Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

PS. Potete ricevere gli aggiornamenti direttamente al vostro indirizzo di posta elettronica, iscrivendovi al link a fianco.

sabato 9 gennaio 2010

Le stelle di Dante

Ci siamo convinti che vita eterna sia sinonimo di futuro, come se presente ed eternità fossero cronologicamente contigui, successivi o comunque separati. E per questo abbiamo inventato utopie che riportassero il futuro nel presente, salvo poi deluderci perchè quel futuro non riguarda mai il nostro presente. Ogni utopia provoca infatti, alla fine dei conti, disperazione.

Non abbiamo letto Dante allora, o lo abbiamo letto male.
Ho approfittato di queste vacanze per rileggere Dante.

Presente ed eternità stanno l'uno nell'altro, che è quello che Dante ci ha mostrato. La vita eterna prende forza dentro il tempo, comincia dal presente, è un futuro che si fa presente, è una qualità dell'esistenza.

Dante lo mostra con le stelle.

La fine di ogni cantica dantesca parla di stelle, a dimostrazione del fatto che il suo viaggio non riguarda l'aldilà e basta, ma l'aldilà nell'aldiqua, uno dentro l'altro.
Il suo viaggio è un viaggio nel cuore di ogni uomo che ha i suoi inferni, purgatori e paradisi.
L'inferno si chiude con questo verso (34, 139 )
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Dall'inferno del cuore si esce volgendo lo sguardo alle stelle. Aver considerato tutto il male che si nasconde nel nostro cuore rischia di gettarci nella disperazione, ma allo stesso tempo ci apre al "desiderio" (le stelle: de + sidera) di vedere quel male sparire, cambiare, trasformarsi. Così il cuore concepisce lo slancio alla salita verso il monte del Purgatorio, che si chiude con questo verso (33, 145):
Puro e disposto a salire le stelle
Dante ha visto il male, tutto il male, il suo male, se ne è purificato, ne è stato lavato, ha compreso che il bene, per chi lo cerca, trionfa sempre e così nel suo cuore ora è nata un nuovo desiderio: la disposizione a salir le stelle, il desiderio va oltre, è rilanciato. Si trasforma in sete di vedere la fonte dell'amore che ha eliminato tutto il male che c'era nel suo cuore, per sapere se sarà per sempre, se c'entra con lui, con la sua vita. Così il Paradiso termina con questo verso (33,145)
l'Amor che move il sole e l'altre stelle.
Dante vede Dio, vi caccia lo sguardo dentro e trova sè stesso, il suo viso, scopre che ciò che governa l'universo fisico e spirituale è amore, è l'Amore. E quell'Amore ha voluto lui, lo ha attratto sino a sè, prendendolo così com'era, nel suo presente.

Dopo questa visione Dante torna al presente.
In realtà ci è sempre rimasto. Non ci ha raccontato una favoletta medievale, di demoni e angeli, ma la storia di un cuore che realizza tutti i suoi desideri (Beatrice è causa di tutto), e raggiunge le stelle.
Dall'inferno al paradiso non si è mosso di un millimetro, ha solo attraversato le regioni del suo cuore e lo ha scoperto immerso nell'eterno, voluto dall'eterno.

E questo è paradiso.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

...stupendo.
in che senso beatrice è la causa di tutto?

Anonimo ha detto...

Sapevo che questo “post a parte” sarebbe stato ancora più luminoso!

Nel cielo di ogni cuore, non bisogna mai ignorare la luce stelle...Se penetra intimamente nel cuore, fa ritrovare ciò che è veramente importante: l’Amore. In questo modo la nostra esistenza si trasformerà in luce. Se ignoriamo le stelle non possiamo sperare nella realizzazione dei nostri desideri. Quindi sono i desideri del cuore a sfiorare l’eterno nel presente e a illuminarci d'eterno:
benvenuti in Paradiso!

”Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle giuro che lo farò”

"Rileggerò Dante...la notte, giuro che lo farò"!
=)

Anonimo ha detto...

Bellissimo post prof!!
Grazie!!!

mamma E.R. ha detto...

Per questo intreccio tra eternità e presente l'amore,anche quello umano o è per sempre o non è amore nemmeno nel presente. Forse può sembrare impegnativo affermare ciò ma alla fine è una verità semplice e anche affascinante.

Anonimo ha detto...

grazie di esistere!

Prof 2.0 ha detto...

Anonimo: leggere La Vita Nuova... Beatrice è l'innesco di tutto il viaggio.

Anonimo: saremo in due, nottetempo.

Anonimo: prego.

Mamma e.r.: "o è per sempre o non è". Grazie!

Anonimo: grazie a Dante di esistere!

Anonimo ha detto...

Post... Super!!
Grazie, Ale.
Mamma Er, con sue pillole di saggezza è Mitica !!

Anonima Ildegardiana ha detto...

questo tuo post mi ha illuminato su una rapporto tra Dante e Ildegarda di Bingen, non quello più banale delle punizioni dell'al di là, piuttosto quello realtivo alla visione come esperienza di eternità nel presente....
ne scriverò appena ritorno sul mio blog, poer intanto ringrazio nonsolomamma dal cui blog sono finita qua.
e grazie anche a te, naturalmente!