Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?
PS. Potete ricevere gli aggiornamenti direttamente al vostro indirizzo di posta elettronica, iscrivendovi al link a fianco.
venerdì 27 febbraio 2009
E tu hai carattere?
giovedì 26 febbraio 2009
A viva voce
Rispondo un po' innervosito: "Pazienza. Faremo un'altra volta".
Nuovo SMS: "Facciamo domani alla stessa ora?".
E' proprio vero la tecnologia non solo ha aumentato la rapidità delle comunicazioni, ma anche la solitudine; ha diminuito le difficoltà comunicative, ma anche il coraggio di assumersi le proprie responsabilità "a viva voce".
mercoledì 25 febbraio 2009
Lo strano caso di Ogni Uomo
La vecchiaia è come l'infanzia. Un periodo in cui sono gli altri a doversi prendere cura di te e tu avere la semplicità di farti "curare". Dopo l'ebbrezza della giovinezza e della maturità, in cui si pensa di fare qualcosa di grande al mondo arriva il momento di lasciarsi amare, che non è meno importante di amare.
Un mondo in cui ci si prende cura di bambini e vecchi è un mondo in cui vale la pena vivere.
Ancora una volta la buona letteratura regala occhi nuovi sul nonplusultra quotidiano.
martedì 24 febbraio 2009
Scienza dell'incertezza
Allora sì che la felicità sarà una certezza...
lunedì 23 febbraio 2009
Carnevale da Tiffany
domenica 22 febbraio 2009
Grazie!
sabato 21 febbraio 2009
Living Room
venerdì 20 febbraio 2009
Una vita piena?
“Ora - disse il professore non appena svanirono le risate - voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la nostra vita. I sassi sono le cose importanti – Dio, la famiglia, gli amici – le cose per le quali se tutto il resto fosse perduto, la vita sarebbe ancora piena.
I piselli sono le altre cose importanti: il lavoro, la casa, i viaggi, il pensiero, le aspirazioni.
La sabbia è tutto il resto … le piccole cose.”
“Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia,” continuò, “non ci sarebbe spazio sufficiente per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la vita. Se dedichiamo tutto il nostro tempo e la nostra energia alle piccole cose, non avremo spazio sufficiente per le cose veramente importanti”.
DedicateVi alle cose che Vi rendono felici: giocate con i Vostri figli, portate il Vostro coniuge al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l’auto. PrendeteVi cura dei sassi come prima cosa. Fissate le Vostre priorità... il resto è solo sabbia.
Una studentessa allora alzò la mano e chiese al professore che cosa rappresentasse il vino.
Il professore sorrise. “Sono contento che me l’abbia chiesto. Era giusto per dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere la nostra vita, perché c’è sempre spazio per una buona bottiglia di vino".
giovedì 19 febbraio 2009
You Can't Take it with You
Non c'è niente da fare, Aristotele aveva ragione. Ciò che l'uomo ama più di ogni altra cosa è imitare. E i figli ridono, ballano, ascoltano, lavorano, studiano, leggono... come e se lo fanno i genitori. E non c'è niente di meglio che imitare genitori felici!
mercoledì 18 febbraio 2009
Il colombre
"Sì" - risponde Prof 2.0.
"Ma Stefano alla fine è stato un superficiale! Ha fallito il suo vero obiettivo!" - afferma seccata Alunnamilledomande.
"Proprio così" - risponde Prof 2.0, a cui il cuore sorride, di nascosto.
martedì 17 febbraio 2009
San Valentino al contrario
lunedì 16 febbraio 2009
London in winter
La metropolitana singhiozza nel weekend, costringendoti a funambolici e repentini cambi di linea. Tanto chissenefrega: la usano i turisti... Inglese.
La birra è buona come d'estate, anzi forse di più: una pinta di London Pride è la cosa migliore. Rassicurante.
Abercrombie è sempre pieno di fessi. Fisso.
I parchi sono impregnati di una malinconia pericolosa. Struggente.
Il caffè fa schifo uguale e il tè pomeridiano è la cosa giusta al momento giusto. Fondante.
Confermo: la bocca a trapezio isoscele è l'unico modo per parlare correttamente la lingua. Geometrico.
giovedì 12 febbraio 2009
London Reloaded
See you later...
mercoledì 11 febbraio 2009
Nostalgia
Le due parole più ricorrenti nei primi due libri dell'Odissea sono "ritorno" e "ricordo/dimenticanza". Il centro vitale dell'uomo è rimanere ancorato ai suoi legami più profondi, e ritornare ad essi, anche dopo un lungo errare lontani da Itaca. La grande minaccia è dimenticare: dimenticare il ritorno, dimenticare i legami, dimenticare chi si è e da dove si viene.
Ulisse è l'eroe del ritorno e del ricordo. Ulisse lotta contro l'oblio di sé stesso e della sua storia.
Per questo la nostalgia (dolore del ritorno) è un sentimento tra i più straordinari del cuore dell'uomo: quella inquietudine di non essere a "casa" mista alla dolcezza del desiderio del "ritorno" ad essa. Ci mette in moto verso casa. E casa vuole dire: legami.
martedì 10 febbraio 2009
Testamento biopsicologico (corpo e anima)
A te Dio Padre, erede unico,
lascio tutto quello che ho e sono: corpo e anima
ho paura di morire
ho paura di soffrire
ma la vita me l'hai donata tu e solo tu hai il diritto di riprendertela,
mi fido di te
che sei l'unico a conoscerne il segreto
se puoi riprendertela senza farmi soffrire ti sono grato
sin da adesso
se invece ci saranno dolori io li accetto
sin da adesso
non ho trovato mai una spiegazione soddisfacente al dolore,
ma un senso sì,
nel tuo Figlio
tutte le volte che hai permesso il dolore
mi sono ritrovato con un amore più grande per gli altri e per me
e quindi più felice
e se per amare di più e provocare più amore il dolore sarà necessario
io lo accetto sin da adesso (se non sarà necessario, ancora meglio...)
ma poco (dolore), ti prego, perché - lo sai - io non sono un granché in resistenza
e sai quanto scalpito quando soffro
ho paura di soffrire e di soffrire a lungo
ma io mi fido di te
che mi vuoi per sempre con te
e una manciata di giorni nel dolore non è paragonabile all'eternità nella gioia
io mi fido di te.
a te restituisco la mia vita
a te affido la mia morte
e a nessun altro.
Alessandro - Prof 2.0
lunedì 9 febbraio 2009
Per non dimenticare
"Il Reichsleiter Bouhler e il dottor Brandt sono incaricati, sotto la propria responsabilità, di estendere le competenze di alcuni medici da loro nominati, autorizzandoli a concedere la morte per grazia ai malati considerati incurabili secondo l'umano giudizio, previa valutazione critica del loro stato di malattia"
Le radici del programma varato da Hitler, che permise l'eliminazione in meno di 2 anni di 70 mila persone tra disabili e malati terminali e che portò alla sperimentazione delle camere a gas e dei forni, affondavano in un libro apparso nel 1920 dal titolo "L'autorizzazione all'eliminazione delle vite non più degne di essere vissute". Gli autori erano Alfred Hoche (1865-1943), uno psichiatra e Karl Binding (1841-1920) un giurista.
Hoche e Binding svilupparono il concetto di "eutanasia sociale". Il malato incurabile, secondo i due, era da considerarsi non soltanto portatore di sofferenze personali, ma anche di sofferenze sociali ed economiche.
Da un lato il malato provocava sofferenze nei suoi parenti e - dall'altro - sottraeva importanti risorse economiche che sarebbero state più utilmente utilizzate per le persone sane. Lo Stato dunque - arbitro della distribuzione delle ricchezze - doveva farsi carico del problema che questi malati rappresentavano. Ucciderli avrebbe così ottenuto un duplice vantaggio: porre fine alla sofferenza personale e consentire una distribuzione più razionale ed utile delle risorse economiche.
Per saperne di più:
http://www.olokaustos.org/index.htm
http://www.olokaustos.org/argomenti/eutanasia/eutanasia1.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Karl_Binding
http://it.wikipedia.org/wiki/Alfred_Hoche
domenica 8 febbraio 2009
Felice ma non troppo...
Fallimento e felicità sono compatibili. Tutta questione d'amore. Come sempre...
G. von Le Fort
venerdì 6 febbraio 2009
Tirteo
Molti prof oggi si sentono come l'antico maestro di scuola: inutile e zoppo. Mandati in classe per uno scherzo del destino. A costoro la società non dà una lira (euro), metaforicamente e di fatto... Ma con le loro parole, i tirtei moderni, sono capaci di riaccendere speranza nei cuori giovani per una guerra non cruenta, ma una coraggiosa guerra per la ricerca della propria identità, della propria storia, di un'esistenza piena e felice. E io questo lo vivo tutti i giorni ed è uno dei motivi principali per cui ho scelto di fare questo lavoro.
Tirteo, frammento 10
giovedì 5 febbraio 2009
Trust the voice within
"Se fuori sei perso, guarda solamente la tua anima" così canta Christina Aguilera nella canzone The voice within... Il testo è rivolto ad una ragazza, insicura e fragile perchè non si ritrova nei modelli dei suoi coetanei. Quante volte ci è capitato: nessuno riesce a comprenderci, ci sembra di essere intrappolati in un sistema, in un meccanismo a cui non si può sfuggire... Fare progetti? Inutile, tanto non si avverano mai. Avere dei sogni? Sono cose da bambini. Meglio lamentarsi, è così semplice. Il problema alla base di tutto il malessere che c'è tra i ragazzi è il non sapere più chi si è. Si cerca un'identità-stereotipo perchè non si riesce più a crearne una vera... Abbiamo paura di quello che siamo davvero, della verità... Per una volta abbassiamo il volume del mondo esterno e ascoltiamo il nostro cuore; solo così riusciremo a capire chi siamo davvero... Trust the voice within.
Paolo Conte, Il maestro
mercoledì 4 febbraio 2009
Le età della vita
"Ho 28 anni e un bambino. Vengo classificato come adulto, ma non mi riconosco come tale e non mi sento coinvolto nel mondo degli adulti. Ho difficoltà ad appropriarmi di questa dimensione. Per me, gli adulti sono i miei genitori. Sono in contraddizione con me stesso: interiormente mi sento come un bambino o un adolescente, con angosce terribili, ma all’esterno sono già un adulto e vengo considerato tale sul lavoro. Nella società nulla ci aiuta a diventare adulti".
Da 10 a 20 scopriamo perché e per chi viviamo.
Da 20 a 30 proviamo ad accettare quello che abbiamo scoperto e ci mettiamo a realizzarlo per il resto della vita.
Vedo la prima decade prolungarsi pericolosamente lungo la seconda e persino la terza.
Cosa sta succedendo?
martedì 3 febbraio 2009
Genitori dove siete???
Da una mail di una studentessa presente all'incontro di Firenze:
Ne sono sempre più convinto, la cura contro le terribili solitudini degli adolescenti di oggi è più semplice di quanto si creda: il pranzo preparato dalla mamma, due chiacchiere, l'esempio... Insomma la presenza dei genitori fa degli adolescenti che si sentono "diversi" i veri "normali". I veri ribelli di cui c'è bisogno: quelli che colgono l'importanza delle piccole cose e la generosità verso gli altri. Insomma quelli che alla fine si godono davvero la vita. E poi scrivono anche bene in italiano!
Genitori dove siete???