazione da incontinenza che solo i classici sanno suscitare con tale violenza ("Posso andare al bagno?").
E invece no!
Timida la voce si fa strada, temendo la reazione dei compagni:
"Possiamo leggere anche il secondo libro?".

Purtroppo ti devo dire di no, mano alzata, ma non sai cosa darei per continuare.

domenica 14 giugno 2009

Le eccessive piccolezze

A scuola finita, mi arriva un biglietto di ringraziamento per aver fatto leggere l'Odissea nella sua interezza. Una sfida che molti ritengono sproporzionata e che io ritengo proporzionatissima alla sete di bellezza e grandezza (anche se difficili da raggiungere) che alberga nel cuore di un quattordicenne. Sproporzionato è tutto ciò che educa il cuore al brutto, al piccolo, al meschino, al frammentario...


***
“Ma colla sperienza, (il giovane) trovandosi sempre in mezzo ad eccessive piccolezze, malvagità, sciocchezze, bruttezze ec. appoco appoco si avvezza a stimare quei piccoli pregi che prima spregiava, a contentarsi del poco, a rinunziare alla speranza dell'ottimo o del buono, e a lasciar l'abitudine di misurar gli uomini e le cose con se stesso” (G.Leopardi, Zibaldone, 256)

E lo dice Leopardi, che era pessimista, come ci hanno fatto credere a scuola...

lunedì 8 giugno 2009

Sorprese di fine anno

Oggi l'aula si è trasformata in un antico palazzo greco. La classe divisa in 6 gruppi da 3 componenti doveva presentare tutta l'Odissea letta integralmente durante l'anno, in una specie di gara rapsodica di aedi moderni. Ogni gruppo doveva presentare agli altri, con l'ausilio di un power point 4 libri del poema e 3 aspetti da approfondire (un dio, un personaggio umano, un luogo). Oggi toccava ai primi tre gruppi.

Grande è stata la sorpresa quando, al suono della campana di inizio, due colleghi (di altre classi!) si sono presentati per ascoltare. Un collega di italiano del triennio, che, nonostante la sua esperienza e cultura (traduttore dell'opera omnia di Tacito per una nota casa editrice, per dirne una...) se ne è stato seduto tra i ragazzi ad ascoltare, ringraziandoli alla fine. Una collega americana, insegnante di inglese, incuriosita dalla versione italiana del cosiddetto "cooperative learning", un metodo didattico (molto in uso nel suo paese) che porta i ragazzi a lavorare in gruppo e imparare in modo più partecipato e coinvolgente della tipica lezione o interrogazione frontale.
Quando la scuola è viva le porte sono aperte e i colleghi diventano comunità, come i ragazzi.
E benchè sia uno degli ultimi giorni di scuola è uno dei regali più belli...

mercoledì 11 febbraio 2009

Nostalgia

Abbiamo cominciato l'avventura della lettura integrale dell'Odissea. A più voci. Ognuno interpreta dei personaggi e io faccio il narratore. Faticoso è vero, ma bello, bellissimo. Una sfida che solo sulla durata mostrerà la sua forza. E come sarà bello un giorno poter ricordare: "Mi ricordo ancora Euriclea (la "nonna") e Telemaco (che risponde sempre "giudiziosamente") e Penelope (con il suo ingresso alla Greta Garbo e la sua paziente attesa tutta femminile) e i pretendenti (che magnano e bevono) e Atena (straordinaria trasformista)... Mi ricordo ancora che la leggemmo tutta... con quel pazzo del prof, come si chiamava...?" e non invece "Io non ricordo cosa abbiamo letto, dei pezzi di qualcosa, boh... non mi ricordo neanche chi avevamo come prof... forse un'antologia...".

Le due parole più ricorrenti nei primi due libri dell'Odissea sono "ritorno" e "ricordo/dimenticanza". Il centro vitale dell'uomo è rimanere ancorato ai suoi legami più profondi, e ritornare ad essi, anche dopo un lungo errare lontani da Itaca. La grande minaccia è dimenticare: dimenticare il ritorno, dimenticare i legami, dimenticare chi si è e da dove si viene.
Ulisse è l'eroe del ritorno e del ricordo. Ulisse lotta contro l'oblio di sé stesso e della sua storia.
Per questo la nostalgia (dolore del ritorno) è un sentimento tra i più straordinari del cuore dell'uomo: quella inquietudine di non essere a "casa" mista alla dolcezza del desiderio del "ritorno" ad essa. Ci mette in moto verso casa. E casa vuole dire: legami.

mercoledì 9 aprile 2008

Odissea nella giungla

Tornato nel freddo milanese, ripercorro gli appunti della memoria del breve soggiorno napoletano. E ritrovo una perla.

"Seduto con un caro amico, che mi guida per la città, al tavolaccio di una pizzeria di Spaccanapoli, dove sembra sempre la vigilia della finale dei mondiali, tra un boccone e l'altro di una Margherita che costa 3 euro e ne vale 300, mi sento raccontare questa storia:

Durante un'attività di volontariato in un paesino della giungla guatemalteca ho incontrato un ragazzo di 17 anni, molto sveglio. Aveva imparato da solo l'inglese leggendo un vocabolario che dei soldati americani gli avevano regalato. Ho fatto amicizia con lui e mi ha detto che aveva nostalgia dei libri letti a scuola, che aveva frequentato e dovuto abbandonare tempo addietro. Gli ho promesso che gli avrei regalato un libro. Mi ha chiesto di regalargli il libro più bello che avesse mai letto: l'Odissea. Ne trovai una copia malandata in un mercatino di una cittadina vicina e quando glielo portai sembrò illuminarsi come fosse il dono più prezioso che avesse mai ricevuto. "

Dopo cinque anni di liceo classico i nostri alunni non hanno letto l'Odissea per intero. E non la leggeranno mai. E non gliene frega niente. E c'è chi nella giungla la sceglie come regalo per poterla rileggere...