Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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martedì 16 giugno 2009

Il peso della firma

Firmiamo continuamente senza rendercene conto.

Queste sono le firme che non scorderò:

La mia prima giustificazione scolastica da diciottenne.

La correzione del primo compito da professore.

Il registro dei testimoni per il matrimonio di mio fratello.

Oggi: il contratto per il mio romanzo, che uscirà con Mondadori a gennaio.

Tutte queste firme le ricorderò, perché nome e cognome per esteso, al momento della firma, pesavano quanto la vita che c'era dietro. Pesa nel ricordo la vita che pesa.
Il nome e cognome pesano quando ci si prende delle responsabilità, cioè quando si risponde alle chiamate della vita con un bel: Eccomi! Sottoscrivo! Come durante l'appello a scuola...

Invece l'anonimato è, oltre che insostenibilmente leggero, troppo comodo e assai spesso mortifero... Un alunno che risponde all'appello poco convinto perderà quella giornata. Un amore che diventa anonimo muore.

Sarà per questo che alla fine della vita sarà consegnato a ciascuno un sassolino bianco con su scritto il proprio vero nome?

7 commenti:

la tua amica di Milledgeville ha detto...

hai dimenticato la firma che hai messo in fondo al romanzo...
poi spero di vederne una sulla prima pagina della copia che mi dedicherai...

Prof 2.0 ha detto...

Cara Flannery hai ragione. Come sempre...

Anonimo ha detto...

titolo del romanzo??

Prof 2.0 ha detto...

Provvisorio: Bianca come il latte, rossa come il sangue. Ma probabilmente cambierà.

Anonimo ha detto...

grazie!
m

Anonimo ha detto...

Le parole di ciò che hai scritto hanno colpito la mia coscienza.
E’ vero, un nome e un cognome racchiudono la responsabilità di ogni nostro gesto e di qualsiasi nostra attività nella nostra vita.
Immagino l’emozione quando hai sentito scorrere sul foglio del tuo contratto la penna che ha siglato il tuo traguardo!
E immagino l’emozione che avrai provato nel rivedere il tuo nome e cognome scritti su quel foglio.

Ps. Credi davvero che un alunno, solo per il fatto di rispondere incerto all’appello non sia responsabile o abbia perso la giornata? Non potrebbe essere paura o timidezza?

Ciao prof,
io "senza nome" nel blog, aspetto con ansia di leggere il tuo libro
e mettere lì, nelle prime pagine il mio nome (ovviamente dopo la tua dedica)
=)

Claire ha detto...

è un po' quello che succede durante gli appelli d'esame.
Ascolti il tuo nome tra tanti,e puoi nasconderti nella folla,certo che nessuno se ne acccorgerà;e allora prendi in mano la carta d' identità,brandendola,e capisci che sei tu,e solo tu,che devi rispondere a quella chiamata.
Alla fine,a volte soddisfatto,a volte meno,metti la tua firma,perchè sei responsabile di ciò che hai fatto.

Complimenti per il romanzo;spero davvero,un giorno,tu possa apporre la tua firma anche sulla mia di copia.
Ciao,Claire.