Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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lunedì 21 settembre 2009

Ri-letture

«Se gli uomini non affogano» chiese la sirenetta «possono vivere per sempre? Non muoiono come facciamo noi, nel mare?».
«Certo» rispose la vecchia. «Anche loro devono morire e la lunghezza della loro vita è più breve della nostra. Noi possiamo arrivare fino a trecento anni, quando però non viviamo più diventiamo schiuma dell'acqua, non abbiamo una tomba tra i nostri cari; non abbiamo un'anima immortale e non vivremo mai più: siamo come le verdi canne che, una volta tagliate, non rinverdiscono! Gli uomini invece hanno un'anima che continua a vivere, vive anche dopo che il corpo è diventato terra; sale attraverso l'aria fino alle stelle lucenti! Come noi saliamo per il mare e vediamo la terra degli uomini, così loro salgono fino a luoghi bellissimi e sconosciuti, che noi non potremo mai vedere!».
«Perché non abbiamo un'anima immortale?» chiese la sirenetta tutta triste «io darei cento degli anni che devo ancora vivere per essere un solo giorno come gli uomini e poi abitare nel mondo celeste!».
«Non devi neanche pensare queste cose!» esclamò la vecchia. «Noi siamo molto più felici e stiamo certo meglio degli uomini».
«Allora io devo morire e diventare schiuma del mare e non sentire più la musica delle onde, o vedere i bei fiori e il sole rosso! Non posso fare proprio nulla per ottenere un'anima immortale?».
«No» rispose la vecchia. «Solo se un uomo ti amasse più di suo padre e di sua madre, e tu fossi l'unico suo pensiero e il solo oggetto del suo amore, e se un prete mettesse la sua mano nella tua con un giuramento di fedeltà eterna; solo allora la sua anima entrerebbe nel tuo corpo e tu riceveresti parte della felicità degli uomini. Egli ti darebbe un'anima, conservando sempre la propria».
La Sirenetta - H.C.Andersen

Decisamente nelle favole c'è molta più realtà di quanto si possa immaginare. Se solo non smettessimo di leggerle... E di crederci.

giovedì 17 settembre 2009

Necrologio

La poesia è ufficialmente morta. L'ho capito oggi in classe lavorando con i miei ragazzi su cosa credono che essa sia.
Generazioni di professori l'hanno ammazzata. E forse anche qualche poeta...
L'hanno sostituita con la critica alla poesia.
L'hanno resa astrusa, lontana, bizantina.
La poesia non è caviale, la poesia è la cosa più quotidiana che io conosca.
La poesia non è un abito da sera, ma un paio di jeans.
La poesia è la luce in fondo al tunnel e il buio dentro il tunnel.
La poesia è ciò che esiste tra le righe.
La poesia è il gioco più serio che io conosca.
La poesia non vale nulla e perciò non ha prezzo.
La poesia è la ghigliottina dei luoghi comuni.
La poesia è il vero soggetto della grande prosa.
La poesia è il borseggiatore della realtà.
La poesia non è fatta di parole, ma di cose. Di parole divenute cose.
Della poesia non si parla, si fa esperienza.
La poesia è pensare con la pelle.
La poesia non si critica, si impara a memoria.

La poesia è un mistero e per questo oggi non è di casa.

martedì 15 settembre 2009

Un gigante mingherlino

Padre Puglisi insegnava religione nella mia scuola, ma non era mio prof. Lo vedevo spesso, con il suo clergyman nero. Faceva effetto: un sacerdote vestito da sacerdote. Minuto, con i suoi radi capelli bianchi e un sorriso pacifico. Ti guardava negli occhi, dentro agli occhi, e sorrideva. Con quel sorriso ti voleva bene, come sa fare chi ti sorride con il sorriso di Dio. Questo è il ricordo che ne ho. Ero liceale. Mi chiedevo cosa potesse mai fare un sacerdote così minuto con un branco di liceali della scuola pubblica, per lo più lontani da Dio. Mi immaginavo che se lo sbranassero in classe.

Solo dopo ho scoperto che era un gigante di fede e coraggio, capace di cambiare la vita delle persone anche le più difficili. E pagò con la vita il 15 settembre del 1993.

Avevo solo 16 anni, ma fu chiarissimo, quando non lo vidi più per i corridoi della scuola, che il testimone era passato a noi.
Adesso toccava a noi sorridere in quel modo.

"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici"
Così hanno scritto sulla sua tomba.

lunedì 14 settembre 2009

Primo giorno di scuola

Ancora forse non ci credevo, ma oggi, quando sono entrato in classe e li ho rivisti, per me è diventata lampante, come un dono improvviso, una verità che avevo sentito tante volte, ma che in quel momento mi è entrata nella pelle, dritta fino al cuore: "ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi piccoli, lo avete fatto a me" (Mt 25,40).

Da qui non si torna più indietro.

domenica 13 settembre 2009

Vademecum per prof giovani

Domani si comincia.

Ho titolato il post prof giovani e non giovani prof non perché io sia un prof anziano con ansie da prestazione giovanilista in cerca di un viagra didattico. Sono effettivamente giovane, tanto più che in Italia ogni anno la longevità aumenta di tre mesi e siamo arrivati a medie di 84-85 anni e a pensionamenti, di conseguenza sempre più avanzati. Ho titolato così perché la giovinezza è una condizione dello spirito e non semplicemente biologica. Ci sono colleghi sessantenni a scuola che si bevono noi ragazzini imberbi (ci facciamo la barba due o tre volte a settimana) per esperienza e gioventù interiore. Quindi non sono l’ultimo dei sessantottini postmoderni che vuole cacciare "i vecchi" della scuola affibbiando a loro tutte le colpe di cui già li vessa abbondantemente la nostra società ipergiovanilista. Insomma il post non è per giovani prof ma per prof giovani qualunque sia la loro età. Giovane vuol dire “nuovo”, ma non come lo si intende oggi. Nuovo oggi vuol dire “ultimo modello”, il più recente, che solo per questo motivo è migliore del precedente. No. I giovani prof non sono migliori di quelli della generazione precedente perché sanno usare facebook o perché estraggono dalle orecchie gli auricolari dell’ipod prima di entrare in classe. Qui intendo giovane come “sempre nuovo”, cioè ciò che non invecchia, cioè ciò che sa dare sempre qualcosa di nuovo e scoprire qualcosa di nuovo. Dante è giovane. Shakespeare è giovane. Omero è giovane. Eppure di secoli sulle spalle ne hanno. Moccia tra 50 anni sarà vecchio e decrepito e dopo soli due o tre anni già accusa le prime rughe... Non avrà più altro da dare se non quello che ha dato subito, come le canzoni dell’estate. Le ascoltiamo centinaia di volte, ma l’anno dopo ci fanno pena. Ecco quindi prof giovane, parlo a te, a te che non hai rinunciato ad essere nuovo, a dare sempre qualcosa di più ai tuoi alunni, a te che non fai mai la stessa lezione anche se è la stessa da 5 o da 50 anni, a te che il pomeriggio studi e leggi per scoprire cose nuove, a te che hai di fronte ragazzi sempre diversi e quindi non puoi dire mai le stesse cose, a te che sei costretto da quei giovani a rinascere ogni giorno. A te che hai spiegato Dante negli anni '70 e non avevi bisogno di spiegare cosa fosse la teologia, a te che lo hai spiegato negli '80 e non lo potevi dare più per scontato, a te che lo hai spiegato nei '90 e non ricordavi bene cosa fosse, a te che lo hai spiegato negli anni '10 del nuovo millennio e hai usato wikipedia per scoprirlo, a te che lo spiegherai negli anni '20 di questo stesso secolo e non so cosa ti aspetta.

A te che sei giovane e diventi giovane, a te io auguro un buon inizio di anno scolastico.

venerdì 11 settembre 2009

Aggiornamento...

Due giorni di intenso aggiornamento didattico mi hanno tenuto lontano dal computer. Ho imparato un milione di cose che non saprò mai fare. Così sono giunto a frustranti conclusioni:

Per fare l'insegnante devi essere psicologo.
Per fare l'insegnante devi essere sociologo.
Per fare l'insegnante devi essere pedagogo.
Per fare l'insegnante devi essere comunicatore.
Per fare l'insegnante devi essere creativo.
Per fare l'insegnante devi essere più bravo di Dio.

Dato che tutto questo è impossibile mi accontenterò di due o tre cose più alla portata:
- conoscere e studiare la mia materia
- provare a voler bene ai miei alunni, uno per uno e tutti insieme
- farmi aiutare dai miei colleghi e aiutarli

mercoledì 9 settembre 2009

Invidie, gelosie, paure...?

E' sorprendente quanto lavoro si possa risparmiare collaborando per poco più di mezz'ora con dei colleghi della stessa materia in classi parallele. Eravamo in tre ed avevamo bisogno di 3 idee. Ne è balenata - manco a farlo apposta - una a ciascuno, e le abbiamo messe in comune, in un crescendo di entusiasmo superiore a quello che ciascuno aveva per la propria idea di partenza.

Se è così proficuo collaborare perché si resiste tanto? Perché tanta fatica a mettere in comune talenti e interessi? Qual è il principio di opposizione a qualcosa che semplifica il lavoro, lo rende più ricco e appassionante?

Invidie, gelosie, paure...?

lunedì 7 settembre 2009

Su una panchina di Londra

Capita di sedersi in un luogo in cui nessuno ti conosce, lontano dalla tua città.
Capita in questi casi, a sapere ascoltare, di sentirsi nuovi.
Ascoltare il grado zero di sé, senza sovrastrutture.
Capita in modo direttamente proporzionale alla distanza dai luoghi d'origine, dove si attenuano - quasi sino a sparire - gli schemi consueti per interpretare gli altri e il mondo, anche se gli altri parlano ai tavoli dei bar come in tutto il resto del mondo.
E puoi essere il più strano di tutti: non attiri l'attenzione, perché non sai cosa è strano.
E puoi essere il più normale di tutti: non attiri l'attenzione, perché non sai cosa è normale.
Chi sei tu al grado zero?
Rischi di scoprirlo solo se ti decentri.
Ricordati però che quello è l'innesco, poi tocca a te, dentro di te.
Per questo viaggi nei luoghi, nei libri, negli occhi degli altri, ma questo non basta.
Viaggiare è la forma più raffinatamente materialista della vita spirituale. Quel che oggi a molti resta per entrare in dialogo con sé stessi e quindi per trascendersi.
Cambiano cielo, non anima, quelli che corrono di là dal mare.

Che gioia potersi sedere su questa panchina tutti giorni, almeno mezz'ora...

domenica 6 settembre 2009

Zibaldino domenicale

"Credo che l'incapacità di guardare tranquillamente in faccia la rovina della propria vita esteriore e farsene carico sia la conseguenza di un difetto di prospettiva rispetto alla vita eterna" (Edith Stein)
F.Salvarani, Edith Stein, Ares 2009, p.37

***

"La perfezione è sempre ad un gradino dalla perfezione"
P.Maurensig, La variante di Luneburg, Adelphi 2008, p.101

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"Per altro, prosegue, dolori e imbrogli della qualità e della forza di quelli che abbiam raccontati, non ce ne furon più per la nostra buona gente: fu, da quel punto in poi, una vita delle più tranquille, delle più felici, delle più invidiabili; di maniera che, se ve l'avessi a raccontare, vi seccherebbe a morte"
A.Manzoni, I promessi sposi, Mondadori 2009, p.644

sabato 5 settembre 2009

Il più bello che abbia mai letto...

Caro prof,
leggevo il mio nuovo miglior amico: il signor "Il conte di Montecristo" e arrivato quasi alla fine credo proprio che questo sia il libro più bello che abbia mai letto. E se non ci fosse stato lei io non avrei mai avuto il coraggio di leggerlo. Quindi la ringrazio moltissimo per questo regalo che lei mi ha fatto. Come dice il retro del libro ''Il conte di Montecristo'' ha tutto!

Così una mail di alunno quindicenne entusiasta di una lettura estiva tutt'altro che facile (quasi 1000 pagine).
Sembra proprio che la barbarie di cui tutti si lamentano non sia dappertutto... Sembra che basti un po' di coraggio e di fiducia da parte degli adulti!


venerdì 4 settembre 2009

Creativi o furbi?

Nella versione di greco dell'esame di riparazione c'era una frase che diceva: "gli Ateniesi si prendevano cura dell'arte poetica", che un alunno ha tradotto: "gli Ateniesi si occupavano della produttività". Il termine (poietikos) può indicare entrambe le cose: il fare poetico per i Greci è un vero e proprio fare. L'ho trovata una traduzione interessante, indipendentemente dalla sfumatura tipicamente "lumbard".
Infatti senza la creatività una società non può essere veramente produttiva: la crisi economica in cui versiamo è la conseguenza della sostituzione della creatività (il raggiungimento di un bene che va a beneficio di tutti) con la furberia (il raggiungimento di un bene individuale che va a scapito degli altri). Gli artisti contemporanei ne sono i principali responsabili, prima ancora che i manager. Guardate le foto della biennale...

Mi limito ad esempi nel mio campo.
Un alunno è e diventa creativo quando traduce, è furbo quando scarica la traduzione.
Un prof è e diventa creativo quando prepara la lezione, è furbo quando legge dal testo sul momento.

Propongo un ritorno alla creatività (che richiede più tempo e sforzo ma ci regala la Sistina) e un abbandono della furberia (che ci regala "la merda d'artista"), per essere - in questi tempi nostri, così furbastri- tutti un po' più "poetici" e quindi un po' più "produttivi".

giovedì 3 settembre 2009

Fratello-Happydays Birthday

Fratello-happydays oggi fa il compleanno.
Quando è nato io non c'ero: ci volevano ancora 11 anni.
E oggi lo voglio ringraziare per quegli 11 anni e ciò che contengono:

La fatica di essere il primogenito.
La fatica di essere un apripista.
La fatica di crescere altri 5 fratelli.
La fatica di dare il buon esempio.
La fatica di essere il più responsabile.
La fatica di essere il primo esperimento educativo.
La fatica delle battaglie fatte e risparmiate agli altri fratelli.

Se diventi santo ti propongo come patrono dei primogeniti!

mercoledì 2 settembre 2009

Il profumo delle vacanze

L'ho capito stamattina. Sì, solo stamattina mi sono reso conto che le vacanze sono finite. Quando ho indossato una camicia bianca. E non perché d'estate mi rifiuti di usarla, ma perché il tessuto profumava del posto dove sono stato l'ultima settimana di agosto. Sì perché mia madre l'ha stesa all'aria e al sole di quel luogo, e quell'aria e quel sole impregnano i panni stesi di un aroma unico. Un misto di pino e tegole cotti dal sole e di mani di mia madre. Quel profumo è durato qualche secondo e poi è svanito. Così se ne vanno le vacanze, come un profumo gradevole. Così almeno se ne va un pezzo delle vacanze. Perché quello che ho ricevuto in queste vacanze me lo porto dentro. Ed è molto di più di un profumo. E sta in un luogo, al centro del mio cuore, da cui nessuno potrà strapparlo. In quel luogo io sono sempre in vacanza. In quel luogo ci sono i legami profondi. In quel luogo io ci torno quando voglio: il 12 novembre o il 13 aprile. Quando mi pare.
Se la vacanza è stata solo un profumo, lascerà la malinconia dell'aroma che si dissolve, più o meno lentamente. Se la vacanza è stata un cuore che si è dilatato in legami e affetti sarà un trampolino per lanciarsi nell'acqua di un nuovo anno di lavoro che comincia.
Io non vedo l'ora di tuffarmi.
Per questo corro a scuola, per gli esami di riparazione...

venerdì 31 luglio 2009

Cambio di valigia


Dai 10-15 gradi di una panchina Londinese ai 30-35 di una spiaggia siciliana.
Mi tuffo in un mare di profumi e legami.
Fino a fine mese.

Buone vacanze a tutti!

domenica 26 luglio 2009

Still alive

Volevo togliermi la soddisfazione di scrivere questo post dall'Apple Store di Londra. Questi giorni stanno passando meravigliosamente, ora sono alle prese con lo shopping sfrenato di un gruppo di 30 quindicenni... Mentre loro comprano io sfrutto...
La suina al momento non mi ha preso. Gli unici a girare con le mascherine sono gli italiani. Ma le mascherine sono inutili.
Torno dai ragazzi.
Che fatica dare il buon esempio...
A presto!

giovedì 9 luglio 2009

London Reloaded


Prof 2.0 con una banda di quasi 30 ragazzi del biennio parte alla volta dell'Inghilterra in una località vicina a Oxford, dove si tratterrà sino al 30 luglio.
Si divertirà come sempre e spera di riuscire a scrivere per raccontare qualcosa di questa nuova avventura.
See you soon.

mercoledì 8 luglio 2009

Un abbraccio estivo: di libri

A voi la scelta, ma per favore controllate cosa può interessarvi di più. Io consiglio solo quello che ho letto o riletto recentemente e che ritengo meriti la lettura perché possiede le due qualità che chiedo ad un libro: qualità di scrittura e fame di realtà che provoca. Mi sono limitato a libri recenti o recentissimi... I classici non mi permetto di consigliarli perché li do per scontati...

E.E.Schmitt, Oscar e la dama in rosa;
E.E.Schmitt, La mia storia con Mozart;
J.Giono, L’uomo che piantava gli alberi;
J.Giono, L’ussaro sul tetto;
D.Grossman, Qualcuno con cui correre;
S.Vikas, Le 12 domande;
P.Suskind, Il profumo;
P.Suskind, Il piccione;
C.Divakaruni, Sorella del mio cuore;
R.Bradbury, Fahrenheit 451;
C.McCarthy, La strada;
C.Zafon, L’ombra del vento;
P.Maurensig, La variante di Luneburg;
B.Muriel, L’eleganza del riccio;
N.Ammanniti, Io non ho paura;
U.Riccarelli, Il dolore perfetto;
C.Potok, Il mio nome è Asher Lev;
C.Potok, Il dono di Asher Lev;
G.Durrell, La mia famiglia e altri animali.

martedì 7 luglio 2009

Di volata

Il prof è alle prese con un po' troppe cose in questi giorni e non riesce a scrivere, ma sta preparando una lista di letture per l'estate, dato che arrivano molteplici richieste.
Spero di farcela per domani.

Adesso il prof va a fare due passi con la mamma in visita da queste parti per ragioni di lavoro.

Meno male che esistono le mamme dei prof.

***
"Dio quando vide che non poteva arrivare a tutto, creò le mamme"
Detto ebraico.

giovedì 2 luglio 2009

My school is cool

Non è ancora l'alba. La città è immersa nel silenzio quasi notturno. Senza fare rumore il prof fa una scappata a Londra con un gruppo di colleghi di scuola per preparare il viaggio dell'anno prossimo con i ragazzi.
Andiamo a conoscere i prof della scuola con cui faremo il gemellaggio e a girare la città ipotizzando itinerari di visita culturale e non solo...

Ci rivediamo domenica 5.

mercoledì 1 luglio 2009

A immagine e somiglianza di chi?

Il sosia ufficiale italiano di Michael Jackson si chiama Marco Ricci, 39 anni, romano, nella vita di tutti i giorni fa l'infermiere. Per diventare uguale al suo idolo s'è sottoposto a tredici interventi di chirurgia estetica. Adesso che Jackson è morto, ha detto al Tg5, non sa cosa farà in futuro.

Non avrai altro Dio all'infuori di me.

Il buon primo vecchio comandamento, che suona così dispotico e politicamente scorretto, non tramonta, anche se se ne sente parlare così poco...

E la cosa che più mi rattrista di tutta questa vicenda è che l'idolo, come accade a tutti gli idoli, è stato divorato dai suoi adoratori, in un banchetto che prevedeva ben 50 nuovi concerti...

***
"Avere amici è difficile. A volte esco da solo di notte sperando di incontrare qualcuno con cui parlare"
Michael Jackson, 2003