Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?
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lunedì 28 settembre 2009
domenica 27 settembre 2009
D è D
D scrisse (in contemporanea con Delitto e Castigo) Il giocatore, uno dei punti di riferimento della sua narrativa, per pagare dei debiti che aveva contratto proprio per il vizio del gioco d'azzardo. Lo scrisse dettandolo a colei che sarebbe diventata la sua fidanzata (al contrario di quanto accade nel romanzo, in cui il gioco distrugge la vita del protagonista e il suo grande amore). D è D perché non c'è una riga, una pagina che non gli siano costate vita e che dalla vita non sgorghino.
La scrittura prepara ai fatti, ci mette in dialogo con quei personaggi che ci portiamo dentro e che dobbiamo o vogliamo imparare a conoscere, guardare in faccia senza paura, scongiurare, comprendere, abbracciare, redimere...
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venerdì 25 settembre 2009
Letture
BIANCO: Perché? Pensa che mi potrebbe parlare?
NERO: No, non credo. Ma io che ne so.
BIANCO: Non sono abbastanza virtuoso.
NERO: No, professore. Non c'entra niente. Non si tratta di essere virtuosi. Si tratta di stare zitti. Non è che posso mettermi nei panni del Signore, ma l'esperienza mi porta a credere che lui parla a quelli che l'ascoltano. E non c'entra un accidente se sono virtuosi o no.
giovedì 24 settembre 2009
mercoledì 23 settembre 2009
Applausi
In un mondo che mette in piazza - gridandole - emozioni false, condividere scoperte ed emozioni quotidiane sembra difficilissimo. Ci si vergogna di sè e non di quello che guardiamo in tv.
Ma poi l'applauso degli altri dopo la lettura di ognuna delle poesie è scaturito spontaneo. Qualcuno (la cui opera non era stata ancora letta) ha proposto di applaudire ad ogni poesia, onde evitare di sentirsi morire, senza quell'applauso... Che paura non essere accettati in ciò che si ha di più profondo. Che paura, a quindici anni.
Ma per fortuna le parole sincere svelano mondi che spesso restano nascosti sotto le maschere o i ceroni che la vita di tutti i giorni o la paura ci impongono. E di fronte a queste scoperte non resta che applaudire, come credo un giorno faremo quando sapremo la verità. Applaudiremo.
Oggi in classe le scorze si sono ammorbidite.
Qualche maschera è volata via.
E' diminuita la paura di essere se stessi.
Applausi.
lunedì 21 settembre 2009
Ri-letture
«Certo» rispose la vecchia. «Anche loro devono morire e la lunghezza della loro vita è più breve della nostra. Noi possiamo arrivare fino a trecento anni, quando però non viviamo più diventiamo schiuma dell'acqua, non abbiamo una tomba tra i nostri cari; non abbiamo un'anima immortale e non vivremo mai più: siamo come le verdi canne che, una volta tagliate, non rinverdiscono! Gli uomini invece hanno un'anima che continua a vivere, vive anche dopo che il corpo è diventato terra; sale attraverso l'aria fino alle stelle lucenti! Come noi saliamo per il mare e vediamo la terra degli uomini, così loro salgono fino a luoghi bellissimi e sconosciuti, che noi non potremo mai vedere!».
«Perché non abbiamo un'anima immortale?» chiese la sirenetta tutta triste «io darei cento degli anni che devo ancora vivere per essere un solo giorno come gli uomini e poi abitare nel mondo celeste!».
«Non devi neanche pensare queste cose!» esclamò la vecchia. «Noi siamo molto più felici e stiamo certo meglio degli uomini».
«Allora io devo morire e diventare schiuma del mare e non sentire più la musica delle onde, o vedere i bei fiori e il sole rosso! Non posso fare proprio nulla per ottenere un'anima immortale?».
«No» rispose la vecchia. «Solo se un uomo ti amasse più di suo padre e di sua madre, e tu fossi l'unico suo pensiero e il solo oggetto del suo amore, e se un prete mettesse la sua mano nella tua con un giuramento di fedeltà eterna; solo allora la sua anima entrerebbe nel tuo corpo e tu riceveresti parte della felicità degli uomini. Egli ti darebbe un'anima, conservando sempre la propria».
giovedì 17 settembre 2009
Necrologio
Generazioni di professori l'hanno ammazzata. E forse anche qualche poeta...
L'hanno sostituita con la critica alla poesia.
L'hanno resa astrusa, lontana, bizantina.
La poesia non è caviale, la poesia è la cosa più quotidiana che io conosca.
La poesia non è un abito da sera, ma un paio di jeans.
La poesia è la luce in fondo al tunnel e il buio dentro il tunnel.
La poesia è ciò che esiste tra le righe.
La poesia è il gioco più serio che io conosca.
La poesia non vale nulla e perciò non ha prezzo.
La poesia è la ghigliottina dei luoghi comuni.
La poesia è il vero soggetto della grande prosa.
La poesia è il borseggiatore della realtà.
La poesia non è fatta di parole, ma di cose. Di parole divenute cose.
Della poesia non si parla, si fa esperienza.
La poesia è pensare con la pelle.
La poesia non si critica, si impara a memoria.
La poesia è un mistero e per questo oggi non è di casa.
martedì 15 settembre 2009
Un gigante mingherlino
Avevo solo 16 anni, ma fu chiarissimo, quando non lo vidi più per i corridoi della scuola, che il testimone era passato a noi.
Adesso toccava a noi sorridere in quel modo.
"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici"
Così hanno scritto sulla sua tomba.
lunedì 14 settembre 2009
Primo giorno di scuola
Da qui non si torna più indietro.
domenica 13 settembre 2009
Vademecum per prof giovani
Ho titolato il post prof giovani e non giovani prof non perché io sia un prof anziano con ansie da prestazione giovanilista in cerca di un viagra didattico. Sono effettivamente giovane, tanto più che in Italia ogni anno la longevità aumenta di tre mesi e siamo arrivati a medie di 84-85 anni e a pensionamenti, di conseguenza sempre più avanzati. Ho titolato così perché la giovinezza è una condizione dello spirito e non semplicemente biologica. Ci sono colleghi sessantenni a scuola che si bevono noi ragazzini imberbi (ci facciamo la barba due o tre volte a settimana) per esperienza e gioventù interiore. Quindi non sono l’ultimo dei sessantottini postmoderni che vuole cacciare "i vecchi" della scuola affibbiando a loro tutte le colpe di cui già li vessa abbondantemente la nostra società ipergiovanilista. Insomma il post non è per giovani prof ma per prof giovani qualunque sia la loro età. Giovane vuol dire “nuovo”, ma non come lo si intende oggi. Nuovo oggi vuol dire “ultimo modello”, il più recente, che solo per questo motivo è migliore del precedente. No. I giovani prof non sono migliori di quelli della generazione precedente perché sanno usare facebook o perché estraggono dalle orecchie gli auricolari dell’ipod prima di entrare in classe. Qui intendo giovane come “sempre nuovo”, cioè ciò che non invecchia, cioè ciò che sa dare sempre qualcosa di nuovo e scoprire qualcosa di nuovo. Dante è giovane. Shakespeare è giovane. Omero è giovane. Eppure di secoli sulle spalle ne hanno. Moccia tra 50 anni sarà vecchio e decrepito e dopo soli due o tre anni già accusa le prime rughe... Non avrà più altro da dare se non quello che ha dato subito, come le canzoni dell’estate. Le ascoltiamo centinaia di volte, ma l’anno dopo ci fanno pena. Ecco quindi prof giovane, parlo a te, a te che non hai rinunciato ad essere nuovo, a dare sempre qualcosa di più ai tuoi alunni, a te che non fai mai la stessa lezione anche se è la stessa da 5 o da 50 anni, a te che il pomeriggio studi e leggi per scoprire cose nuove, a te che hai di fronte ragazzi sempre diversi e quindi non puoi dire mai le stesse cose, a te che sei costretto da quei giovani a rinascere ogni giorno. A te che hai spiegato Dante negli anni '70 e non avevi bisogno di spiegare cosa fosse la teologia, a te che lo hai spiegato negli '80 e non lo potevi dare più per scontato, a te che lo hai spiegato nei '90 e non ricordavi bene cosa fosse, a te che lo hai spiegato negli anni '10 del nuovo millennio e hai usato wikipedia per scoprirlo, a te che lo spiegherai negli anni '20 di questo stesso secolo e non so cosa ti aspetta.
venerdì 11 settembre 2009
Aggiornamento...
Per fare l'insegnante devi essere psicologo.
Per fare l'insegnante devi essere sociologo.
Per fare l'insegnante devi essere pedagogo.
Per fare l'insegnante devi essere comunicatore.
Per fare l'insegnante devi essere creativo.
Per fare l'insegnante devi essere più bravo di Dio.
Dato che tutto questo è impossibile mi accontenterò di due o tre cose più alla portata:
- conoscere e studiare la mia materia
- provare a voler bene ai miei alunni, uno per uno e tutti insieme
- farmi aiutare dai miei colleghi e aiutarli
mercoledì 9 settembre 2009
Invidie, gelosie, paure...?
Se è così proficuo collaborare perché si resiste tanto? Perché tanta fatica a mettere in comune talenti e interessi? Qual è il principio di opposizione a qualcosa che semplifica il lavoro, lo rende più ricco e appassionante?
Invidie, gelosie, paure...?
lunedì 7 settembre 2009
Su una panchina di Londra
Capita in questi casi, a sapere ascoltare, di sentirsi nuovi.
Ascoltare il grado zero di sé, senza sovrastrutture.
Capita in modo direttamente proporzionale alla distanza dai luoghi d'origine, dove si attenuano - quasi sino a sparire - gli schemi consueti per interpretare gli altri e il mondo, anche se gli altri parlano ai tavoli dei bar come in tutto il resto del mondo.
E puoi essere il più strano di tutti: non attiri l'attenzione, perché non sai cosa è strano.
E puoi essere il più normale di tutti: non attiri l'attenzione, perché non sai cosa è normale.
Chi sei tu al grado zero?
Rischi di scoprirlo solo se ti decentri.
Ricordati però che quello è l'innesco, poi tocca a te, dentro di te.
Per questo viaggi nei luoghi, nei libri, negli occhi degli altri, ma questo non basta.
Viaggiare è la forma più raffinatamente materialista della vita spirituale. Quel che oggi a molti resta per entrare in dialogo con sé stessi e quindi per trascendersi.
Cambiano cielo, non anima, quelli che corrono di là dal mare.
Che gioia potersi sedere su questa panchina tutti giorni, almeno mezz'ora...
domenica 6 settembre 2009
Zibaldino domenicale
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sabato 5 settembre 2009
Il più bello che abbia mai letto...
Caro prof,
leggevo il mio nuovo miglior amico: il signor "Il conte di Montecristo" e arrivato quasi alla fine credo proprio che questo sia il libro più bello che abbia mai letto. E se non ci fosse stato lei io non avrei mai avuto il coraggio di leggerlo. Quindi la ringrazio moltissimo per questo regalo che lei mi ha fatto. Come dice il retro del libro ''Il conte di Montecristo'' ha tutto!
Sembra proprio che la barbarie di cui tutti si lamentano non sia dappertutto... Sembra che basti un po' di coraggio e di fiducia da parte degli adulti!
venerdì 4 settembre 2009
Creativi o furbi?
Mi limito ad esempi nel mio campo.
Un alunno è e diventa creativo quando traduce, è furbo quando scarica la traduzione.
Un prof è e diventa creativo quando prepara la lezione, è furbo quando legge dal testo sul momento.
Propongo un ritorno alla creatività (che richiede più tempo e sforzo ma ci regala la Sistina) e un abbandono della furberia (che ci regala "la merda d'artista"), per essere - in questi tempi nostri, così furbastri- tutti un po' più "poetici" e quindi un po' più "produttivi".
giovedì 3 settembre 2009
Fratello-Happydays Birthday
Quando è nato io non c'ero: ci volevano ancora 11 anni.
E oggi lo voglio ringraziare per quegli 11 anni e ciò che contengono:
La fatica di essere il primogenito.
La fatica di essere un apripista.
La fatica di crescere altri 5 fratelli.
La fatica di dare il buon esempio.
La fatica di essere il più responsabile.
La fatica di essere il primo esperimento educativo.
La fatica delle battaglie fatte e risparmiate agli altri fratelli.
Se diventi santo ti propongo come patrono dei primogeniti!
mercoledì 2 settembre 2009
Il profumo delle vacanze
Se la vacanza è stata solo un profumo, lascerà la malinconia dell'aroma che si dissolve, più o meno lentamente. Se la vacanza è stata un cuore che si è dilatato in legami e affetti sarà un trampolino per lanciarsi nell'acqua di un nuovo anno di lavoro che comincia.
Io non vedo l'ora di tuffarmi.
Per questo corro a scuola, per gli esami di riparazione...