Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

PS. Potete ricevere gli aggiornamenti direttamente al vostro indirizzo di posta elettronica, iscrivendovi al link a fianco.

giovedì 25 giugno 2009

Dio non c'è, Dio non mi vuole

Di ritorno dalla mia fuga mediterranea ho trovato una mail che diceva semplicemente:

"Dio non c'è, Dio non mi vuole"

Perché facciamo così fatica a trovare chi è più intimo a noi di noi stessi?
Perché non riusciamo a percepire colui che conosce la nostra oscurità e solitudine meglio di noi stessi e la ama più di noi stessi?
Perché noi che a tutti i costi vogliamo amare non troviamo l'Amore?

Un amore cresce solo se gli diamo spazio e tempo.
E la solitudine del silenzio che non riusciamo a sopportare è la porta dietro cui si nasconde Dio.

Dio non solo c'è. Dio c'è per me.
Dio non solo mi vuole. Dio mi vuole bene.

Ma come in ogni amore ci vuole il coraggio di dire: metto la mia vita nelle tue mani.
Ci vuole il coraggio di sostare davanti a quella porta e bussare.

10 commenti:

Charles ha detto...

La e-mail che hai ricevuto è abbastanza destabilizzante.
Forse, se tu conosci il mittente, potrai capire meglio la sua condizione.

Forse è un grido per avere il tuo aiuto nel condurlo alla Verità.

Forse è una provocazione.

In ogni caso, se Dio non c'è, come può non volermi?
Affermare che Dio non mi vuole, significa ammettere (magari a livello di subconscio) che Egli c'è!

Bye,
Charles

Anonimo ha detto...

Prof, quando ho letto queste parole ho provato una fitta al cuore. Forse perchè chi le ha scritte sta attraversando un momento difficile e doloroso.
Però non credo che lo pensi davvero.
Le ho sentite dire spesso ultimamente...per molti ogni giorno è come se fosse il “Sabato Santo”...

A volte non abbiamo coraggio di niente perché abbiamo paura di tutto.
In amore spesso è difficile donare e donarsi...chi lo fa paga le sue amare conseguenze. A volte ci si sente abbandonati da tutti, ma è in queste occasioni che Lui ci parla. Purtroppo si è talmente offuscati nella mente e nel cuore che neppure ce ne accorgiamo. Diventiamo ciechi e sordi.
Mi viene in mente il “Messaggio di tenerezza” dell’anonimo brasiliano..
L’unica speranza è quella di affidarci, perchè Dio sa di cosa abbiamo bisogno, sa tutto.
Le nubi passano solo se mettiamo la nostra vita nelle Sue mani.

Ciao prof

Anonimo ha detto...

"Dio non c'è, Dio non mi vuole"....due frasi che però lasciano trapelare un bisogno assouto, una sete ardente di Dio(....come diceva s. Agostino.."il mio cuore non ha pace, finchè non riposa in te"), apparentemente non corrisposta, forse perchè si sta attraversando un momento difficile..
eppure, proprio quando siamo deboli e fragili, Dio ci prende in braccio...
...sta a noi aprire gli occhi per comprendere che Egli ci sta sempre accanto e che vuole un bene infinito e particolare a ciascuno..

'Ci

Anonimo ha detto...

"E la solitudine del silenzio che non riusciamo a sopportare è la porta dietro cui si nasconde Dio"...
sembra la descrizione e la condanna di chi si aggrappa a Dio tutte le volte in cui constata che nella sua vita non ci sono punti fermi...non c'è nessuno (a parte i genitori e Dio per l'appunto) che dica "ti amo sopra ogni cosa". E' la descrizione di "qualcuno alla cui anima manca un tassello". Se il prezzo da pagare per avere e riconoscere Dio è questa perenne e costante solitudine: è lecito chiedersi se davvero è così che deve essere? è lecito chiedersi perchè mai debba essere così?

Prof 2.0 ha detto...

Anonimo: è più che lecito. Il punto non è che deve essere così, almeno penso, ma che è così. L'uomo ad un certo punto scopre il suo radicale venire dal nulla e al nulla tornare: la morte. Quando percepisce questo vuoto è solo. E solo in questa solitudine, che è tutta positiva, scopre di non esserlo, perchè c'è Qualcuno che vuole dialogare per sempre con lui e che al dialogo lo ha chiamato dandogli la vita.

Anonimo ha detto...

e se questa persona avesse dato a dio tutto/a se stesso/a??
Se avesse provato a lasciarsi guidare da dio ma senza risultati positivi??
Allora,cosa dovrebbe fare?
Se uno prova a fidarsi di Dio,si affida totalmente a lui ma senza risulati,che può fare se non provare rabbia?

Prof 2.0 ha detto...

Può e deve provare rabbia, ma non smettere di fidarsi, perchè la verità, anche nelle cose umane si raggiunge gradualmente e con il tempo. Prova a rileggere Giobbe, e troverai questa rabbia e questa pazienza. E anche la risposta di DIo.

serenentola ha detto...

grazie per le parole che scrivi prof2.0. perchè? perchè il dono più bello che l'uomo possa ricevere è (ho 14 anni quindi posso anche sbagliarmi, ma i ragazzi hanno sempre ragione, no? :) ) il piacere di scrivere, perchè scrivere da una gioia imparagonabile, e se si trovano persone che ti fanno venire voglia di scrivere (e io ne ho conosciute) allora loro sono le persone migliori che esistono al mondo, perchè vivono in un mondo stupendo, che aprono a chiunque voglia drogarsi di tanta meraviglia!!!

serenentola ha detto...

ho sbagliato a scrivere l'ultima frase, comunque è quello il concetto..

Prof 2.0 ha detto...

Senerentola: mi sa che tu hai trovato un prof o una prof così o sbaglio!
Forza con la meraviglia!