Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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venerdì 10 aprile 2009

Due alberi

"Noi siamo peccatori non soltanto per aver assaggiato l'albero della scienza, ma anche per non aver assaggiato l'albero della vita. Peccaminosa è la condizione in cui ci troviamo, e ciò indipendentemente da ogni colpa"

Così J.Kafka, da genio quale era, nelle sue "Considerazioni sul peccato, il dolore, la speranza e la vera via".

Nell'eden c'erano due alberi. Quello della conoscenza del bene e del male, il cui frutto, immagine del limite dell'uomo che è creatura, assaggiammo, non accettando quel limite. Il secondo albero era quello della vita. Viene citato nella Genesi, ma poi non se ne dice più nulla. Abbiamo preferito assaggiare il limite e superarlo (impadronirci della vita di Dio) e non assaggiare ciò che era a nostra disposizione come un dono (ricevere la vita di Dio). Per questo eravamo due volte separati da Lui.

Così Dio si è incarnato per ricucire i due strappi, in un unico albero.

Sull'albero della croce, nuovo albero della conoscenza del bene e del male e nuovo albero della vita, in un uomo si realizzò la accettazione del limite: "non sia fatta la mia ma la tua volontà". Il cuore di Dio, fatto uomo, accetta il limite e lo fa suo, al posto dell'uomo. Così Gesù dona la vita a chiunque voglia assaggiarla, da un albero adesso a tutti accessibile. La vita piena, la vita eterna.
Il frutto di questo nuovo albero della vita arriva a noi come dono con il Battesimo, attraverso il quale la morte e la vita di Dio diventano nostre, e con l'Eucarestia, che rinnova ogni domenica questo straordinario processo di trasformazione che rende la vita dell'uomo (che lo vuole) piena, bella, divina, eterna.

Kafka aveva ragione, ma gli sfuggiva la nuova Genesi avvenuta in Cristo: non siamo più due volte separati da Dio, adesso siamo due volte uniti a Lui.

Basta accettare il dono.
Ma dei regali, si sa, uno è libero di fare quello che vuole.



1 commento:

dAn ha detto...

forse è troppo tardi...ma sto passando questo primo pomeriggio a leggere queste parole, così speciali. e allora lascio anche io la mia traccia.
caro alessandro, o prof. come non poter sottoscrivere questo post? ci diamo la vita, tutti i giorni. non è facile, ma è straordinariamente entusiasmante!
dovresti essere a NY, se non sbaglio..ricordati del caffè!
aNdRe