Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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martedì 23 dicembre 2008

Il bello del lavoro


Fine trimestre. Periodo di bilanci: lavoro. Ho lavorato gomito a gomito con tante persone. Mi fermo a riflettere: chi mi ha dato di più, chi mi ha insegnato di più, chi mi ha fatto crescere di più? Sono le persone che voglio ringraziare in modo particolare.
Scorrono volti e nomi precisi: Massimo, Aldo, Paola, Marcello, Valentina, Carlo, Luca, Alessandro, Armando, Marco, Cristian, Gabriele, Lorenzo, Luigi, Emanuela, Pietro, Sirio, Saverio... Tutte persone che il lavoro mi ha messo accanto; la parte principale del lavoro, la parte più appassionante: le relazioni. Mi chiedo cosa abbiano in comune persone umanamente e professionalmente così diverse, ma che mi hanno fatto crescere umanamente e professionalmente. Trovo la risposta in una battuta de Il giovane Holden, quando il confuso Holden alla ricerca della vera maturità si sente rispondere dal suo professore che: «Ciò che distingue l'uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l'uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa».

Ecco cosa hanno in comune tutte queste persone: vivono umilmente per una causa. Non cercano sé stessi nel lavoro, ma - attraverso il lavoro fatto bene e con passione - donano sè stessi e i loro talenti, mettono in comune risorse, cercano il bene comune, servono gli altri. Solo questo trasforma il quotidianissimo ripetersi del lavoro giornaliero in un'avventura senza pari: il cuore umile degli uomini e delle donne maturi.

ps. ah se governassero!

3 commenti:

$ilviett@ ha detto...

Sono d’accordo: il bello del lavoro sono i rapporti umani. Anche io nel mio lavoro - se così si può definire – sto a contatto con moltissime persone, ognuna diversa dall’altra. Alcune sono mature, altre no. Eppure è anche per merito di quelle immature che sono cresciuta (non del tutto ma posso definirmi “sulla buona strada”) . Quindi mi sento in dovere di ringraziare moltissime persone (escludendo quelle “esterne “ dalla scuola” . L’elenco però sarebbe troppo lungo, quindi mi limito a dire GRAZIE a tutti i miei compagni e, soprattutto, ai miei professori. GRAZIE. GRAZIE a tutti. E, anche se non ha senso dirlo, GRAZIE al “lavoro” (che nel mio caso è solo la scuola!).

Prof 2.0 ha detto...

Silvietta: meno male che qualcuno ancora ringrazia!

$ilviett@ ha detto...

Prof, è il minimo che io possa fare...