La Baia del Silenzio non è un posto dove ambientare una favola, perché è una favola essa stessa: un piccolo gioiello di mare e sabbia incastonato tra le coste liguri di una cittadina nota come Sestri.
Seduto sulla sabbia puoi sorseggiare il tuo cappuccino, sapientemente preparato da un personaggio omerico: Angelo, il gestore del Bistrò che si affaccia sulla spiaggia. Angelo è un narratore naturale, che quando rientra in barca dalle sue scorribande di pesca esclama: "il mare è ricchezza". Per lui ricchezza è la moglie, della quale parla come fosse perfetta. Per lui ricchezza sono i tre figli, dei quali parla come fossero perle preziose.
La Baia del Silenzio è uno di quei rari posti in cui il silenzio diventa percepibile.
Ci sono cose che diamo per scontate, ma sono le più importanti, solo che raramente diventano percepibili: l'aria e il silenzio. Nell'aria galleggiamo e respiriamo; nel silenzio pronunciamo parole sensate.
La Baia del Silenzio rende percepibile il dato di partenza: il silenzio. Senza silenzio non c'è parola che tenga. La stoffa delle cose è talmente evidente che non la vediamo più. In principio era il verbo, è vero; ma prima del principio del tempo, assolutamente prima, fuori dal tempo, era un silenzio meraviglioso, che preparava la parola.
Come due innamorati che si fissano e al loro silenzio non va aggiunto altro.
La tazzina di destra, quella dietro al libro, è la mia.
Era piena di silenzio. L'ho bevuto tutto.
Seduto sulla sabbia puoi sorseggiare il tuo cappuccino, sapientemente preparato da un personaggio omerico: Angelo, il gestore del Bistrò che si affaccia sulla spiaggia. Angelo è un narratore naturale, che quando rientra in barca dalle sue scorribande di pesca esclama: "il mare è ricchezza". Per lui ricchezza è la moglie, della quale parla come fosse perfetta. Per lui ricchezza sono i tre figli, dei quali parla come fossero perle preziose.
La Baia del Silenzio è uno di quei rari posti in cui il silenzio diventa percepibile.
Ci sono cose che diamo per scontate, ma sono le più importanti, solo che raramente diventano percepibili: l'aria e il silenzio. Nell'aria galleggiamo e respiriamo; nel silenzio pronunciamo parole sensate.
La Baia del Silenzio rende percepibile il dato di partenza: il silenzio. Senza silenzio non c'è parola che tenga. La stoffa delle cose è talmente evidente che non la vediamo più. In principio era il verbo, è vero; ma prima del principio del tempo, assolutamente prima, fuori dal tempo, era un silenzio meraviglioso, che preparava la parola.
Come due innamorati che si fissano e al loro silenzio non va aggiunto altro.
La tazzina di destra, quella dietro al libro, è la mia.
Era piena di silenzio. L'ho bevuto tutto.
15 commenti:
bellissimo post, come al solito...
ma (fuori tema) pensavo: possibile che tutti questi post gravidi di speranza campeggino su uno sfondo così inappellabilmente nero? se anche quel nero fosse la notte in cui passeggia il prof-cartoon che illustra la testata del blog, sono sicuro che la sua notte sarebbe blu e ricca di stelle... nera è la notte di chi non spera!
La notte non è mai nera...ma cangiante.
Anche se le stelle non si vedono, ci sono..."talmente evidenti che non le vediamo più".
Così come le parole nel silenzio.
Cangiante...sì, oppure è nera e facciamo finta che sia cangiante.
Come quando a volte facciamo finta di avere speranza e la predichiamo, e poi nella nostra vita ci arrendiamo.
Bevendo il silenzio.
P.
e la tazzina di sinistra di chi è?
Di Victoria prof?
Gossip man
Molto intenso questo scritto...
IL Silenzio parlante... la meraviglia della vita!
ale
Questo post mi coinvolge particolarmente. Anche se non lo bevo, io vivo quotidianamente
"nel" silenzio e "il" silenzio. Un silenzio che parla, dove le parole cessano di essere parole...sono così trasparenti che diventano intense e piene di significato, sembra quasi di saperle già.
Un silenzio che aiuta ad arrivare fino in fondo alle cose e a scrutarne la loro essenza. Se prima avevo paura di tutto questo, adesso so di non poter fuggire, di non potermi più nascondere e mi lascio proteggere da chi mi lascia un pò di pace...e continuo ad ascoltarlo, anche se a volte urla, ma sto imparando qualcosa da lui.
Da qualche parte ho letto (non ricordo dove però) che "il buio e il silenzio sfiorano l’Eterno"...
Forse a shit city, la notte, con il suo profondo silenzio è d’oro,
ed è piena di parole che "fanno più rumore delle stelle" e queste anche se non le vediamo sappiamo che esistono...sarà questo sfiorare l'eterno?
E nell’eloquenza di questo silenzio, io credo in te prof, in questo blog e nel ritorno della speranza in coloro che l’hanno persa...
Sirio caro: a parte che dobbiamo vederci! E poi hai pienamente ragione. Infatti il blog presto cambierà veste. E la notte è un tema su cui sto lavorando...
Carmen: è un verso di una canzone di De Gregori che amo molto, "La ragazza e la miniera"
P.: chi fa finta?
Anonimo e Gossip Man: a ben guardare le tazzine di sinistra sono due. Sono di due amici.
Ale e Anonimo: grazie del sostegno. Io sono un uomo piccolo piccolo, cerco solo di fare quello che so fare.
Lo so..."quando usciamo inciampiamo nelle stelle,
perchè le stelle quasi non le vediamo più."
Chi dice che la notte sia cangiante.
Chi predica la speranza e poi nei fatti è tutto il contrario.
Sa prof, avete blog molto simili, ma io sono un pò stanco di leggere tanta speranza che poi svanisce nel nulla.
P.
Caro P.
con il passare del tempo io ho capito e scoperto che a speranza non è illudersi, ma è aderire alla realtà. Io spero perchè la mia vita si fonda su qualcosa che mi dà sempre speranza qualsiasi cosa mi accada. Non fingo. Sarei uno stupido.
E sentiamo come si aderisce alla realtà?
P.
caro P nessuno ti costringe a frequentare questo blog... forse oltre alle riflessioni polemiche c'è qualcosa di buono che intravedi
fra le parole di speranza del prof
Certo, ma si da il caso che un blog è aperto a tutti.
I blog che amo anche se non condivido alcuni pensieri sono quelli dove un autore o un'autrice in prima persona si confronta con il lettore anche quando non è d'accordo e anche quando esprime in tono polemico, come dici te,le sue riflessioni.
Non sono costretto a frequentare il blog,chi è costretto?!Ma ognuno è libero di esprimere la propria opinione e di chiedere delle cose.
Qualcuno, qui in questo blog, pur essendo offesa da me(non faccio nomi),tempo fa mi ha detto che se faccio domande vuol dire che c'è speranza che io possa cambiare il mio punto di vista.Se ora mi viene risposto "nessuno ti costringe a frequentare il blog" senza che io ho offeso nè te nè nessun altro, credo non sia giusto.
Arriverci a tutti.
P.
Calma, calma. Siete ospiti nella mia città. Non c'è bisogno di incasellare niente e nessuno. Tutti sono i benvenuti e tutti sono liberi di esprimere ciò che vogliono se lo fanno con garbo.
Caro P. per rispondere alla tua domanda, posta con un tono tendente all'ironia mi sembra di poter dire, ci vorrebbe una bella chiacchierata a tu per tu davanti ad una tazza di cioccolata. Ma mi sembra che non possiamo. Allora ti rispondo nella maniera più concisa possibile:
la realtà è lasciarsi amare e amare.
In questo c'è sempre speranza, qualsiasi cosa accada.
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