Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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giovedì 19 febbraio 2009

You Can't Take it with You

A cena da una famiglia di amici. Papà, mamma e 4 figli. In casa regna quella tipica disordinata-allegria-ordinata delle famiglie numerose e felici, come in quel meraviglioso film di Frank Capra che dà il titolo al post (in Italia "L'eterna illusione"). Papà e mamma accusano i segni della stanchezza di una giornata di lavoro. Ma sorridono. Sereni. Così sorridono le figlie. Un sorriso che conquista, anche la vecchia vicina di casa mezza cieca che le ha incontrate per strada. Il piccolo figlio finge di dormire e non appena sente un discorso che lo riguarda rientra in soggiorno ormai pigiamato e a piedi nudi, per poi fuggire a letto quando la mamma finge di alzarsi. Lei commenta "è come suo padre". La piccola tutta occhi e che quasi non parla (se non con gli occhi) va in giro per casa ascoltando canzoni dello zecchino e balla, balla, balla... Non mi stupisco al sentire che papà e mamma hanno da poco iniziato un corso di ballo: valzer, tango e cha-cha-cha...
Non c'è niente da fare, Aristotele aveva ragione. Ciò che l'uomo ama più di ogni altra cosa è imitare. E i figli ridono, ballano, ascoltano, lavorano, studiano, leggono... come e se lo fanno i genitori. E non c'è niente di meglio che imitare genitori felici!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Spero molti genitori leggano il tuo post, perchè purtroppo io ho sempre visto confermata la tua teoria, ma in negativo... meno i genitori sorridono, meno lo sapranno fare i figli.
e la rabbia dei figli,poi cresciuti, è difficile da sradicare.

Prof 2.0 ha detto...

Anonimo: è vero, però il passato non ci imprigiona mai del tutto. O no?

Anonimo ha detto...

Già...è difficile sradicare la rabbia dei figli, ma laddove i genitori, per chissà quale motivo, non sono arrivati, tocca ai figli farlo.
La maturità di un figlio sta nel riconoscere gli errori dei genitori, perdonarli ed andare avanti, senza rancore.
La rabbia, dopo anche infinite offese, delusioni, errori, mancanze si alimenta di sola rabbia. E' fine a sè stessa.
Il perdono, dopo anche infinite offese, delusioni, errori, mancanze, si alimenta di amore.
E non è solo fine a sè stesso.
Carmen

Anonimo ha detto...

prof 2.0. no, non imprigiona, però mi darai ragione che avere un passato che sembra non appartenerti non è piacevole...


carmen:d'accordo con te.una persona matura sa bene che anche i propri genitori sono esseri umani e capisce di essere responsabile della propria vita e di come vuole viverla.
una persona matura ha già provato entrambe le cose: rabbia e perdono... e sa bene quale delle due può liberare l'uno dal dolore, l'altro dall'errore.
il perdono però non ripara quello che è passato...

Prof 2.0 ha detto...

carmen: non avrei saputo dirlo meglio.

anonimo: hai perfettamente ragione. Ma d'altronde il passato non si può cambiare. Credo che a noi stia giocare al meglio con le carte che abbiamo... Forse suona duro, ma l'unica cosa che abbiamo a disposizione è il presente, non il passato, non il futuro...