Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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domenica 27 settembre 2009

D è D

Ho sempre amato Dostoievskij, da quando lessi Delitto e castigo nell'estate tra quarto e quinto ginnasio. D è verticale, abissale. Scava fino alla roccia viva del cuore, oltre la quale non si può andare senza essere già nell'aldilà. Non capivo tutto, a tratti mi annoiavo, ma toccavo il mistero. Non capivo niente, ma mi attirava, come la vertigine del mistero. D mi faceva capire che l'uomo è un mistero, me lo faceva toccare, quando ancora dell'uomo non capivo molto. In ogni sua riga pulsa la vita, la vita vera e ti si squaderna davanti quel "guazzabuglio del cuore umano" come lo chiama Manzoni, senza moralismo, senza paura dell'oscuro.
D scrisse (in contemporanea con Delitto e Castigo) Il giocatore, uno dei punti di riferimento della sua narrativa, per pagare dei debiti che aveva contratto proprio per il vizio del gioco d'azzardo. Lo scrisse dettandolo a colei che sarebbe diventata la sua fidanzata (al contrario di quanto accade nel romanzo, in cui il gioco distrugge la vita del protagonista e il suo grande amore). D è D perché non c'è una riga, una pagina che non gli siano costate vita e che dalla vita non sgorghino.
La scrittura prepara ai fatti, ci mette in dialogo con quei personaggi che ci portiamo dentro e che dobbiamo o vogliamo imparare a conoscere, guardare in faccia senza paura, scongiurare, comprendere, abbracciare, redimere...

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"...si apra al mondo esteriore e alle sollecitazioni che le giungono dall'esterno almeno in qualche misura. La vita esteriore, la vita reale fa straordinariamente evolvere la nostra natura umana ed è proprio quella che ci offre materiale per vivere" (F.Dostoevskij, Lettera)