Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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martedì 27 ottobre 2009

Ma tu mi credi?


"Vede prof il problema non è avere qualcuno che mi ascolti. Se chiedo loro di parlare, mia madre mi ascolta, mio padre mi ascolta.
Il problema è avere qualcuno che mi creda"

Così oggi un ragazzo.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè non gli credono?
Forse perchè dopo tanto dare fiducia, non l'ha saputa mantenere.
Oggi i ragazzi vogliono sempre di più e oltre la loro età.
Vogliono sempre ciò che i genitori non gli possono dare.
Roberto

Carmen ha detto...

O forse vogliono semplicemente ciò che i genitori "possono essere" e che chissà per quale motivo, spesso non sono.
Per dare bisognerebbe prima "essere" in un certo modo.
I figli imitano i genitori...quasi sempre.

Anonimo ha detto...

Roberto, scusami, ma credo che dire che i ragazzi di oggi vogliono sempre di più sia una brutta generalizzazione.
Sono un sacerdote, ho un oratorio con più di 200 ragazzi...non sono tutti come la tv li descrive e se sono come la tv li descrive, forse, come dice Carmen, vorrebbero che qualcuno fosse in un certo modo.
I ragazzi non dovrebbero crescere da soli, non solo in senso fisico ma in senso spirituale e psicologico ed è vero, quasi sempre imitano i genitori o chi li "cresce".
Don Giorgio

Anonimo ha detto...

Quindi secondo voi, Carmen e Don Giorgio, la colpa è sempre dei genitori?Anche questa è una generalizzazione.

Carmen ha detto...

Non credo si sia parlato di "colpa".
E poi parlare di colpe non ha mai portato da nessuna parte.
Sia i genitori sia i ragazzi sono "persone", e quindi capaci di pensare, parlare ed agire.
Solo che... i ragazzi devono crescere e i genitori e gli educatori in generale, diventando tali, dovrebbero accompagnarli.
E molto spesso, i ragazzi guardano a loro come punti di riferimento dai quali partire.
Con questo non voglio dire che i ragazzi non abbiano una loro volontà, un loro io e una loro personalità.
Ma la stanno costruendo e non possono farlo da soli.
Quindi...c'è bisogno che i ragazzi si buttino in mare (e devono farlo!), ciascuno con le proprie modalità, perchè ogni ragazzo è diverso dall'altro, ma c'è anche bisogno che qualcuno li guardi come un faro, li rimproveri se vanno troppo in fretta o troppo lenti, li incoraggi, butti loro un'àncora e sia sempre loro vicino con una barca nei momenti di tempesta.
Così loro affronteranno il mare e, diventati adulti, sapranno essere a loro volta àncore, fari e barche per i ragazzi che verranno.
"Essere", prima di fare e dare.
Per buttarsi in mare, però, hanno bisogno di credere in sè stessi, e per credere in sè stessi, hanno bisogno che qualcuno creda in loro.
Almeno per me.

Anonimo ha detto...

Concordo con te Carmen.
Aggiungo che quando qualcuno “crede in noi” significa che hanno fiducia in noi, ci amano per quello che siamo anche quando commettiamo degli errori. E' come sentirsi dire “puoi farcela, noi siamo e saremo sempre con te qualsiasi cosa accada". E possibilmente ci si sentirà non più sottovalutati ma persone capaci di prendere decisioni, sapendo di avere qualcuno sempre al nostro fianco.
Ma dietro ad ogni vissuto c'è una propria storia personale che non sappiamo...so soltanto che oggi il ruolo sia dei genitori che dei figli, è molto difficile da svolgere.

Anonimo ha detto...

Carmen ha risposto anche per me.
E poi nessuno ha parlato di colpe...
Don Giorgio

Anonimo ha detto...

"I figli imitano i genitori".
Mi è venuto in mente questo video
CHILDREN SEE CHILDREN DO.

http://www.youtube.com/watch?v=SJF50kwwRJE

Anonimo ha detto...

"Si , io ti credo..!"



Ale

Anonimo ha detto...

Ma quanto conta l'essere credibili? Nella nostra vita di tutti i giorni, quanto siamo credibili? Quanto è importante tener fede a quello che si dice, nel poco come nel molto?
Io a volte me lo dimentico...

Anonimo ha detto...

non solo genitori o insegnanti, ma anche amici.
Da SOLI non riusciamo a credere neanche in noi stessi (o almeno nn basta).
un figo il ragazzo..

eve

profemate ha detto...

Non so se io credo ai ragazzi. Certo non ci credo quando mi dicono che hanno lasciato il quaderno a casa. Ma cerco di ascoltarli molto attentamente e di credere a ciò che vogliono dirmi anche con le loro bugie. E di essere molto leale con loro.

Prof 2.0 ha detto...

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