Dedicato a Sbit e a tutti i miei colleghi.
Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?
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giovedì 23 aprile 2009
Malattie croniche
Dedicato a Sbit e a tutti i miei colleghi.
mercoledì 22 aprile 2009
Prof non generalizzi!
Oggi Alunnorossomalpelo mi ha fermato all'intervallo e mi ha detto:
(ogni tanto leggiamo articoli di Alberoni in classe e i miei alunni lo odiano, soprattutto quando parla di loro... Paragonarmi ad Alberoni è quindi un'offesa...)
- Hai ragione Alunnorossomalpelo, ho solo 31 anni e già guardo a voi giovani con l'occhio del prof moralista e parruccone: generalizzo, faccio di tutta l'erba un fascio. Però ho alunni come te capaci di farmi rinascere, di contraddirmi, di ribellarsi alle generalizzazioni, di smentirmi: con i fatti, non solo a parole.
E per fortuna!
Altrimenti che ci sto a fare in classe...
martedì 21 aprile 2009
Il dolore che non parla

Insomma a cosa dedichi il tempo quando hai finito i compiti e lo sport?
...Facebook.
Ok, ma una passione? Qualcosa che ti prende la testa e il cuore?
Non lo so...
Aveva ragione Nietzsche, siamo in un'epoca che si surriscalda, ma non ha passione.
Perché non sappiamo più cercare, quando abbiamo smesso di farlo?
Compito per casa: un pomeriggio ad annoiarsi, senza facebook, senza ipod, senza computer...
Solo quando ci si annoia si scopre cosa ci manca. E il cuore comincia a sciogliersi in lacrime di dolore, di nostalgia, di sete.
E le coperture, in quanto tali, non sono soluzioni, ma anestetici...
Da' parole al dolore:
il dolore che non parla
sussurra al cuore greve
e gli comanda di spezzarsi
Shakespeare, Macbeth, atto 4, sc.3
lunedì 20 aprile 2009
Audrey

Audrey le ragazze hanno nostalgia di te.
(E un po' anche gli uomini...)
domenica 19 aprile 2009
Quello che c'è

Aiutandosi a vicenda ad essere fedeli a se stessi.
Il mondo ci appiccica addosso attese, sogni fatui, ansie, angosce... e questo a volte ci fa perdere di vista "quello che c'è".
Solo chi ci vuole bene davvero può fare da specchio non deformante.
Ne sono sempre più convinto, solo chi ha amici veri (o che lottano per esserlo) rimane fedele a se stesso.
"Secondo te dovrei mollare tutto e iscrivermi ad un corso di biotecnologie? Sarebbe più utile..."
"Secondo me dovresti leggere questo romanzo e scriverne un altrettanto bello. Questo sarebbe utile"
"Perché?"
"Perché sei fatto per questo"
venerdì 17 aprile 2009
Da chi?
Ma non mettono in dubbio alcune cose che passo ad elencare e guai se le tocchi:
- i pantaloni a vita bassa (con annessa mutanda griffata)
- la discoteca (luogo in cui paghi per sudare e strusciarti con gente sudata)
- il sabato sera con il gruppo (quello in cui nessuno è sé stesso pur di essere accettato)
- avere la ragazza/o (pur di averlo/a)
- farselo/a (pur di poterlo raccontare)
Tutto questo non si mette in dubbio, a costo di essere considerati "sfigati", fuori dal mondo...
Queste sono le verità scolpite nelle tavole della legge.
I nuovi comandamenti decisi da...
...da chi?
giovedì 16 aprile 2009
Notte di libri

L'indomani sono abbastanza provato e si vede dagli occhi pesti.
Perché sono disposto a perdere sonno per un libro? Perché leggiamo la notte?
Perché le parole hanno bisogno di silenzio.
La notte non squillano telefoni, la notte non bussa nessuno, la notte non ci sono rumori.
La notte il tempo non urge.
La notte è complice delle parole: un tempo ci si riuniva attorno al fuoco per raccontare le storie.
La notte.
Le parole di notte fanno più rumore delle stelle.
La notte è delle parole
Delle parole che contano.
Le parole preparano il sonno, a volte lo conciliano, a volte te lo tolgono...
mercoledì 15 aprile 2009
Tu hai successo, non ragione
Non mi avrai blasonato premio nobel che tutti leggono.
Tu premiato dalla cultura accademica che si compiace nel sentirti dire: "per quale ragione dovremmo amare gli uomini?"
Non mi avrai. Non avrai il mio tempo.
A costo di sembrare ignorante, altezzoso e sprezzante. Io non ti concederò un minuto del mio tempo.
Non per censura. Non per paura di scoprire cose che non voglio sentirmi dire (per quello mi basta guardare il mio cuore ed essere sincero con me stesso), ma perché non ho tempo da perdere con chi inaridisce il cuore dell'uomo, in questi tempi già difficili per i legami veri.
Non mi avrai, non avrai il rosso del mio cuore.
Te lo dico anche se non mi sentirai dall'alto del tuo freddo cuore che disprezza: uomo, donna, famiglia, bambini e vita. Ma non i premi.
con i legami ci si libera dai vincoli!
E non è perché tu vendi milioni di copie che hai ragione. Perché il mondo è pieno di persone che cercano qualcuno importante, famoso, intelligente che giustifichi la vigliaccheria, la cattiveria, la incapacità di amare e dia una buona ragione per starsene a fare i cavoli propri, tanto tutto è inutile e non c'è ragione di amare gli uomini.
Tu hai successo, non ragione. E hai successo perché non c'è niente di più comodo che far tacere la propria coscienza, con le idee di qualcun altro. Il tuo amore per il nulla ha successo, perché è comodo, ma non ha ragione.
E questo ogni uomo o donna che ami e abbia buon senso e un po' di coraggio: lo sa.
E se oggi ho passato gratuitamente mezz'ora con una collega a parlare di come aiutare i singoli alunni nella loro crescita personale è perché i legami liberano dai vincoli dell'indifferenza e della comodità.
Scusami se non ho il Nobel, ho solo buon senso.
martedì 14 aprile 2009
Io da grande voglio fare il prof
Perché ho deciso di diventare prof?
La seconda storia è quella di un film: L'attimo fuggente. Era una sera. Avevo 16 anni. Cambiando canale mi sono imbattuto in quel film, sono rimasto incollato allo schermo. Alla fine sono rimasto in silenzio a guardare i titoli di coda. La notte non ho dormito. E mi ripetevo: io voglio essere come quello lì, io voglio fare questo nella vita.
Quelle due storie mi hanno offerto un'immagine del mio futuro. Dovevo verificare se ero fatto per quel futuro. Mi sono messo alla prova e ho scoperto che quella era la mia strada (sul piano del fare, che è solo un piano della vita).
Quel futuro ha innescato in me il presente. Il mio presente di 16enne diventò il laboratorio di quel futuro: letture, discorsi, scrittura, letteratura, bellezza, critica, arte...
Mi ricordo ancore che quel prof mi prestava i libri e mi prestò una copia di un libro di un poeta insopportabile, ma anche quello mi aiutò, mi inseriva in qualcosa di grande, di misterioso, che io non capivo ed un adulto si fidava di me, mi sfidava, pensava che io ce la potessi fare. E ce la feci.
Il presente mi si riempì di futuro e divenne mio.
Senza storie siamo privi di futuro.
E chi è privo di futuro si priva del presente.
E tu che storia sei?
lunedì 13 aprile 2009
sabato 11 aprile 2009
venerdì 10 aprile 2009
Due alberi
Così J.Kafka, da genio quale era, nelle sue "Considerazioni sul peccato, il dolore, la speranza e la vera via".
Nell'eden c'erano due alberi. Quello della conoscenza del bene e del male, il cui frutto, immagine del limite dell'uomo che è creatura, assaggiammo, non accettando quel limite. Il secondo albero era quello della vita. Viene citato nella Genesi, ma poi non se ne dice più nulla. Abbiamo preferito assaggiare il limite e superarlo (impadronirci della vita di Dio) e non assaggiare ciò che era a nostra disposizione come un dono (ricevere la vita di Dio). Per questo eravamo due volte separati da Lui.
Così Dio si è incarnato per ricucire i due strappi, in un unico albero.
Sull'albero della croce, nuovo albero della conoscenza del bene e del male e nuovo albero della vita, in un uomo si realizzò la accettazione del limite: "non sia fatta la mia ma la tua volontà". Il cuore di Dio, fatto uomo, accetta il limite e lo fa suo, al posto dell'uomo. Così Gesù dona la vita a chiunque voglia assaggiarla, da un albero adesso a tutti accessibile. La vita piena, la vita eterna.
Il frutto di questo nuovo albero della vita arriva a noi come dono con il Battesimo, attraverso il quale la morte e la vita di Dio diventano nostre, e con l'Eucarestia, che rinnova ogni domenica questo straordinario processo di trasformazione che rende la vita dell'uomo (che lo vuole) piena, bella, divina, eterna.
Kafka aveva ragione, ma gli sfuggiva la nuova Genesi avvenuta in Cristo: non siamo più due volte separati da Dio, adesso siamo due volte uniti a Lui.
Basta accettare il dono.
Ma dei regali, si sa, uno è libero di fare quello che vuole.
giovedì 9 aprile 2009
Portami con te o resta...
Lui doveva partire.
Lui era innamorato di Lei, come un folle.
Ma Lui doveva partire.
Portami con te, gli disse.
Dove andava Lui, Lei non poteva andare.
Resta con me, gli disse.
Lui non le lasciò una foto, una dedica, un'immagine di sé.
Lui le lasciò se stesso: rimase.
Lui partì, rimanendo. Rimase, partendo.
Le disse: io sono con te tutti i giorni fino alla fine del mondo.
Lei rimase con Lui e con Lui partì.
Contemporaneamente rimaneva e partiva.
La sua casa era con Lui.
Con Lui, partito e rimasto.
In Lei. Con Lei. Per Lei.
Lei, di carne.
Lui, di pane.
Non c'è niente di più bello su questa terra dell'Eucarestia.
Chi non ci crede o ci crede poco, non sa cosa si perde.
La vita tutta intera.
mercoledì 8 aprile 2009
Sapere/Sapore
Non è giusto. Non è giusto! Ad un certo punto meglio la matematica... Lì non hai scampo...
Sembra che la curiosità, il desiderio di scoprire siano rimasti incastrati da qualche parte.
Ci sono solo risposte esatte o sbagliate come quelle dei quiz televisivi.
La ragione si è fatta strumentale (punta all'utile) e non trova la sua sapienzialità (il saper godere della verità-bellezza-bontà delle cose e non solo usarle).
Il sapere è scoperta. Dal noto all'ignoto. Dallo stupore alla conoscenza. Altrimenti non ha sapore.
Sarà un caso che si dica "buongustaio", ma anche "avere buon gusto?".
Continua la faticosa battaglia di svegliare questa sete di sapere e di sapore. E i prof sono i cuochi del sapere, purché anche loro amino cucinare. Giorno dopo giorno. Anno dopo anno... Sempre ai fornelli...
Per fortuna Dio ha inventato le vacanze.
Il maestro disse: "Che ne diresti se qualcuno ti offrisse un frutto e lo masticasse prima di dartelo?".
Nessuno può sostituirsi a te per trovare il tuo significato. Neppure il maestro.
martedì 7 aprile 2009
Prof che farò da grande?
I talenti si coltivano è vero, ma prima bisogna scoprirli.
E questo lo si fa adesso, tra i 13 e i 18 anni.
La questione si gioca su tre livelli: essere, fare, avere.
Ciascuno di noi ha ricevuto dei talenti concentrati o diluiti su questi tre livelli.
Sta a noi scoprire i doni ricevuti e decidere su quali valga la pena giocarsi la vita, perché la vita sia (almeno un po') nostra:
essere generosi, sapere dipingere o avere una piscina?
essere capaci di voler bene, saper fare affari o avere la ferrari?
essere comprensivi, saper scrivere o avere un bell'aspetto?
Certo se si riesce a far moltiplicare tutti i livelli tanto meglio... Ma non a tutti è dato.
A tutti è dato il primo livello: libertà di essere e diventare persone che portano a piena maturazione se stessi, che poi significa capacità di donare se stessi (con talenti annessi).
E alla fine ciò che lasceremo sulla terra è il talento moltiplicato: amore, abilità o cose?
Prof che farò da grande?
Sii te stessa e giocati la vita al meglio delle possibilità che ti sono state date.
Scoprile. Sceglile. Mettile in gioco.
E non perdere tempo, che è il primo talento che hai...
E io ti do una mano.
lunedì 6 aprile 2009
Terremoti

Per la strada vidi una ragazzina che tremava di freddo.
Aveva un vestitino leggero e ben poca speranza in un pasto decente.
Mi arrabbiai e dissi a Dio:
"Perché permetti questo? Perché non fai qualcosa?"
Per un po' Dio non disse niente.
Poi improvvisamente, quella notte mi rispose:
"Certo che ho fatto qualcosa. Ho fatto te"
Spero di ricordarmente anche nella vita di tutti i giorni: di eventi drammatici è piena la vita quotidiana (vecchi, malati, persone sole, tristi... che aspettano me). E i terremoti - se solo sapessi e volessi vederli! - sono sotto i miei occhi...
domenica 5 aprile 2009
In favore degli asini

Nella festa di oggi, domenica delle palme, è evidente una debolezza per l'asino. Sì, l'asino. Infatti ha il coraggio di entrare trionfante a Gerusalemme acclamato come un re, dalla stessa folla che in settimana lo farà fuori, a dorso di asino. Niente purosangue, niente stalloni di razza. Solo un asino, che lui stesso aveva indicato ai suoi di prendere in prestito da un amico. Lo aveva scelto. Non glielo avevano dato per caso. Aveva voluto quello lì. Si vede che gli era rimasto qualche ricordo della mangiatoia o della fuga in Egitto, in cui l'asino è fedele compagno della famiglia di Gesù, che si sarà divertito a cavalcarlo sin da bambino o a giocarci e, perché no, a fargli qualche scherzo.
Insomma come sempre nell'unica buona notizia che ci sia stata data negli ultimi duemila anni c'è una buona notizia anche per gli asini. Sono prediletti di Dio.
E i prof dovrebbero ricordarselo!
venerdì 3 aprile 2009
Queste piccole grandi cose
Ieri prof 2.0 parlava con un ragazzo di 16 anni.
Come va? - chiedo.
Benissimo.
Come mai?
Ieri mio padre mi ha chiamato a ora di pranzo, senza nessun motivo. Solo per chiedermi: "Come stai?". Sai lui la sera è molto stanco e non sempre si riesce a parlare, così ogni tanto mi fa queste chiamate durante la giornata, dal lavoro... Bello...
Lo dice con il cuore che gli sorride, e di conseguenza occhi e bocca.
A volte pensiamo di dover fare grandi cose per amare.
Ma per amare spesso bastano... queste piccole grandi cose.
giovedì 2 aprile 2009
Gran Film!
Ci regala sotto forma di personaggio l'evidenza che da questo male da cui da soli non si guarisce è solo la grazia che può liberarci. Un dono gratuito, che si riceve solo se lo si desidera, costi quel che costi: perdonarsi, essere perdonati, perdonare.
mercoledì 1 aprile 2009
Questo compito è bello!

Leggo solo a fine mattina questa mail scritta alle 3 di notte circa.
Oggi a prima ora compito dedicato alla lettura del libro in questione.
Chi ha scritto la mail porta in viso i segni della notte di lettura...
"Potete tenere il libro sul banco e consultarlo se ne avete bisogno".
"No, davvero? Non ci posso credere..." - sorridono, sbalorditi, rassicurati.
"Ragazzi questo compito non serve a costringervi a leggere il libro, ma a distillare ciò che ne avete cavato fuori".
Odio costringere a leggere e sembra che questa via di mezzo dia i suoi frutti.
Il compito è accettato sulle prime con paura, poi con serenità e quasi divertimento.
Non ci sono le domande tipiche delle orrorose schede narrative che accompagnano racconti e romanzi per la scuola, né mi aspetto risposte "esatte" (di esatto nella vita ci sono solo la matematica e l'ora), ma il distillato di chi prova a riflettere sull'esperienza della lettura, di chi va alla scoperta di risposte che sono nascoste da qualche parte tra le emozioni provate.
Perché leggere è fare esperienza di qualcosa, di una parte di mondo non ancora conosciuta. Ma solo chi riflette sulla propria esperienza ne trae frutto e non solo emozioni...
I libri non si consumano. Si distillano. Come il buon vino.
"L'ho letto tutto prof! Mi dispiace ammetterlo, ma..."
La guardo con paura...
"...mi è anche piaciuto!".
Sorrido e penso dentro di me "vittoria!".
"Sa prof, questo compito è bello!"
Sorrido e penso dentro di me "oggi giornata di grazia!".