Nel caso in cui si continuino a prendere in prestito le identità, appicandosele addosso, presto o tardi, si verificherà un conflitto di questi personaggi. Un conflitto salutare da cui potrà uscire vincitore il vero volto della persona, divenuta capace di gettare via le maschere. Come fare? Esiste un antidoto alla superficialità? La profondità del sentire. Ma questa non è ancora una risposta. Come fare a raggiungere la profondità del sentire? Come fare a risvegliare quegli strati della nostra sensibilità non ancora attivati?
Incontrando la realtà. Diventandone responsabili. Responsabili in senso stretto: rispondere alle cose e alle persone che incontriamo. Rispondere in prima persona. Rispondere in prima persona è dedicare tempo ed energie: una strada faticosa, ma ripagata dal panorama.
Rispondere ad un libro è leggerlo con una matita in mano e scrivere ai margini della pagine cosa ci interpella. Rispondere ad un quadro è osservarlo per almeno 15 minuti e non fargli la foto come i giapponesi. Rispondere ad un malato è provare a curarlo o almeno stargli vicino. Rispondere ad una relazione difficile è ascoltare il punto di vista dell'altro e farlo proprio. Rispondere. Rispondere. Rispondere. Solo rispondendo si diventa responsabili delle cose e delle persone. E solo la responsabilità di vite altrui (anche attraverso le cose prodotte dalle vite altrui) attiva e approfondisce la nostra sensibilità e ci rende meno superficiali.
I nostri occhi a poco a poco saranno allenati a leggere la realtà in profondità, senza paura. Saremo disposti a farci carico della realtà. Chi ci passerà accanto sentirà su di sè uno sguardo amico, comprensivo, paterno: un luogo in cui poter riposare. Un luogo in cui la persona puo' riposare e far riposare gli altri. Un luogo dove si gioca la verità della parola "io", senza finzioni. L'unico luogo in cui si puo' stare con Dio, perchè quel luogo è suo.
L'alternativa è una sorta di anestesia. Un indurimento del cuore che è la peggiore malattia spirituale: non si vede piu' nulla dentro e fuori di sè. E i cuori incapaci di sentire le vite altrui sono i piu' facilemente disposti ad eliminarle, perchè non le vedono neanche. La storia del XX secolo ha insegnato quanto questo sia non solo possibile, ma reale.