Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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sabato 7 giugno 2008

Shit City Hell

Le scritte che hanno imbrattato i muri di Shit City in queste ultime ore, hanno fatto riaffiorare alla mente il passo finale delle "Città invisibili" di Calvino:

"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni... Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".

Naturalmente mi piacerebbe che tutti quelli che intervengono e leggono il blog non venissero scoraggiati da chi non ha l'intelligenza di rendere la città un po' più bella di come l'ha trovata, ma dalla reazione di tutti non credo che sia un pericolo. Limitatevi a ignorare. Continuiamo a riconoscere ciò che in mezzo all'inferno, inferno non è, e facciamolo durare e diamogli spazio. Ma ciò che non merita attenzione lasciamolo esaurirsi nella sua ventosa e rumorosa vuotezza.

ps. Per tenere tutto più pulito, ho attivato la modalità per cui bisogna registrarsi per commentare. Fate questo piccolo sforzo, per il bene di Shit City.

9 commenti:

Charles ha detto...

Sono d'accordo con la registrazione.
Quando sei in S.H.I.T. City puoi dire quello che pensi liberamente, ma se hai il coraggio (o perlomeno coerenza) delle proprie idee, allora non devi aver problemi a dichiarare la tua identità.

Quelli che hanno imbrattato i muri di S.H.I.T. City - che tra l'altro hanno preso una bella batosta dagli abitanti del blog :-) - certamente non avranno il fegato di ripresentarsi e se lo facessero saranno ignorati.

Ma spero che questi, pur non scrivendo, continuino a leggere i posts di Prof 2.0 .
Ne hanno bisogno! Forse impareranno qualcosa.

Perchè i muri delle città italiane sono piene di scritte (e non mi riferisco ai graffitti o alle tags), mentre pochi hanno il coraggio di esprimere pubblicamente il proprio pensiero se controcorrente?

Perchè i muri di Londra sono puliti e ci sono spazi pubblici, come "speaker corner", dove chiunque può dire pubblicamente ciò che pensa, perfino parlar male della Regina?

Bye,
Charles

isabel ha detto...

Oltre lo sgomento, oltre la paura di toccare corde del cuore che a qualcuno fanno male e male da morire, oltre il risentimento personale: il tuo cuore va oltre tutto questo e conquista sempre di più.
Questa sera darò più acqua al gelsomino...

Bibbi ha detto...

Quello che dice Calvino non è un pò troppo pessimistico?

Giovanni Affinita ha detto...

Ciao Prof 2.0! Finalmente riesco anche io a scrivere qualcosina sui muri della tua splendida città! Spero che ti faccia piacere....siamo entrambi meridionali "emigrati"! I tuoi interventi hanno sempre una componente comunicativa spettacolare, sei sempre stato il mio punto di riferimento da questo punto di vista. Buon Soggiorno a Londra.

Ora mi permetto di rispondere a Bibbi: Calvino (il mio autore preferito) è stato un grande precursore dei tempi. Il concetto espresso nel finale di "Le Città Invisibili" è in realtà una espasione dell'attuale concetto di "Assuefazione Mediatica" (Prof, se dico panzane, correggimi): sono oggi molti i bombardamenti mediatici a cui veniamo sottoposti (pensiamo all'uso improprio della figura femminile, o alle varie fiction che (spesso ma non sempre) presentano improbabili sistemi "familiari" e così via....: per riuscire a restare fuori da questo "Inferno" (ricollegandoci a Calvino) bisogna capire cosa non lo è, e proteggerlo, farlo crescere. Altrimenti si finisce con diventare uno dei tanti "zombi" consumatori tipici del nostro tempo, magari, senza accorgercene. Scegliere non è mai facile...

Anonimo ha detto...

Domenica a Roma: pioggia, caldo, studio (niente mare).
Domenica a Londra?

"cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio": ok.

AleOli ha detto...

Non esiste inferno se non quello che creiamo noi... intendiamoci: se desidero creare male attorno a me, posso, lo faccio. Ma se voglio migliorare le cose, le piccole cose quotidiane, dal modo in cui mi lego i capelli al modo in cui mi siedo a come scrivo nella città invisibile più visibile al mio cuore, eccoci in Paradiso. Il Paradiso non è lontano: è nel tuo cuore, nel cuore di S.H.I.T. City... welcome then to this little part of Heaven!
AleOli

Prof 2.0 ha detto...

Grazie Charles, grazie Isabel. Purtroppo il buon gusto e il buon senso sono qualità in ribasso...

Bibbi: concordo con la risposta di Giovanni, che ringrazio per la lettura "mediatica" che ha dato al post. Nel passo di Calvino "inferno" è qualcosa che va oltre il concetto usale di inferno: l'abituarsi talemnte all'assurdo, al male, al non senso, da non percepirlo più come tale.

Ape studente: ti faccio sapere con un post ad hoc.

AleOli: sono convinto che inferno e paradiso comincino sulla terra. Dopo sarà solo una ratifica...

Charles ha detto...

Inferno e Paradiso cominciano sulla terra. Dopo sarà solo una retifica... ?

Interessante!
Un giorno mi erudirai meglio sul concetto.
... o sul mistero.

6 troppo avanti!
Bye,

Giovanni Affinita ha detto...

Per te, Prof, sempre a disposizione! :-)