Lo spirito del blog - La vita: commedia o tragedia?

Questione di inquadrature. La commedia è la vita in campo lungo e la tragedia la vita in primo piano. Se inquadri da lontano un uomo che cammina per strada e scivola su una buccia di banana, è divertente. Ma se ti avvicini, non è più divertente perchè si vede il dolore... Per comprendere la mia vita e quella altrui mi sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci magari anche a riderne e a conservare il buon umore... E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla...

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mercoledì 16 dicembre 2009

Una potenza misteriosa

Quando si legge il IX capitolo dei Promessi Sposi ci si deve fermare sbigottiti, esausti, tramortiti della sofferenza di Gertrude, nella quale i ragazzi si identificano immediatamente, partecipandone i travagli emotivi adolescenziali.
C'è un momento che mi toglie il fiato ed è quando Manzoni descrive l'adolescenza in due righe da ricordare a memoria:  
"Tra queste deplorabili guerricciole con sé e con gli altri, aveva varcata la puerizia, e s'inoltrava in quell'età così critica, nella quale par che entri nell'animo quasi una potenza misteriosa, che solleva, adorna, rinvigorisce tutte l'inclinazioni, tutte l'idee, e qualche volta le trasforma, o le rivolge a un corso impreveduto"
Ecco io oggi volevo ringraziare Manzoni di avermi ricordato che non c'è un'età avvolta nel mistero più dell'adolescenza. Un mistero fascinoso e doloroso allo stesso tempo. Un mistero che si apre al bene, al vero, al bello come non era successo prima e come, forse, non accadrà più. Questa potenza misteriosa, che entra nel cuore di un bambino che diventa uomo, di una bambina che diventa donna, fa paura, sconvolge e turba. Essa è il richiamo potente della realtà e della vita.

Questa forza misteriosa che trasforma e indirizza verso "un corso impreveduto" rende i nostri alunni fragili e sgomenti.

A noi il compito di rassicurare e prestare la forza che a loro manca per essere pienamente se stessi e dire sì al richiamo della vita vera, buona, bella. Scelta la quale ogni sgomento tace.



domenica 15 novembre 2009

Immaturità

La quasi totalità delle incomprensioni con gli adolescenti deriva dalla dimenticanza. Dimentichiamo che le risposte raggiunte da adulti sono un risultato: il risultato di un processo che ha avuto inizio proprio nell'età di chi ci sta di fronte. E chissà quanta vita, dolore e lotta per raggiungere quel risultato. Poi però quando abbiamo le risposte, paradossalmente dimentichiamo tutta questa vita, dolore e lotta. Come uno che dimenticasse il sudore, l'acqua e il lavoro richiesti, perché l'albero che ha piantato anni prima producesse la mela che sta addentando adesso.
Chi ci sta di fronte allora diventa stupido.
Ma non è più stupido dire al seme contenuto nella mela che stiamo mangiando:
"Sei un immaturo!" ?

La verità è una storia, non un'istantanea.
Educare è ricordare.

martedì 27 ottobre 2009

Ma tu mi credi?


"Vede prof il problema non è avere qualcuno che mi ascolti. Se chiedo loro di parlare, mia madre mi ascolta, mio padre mi ascolta.
Il problema è avere qualcuno che mi creda"

Così oggi un ragazzo.

venerdì 9 ottobre 2009

Scrittura è avventura

Per un anno ho "massacrato" i miei alunni con la scrittura. Sarà perché più della metà delle cose che so su di me, le ho scoperte scrivendo e quindi credo nella scrittura come avventura e non come compito. Sarà perché correggere i temi è l'operazione più lunga e noiosa che la storia ricordi e quindi volevo leggere testi che mi colpissero, interessassero, stupissero. Comunque sia, vale ciò che diceva la scrittrice americana Flannery O'Connor: se non ti stupisci nel rileggere quello che hai scritto, non stupirai mai nessuno con quello che scrivi. Così forse i miei ragazzi di V ginnasio si sono abituati a lasciarsi stupire dalla loro scrittura e quindi da loro stessi. E io partecipo al loro stupore in questo piovoso pomeriggio di temi da correggere:

"L'infinito esiste e c'è in ogni parola di questa poesia: cercata, smussata, rifinita, sofferta, poi pronta per essere oggetto. Il poeta è questo un artigiano di lettere e versi e respiri: Ungaretti lascia sospesa nell'aria la prima strofa, come un grido perso nel vento a cui dà risposta nei versi successivi, dopo averlo lasciato attendere, per vedere se resterà in ascolto"

"Ho le lacrime che scendono dal viso e cadono su quei fogli riguardanti una vita (una raccolta di poesie ndr). Per paura di rovinarli li ho chiusi e appoggiati a terra. Sul retro vi è una scritta: A te Edda, che tu possa vivere con me questi momenti, perché questi sono quelli veri, quelli che vengono dal cuore del cuore"

"Molto spesso questa rubrica si è occupata di grandi poeti italiani; più recentemente di poeti stranieri. Vorrei ora sottoporre ai signori lettori una poesia del primo novecento americano, scritta dal poeta L.F."

"I Promessi Sposi sono così, nascondono una melodia che ti entra in testa e ti trascina con dolcezza sino alla fine del romanzo"

"Per me il desiderio di Manzoni è capire il mistero del cuore umano, come mai un uomo agisce in un certo modo e da cosa vengano influenzate le sue scelte, poiché è molto affascinato da questo e vuole saperne di più. Tutti ci chiediamo ciò, ma Manzoni arriva al cuore del mistero"

"Forse sarà perchè ci sono stato più di una volta in quella zona, però quando la descrive mi sembra di essere veramente dentro il racconto: mi sembra di vedere il lago e i riflessi delle montagne e delle nuvole nelle sue acque, mi sembra di camminare per la stradicciola insieme a don Abbondio e di provare le sue stesse sensazioni quando incontra i bravi"


"Nonostante il fatto che questo libro sia 'vecchio', tratta di argomenti e personaggi che non hanno tempo. Anche oggi abbiamo sempre un fifone che tiene solo a salvare la propria vita come don Abbondio, o qualcuno che cerca di sembrare potente, quando in verità non vale nulla, come don Rodrigo"

mercoledì 17 giugno 2009

Maturità è un elemento imprescindibile...

Da una mail di una collega conosciuta tramite il blog, dedicata a tutti i maturandi, in questo momento di sofferenza...

"Volevo chiederti se scriverai qualcosa sulla maturità. Mi par di capire che lavori solo al biennio, ma l'ansia è tanta per i maturandi e molti, fra una pausa di studio e l'altra, cercano in Internet sollievo alle proprie pene, peraltro digitando sempre e solo 'maturità'. Penso che la tua carica di ottimismo e buon umore potrebbe essere un buon viatico, perché non scrivi qualcosa anche per loro? Per esempio che nonostante il rigetto e la paura che credono di provare, poi la si ricorda per tutta la vita con nostalgia. Io ricordo la mia con nostalgia. Ricordo che mia mdare, insegnante elementare, aveva saputo in mattinata i titoli dei temi ed aveva previsto con precisione millimetrica (le mamme...) quale traccia avrei scelto io e quale mia sorella. Per partecipare al nostro supplizio -ma anche a quel momento così importante!- si era messa a scrivere il tema, a casa, per farci compagnia da lontano. Sono appena andata su eduscuola a vedere il titolo d'allora... mio Dio! E chi se lo ricordava? Neppure il titolo, mi è rimasto. Triste, vero? Avrei dovuto scrivermelo subito, tutto il tema, di ritorno a casa, per ricordo... e invece... Ricordo solo che dopo gli orali, tornando a casa, mi sentivo arrivata. C'era una chiesetta microscopica, lontana tra i campi di grano, lungo il ritorno. Amavo guardarla, era un quadro inglese... ricordo di averla guardata intensamente, quel giorno, volutamente fissando la memoria di quel momento in quell'elemento del paesaggio. Brunella Gasperini in un suo racconto -Non mettete l'olio al cancello, il più bel racconto che io abbia mai letto- scrive che ci sono i fantasmi del nostro passato, nei luoghi e nelle cose. Mi ha suggestionato a tal punto, questo pensiero, che quando torno in alcuni luoghi mi immagino di trovarci la me stessa di tanti anni fa, che non poteva pensare, nemmeno immaginare a quella che sono ora, che non avrebbe creduto che sarei ripassata di lì in un nuovo ruolo, con la consapevolezza di chi si trova adulto e pensa al sé di quando era adolescente. Quando passo per quella strada, al ritorno da scuola, a volte volgo lo sguardo a quella chiesetta e penso a me insegnante (!) e a me studentessa appena 'maturata', che ritornava a casa sua dopo aver chiuso per sempre una parentesi importante. E in quel momento in cui il presente ricorda il passato, in cui rivedi i tuoi vent'anni e ti mancano, è come sapere meglio chi sei stato e chi sei ora".

E voi che ricordi avete della vostra maturità?

venerdì 12 giugno 2009

Piccoli uomini e donne crescono

Ieri sera gelato con i miei alunni.
Dovreste vederli come sono eleganti. Per una pizza.
Si parla di tutto.
Dal gusto del gelato ai libri per le vacanze.
Dal colore che ha la notte al profumo dell'estate che comincia.
Dalla paura delle strade buie al colore della libertà.
Dovreste vederli affacciarsi dalla finestra del futuro, con gli occhi pieni di gioia.
Il loro cuore vibra, un cuore pieno di paure e incertezze, ma un cuore vivo.
Un anno di scuola si spegne nel letto di una notte che culla tutti questi cuori.
Oggi abbiamo tutti un anno.
Dovreste vederli.

martedì 9 giugno 2009

Estati indimenticabili

Il dialogo con la Lettricesedicenne del post del 7 giugno continua, alla mia domanda: "A che punto sei della tua ricerca?", così risponde:

"Che bella domanda! Sono ancora al 20%... di strada ne ho tanta da fare... ma, al contrario di tanti che arrivati a 50 anni ancora non sanno cosa faranno da grandi, almeno io so quello che mi piace, quello che mi affascina e mi appassiona.

Sono a un punto della mia ricerca in cui mi appassiona sentire parlare chi ha tanta cultura, vorrei averne anche io da vendere... E sto cercando di acquisirla.

Sono a un punto della mia ricerca in cui ho voglia di fare e scoprire cosa si nasconde dietro quelle attività che mi piacciono di più come recitare a teatro, cosa che faccio da 4 anni, e che ogni anno mi forma, mi stupisce, mi fa felice e mi arricchisce sempre di più.


Sono a un punto della mia ricerca in cui scopro ancora passioni che non pensavo di avere nascoste dentro di me, come la fotografia. E' un'emozione bellissima immortalare qualcosa che solo nella frazione di secondo in cui la catturi è in quello stato... perché si evolve continuamente; è bellissimo fotografare una persona che con un semplice movimento, una semplice espressione del viso ti sta trasmettendo un'emozione, la stessa che probabilmente arriverà a chi guarderà la foto.

Sono a un punto della mia ricerca in cui credo proprio che quest'estate non sarà solo relax e divertimento, ma sarà anche l'approfondimento di tutto quello che voglio sapere sulla fotografia, sul cinema, sul teatro...cose (teatro a parte) che quasi mai posso fare d'inverno.


Sarà un estate in cui divorerò più libri possibile, visto che finora non ho letto moltissimo, purtroppo... ma da poco ne ho capito la vera importanza (anzi, se ne hai qualcuno da consigliarmi, insieme a qualche film, mi saresti molto d'aiuto).


Insomma sono a un punto della mia ricerca in cui sono attirata da molte cose... un po' tutto è da vedere".

C'è un libretto prezioso, preziosissimo, come un diamante, di R.M.Rilke, dal titolo "Lettere ad un giovane poeta", che raccoglie le risposte del poeta ad un ragazzo che chiedeva al poeta consigli sulla sua possibile vocazione letteraria.
In una di queste lettere Rilke scrive al giovane poeta, che chiede risposte certe, che l'importante alla sua età non è avere le risposte giuste, ma le domande giuste.
Cara Lettricesedicenne la tua ricerca sta ponendo le domande giuste e ti aspetta un'estate indimenticabile di scoperte e magari risposte...

ps. questo blog lo fate voi, sempre di più. Grazie!

domenica 7 giugno 2009

Il tempo per guardarsi dentro

Ho ricevuto una mail da una sedicenne lettrice del blog, ne pubblico un pezzo che mi è servito a riflettere:


(...) La vita, almeno per me, è ANCHE riflettere su ogni suo aspetto, senza tralasciare nulla, neanche un minimo gesto, per quanto sia possibile: questo è un po' anche quello che fai nel tuo blog, che trasuda di pensieri, sensazioni, che porge l'orecchio a chiunque abbia qualcosa da dire. Un'altra sensazione che questo blog mi ha trasmesso, anche se non detto esplicitamente, è che nella vita bisogna farsi largo. Io ho 16 anni, più o meno come i ragazzi a cui insegni credo, e posso dirti (anche se penso che tu lo sappia già) che spesso noi ragazzi siamo convinti che il nostro "compito" sia soltanto quello di divertirsi, di studiare non per il bisogno di CRESCERE e SAPERE, ma per OBBLIGO! Io so che non è così: gli obiettivi anche a quest'età si devono conquistare... e per "obiettivi" non intendo voti, promozioni, permessi e cose simili, ma ogni gesto teso a farsi strada, a realizzare ciò che interessa veramente, perché niente cade dal cielo. Non sono solo i grandi a doversi fare in quattro, giacché noi giovani le passioni le abbiamo, eccome (!)... forse un po' nascoste, forse ancora da scoprire, ma le abbiamo… e il nostro compito primario dovrebbe essere quello di coltivarle già da ora, con una visione a 360°. Spesso però, purtroppo, presi dalla routine, ci dimentichiamo di averle queste passioni, ed è un male… ci limitiamo a fare ciò che ci chiedono di fare e, soprattutto, controvoglia. Manca il tempo di guardarsi dentro, ma dobbiamo farlo… ancora prima di un compito per casa, della palestra, della versione da tradurre. Forse i libri sono importanti anche per questo, perché, tra i tanti benefici, ti danno gli spunti per guardarti dentro...

martedì 12 maggio 2009

Ai miei alunni

Da te voglio estrarre il tuo migliore tu.

lunedì 11 maggio 2009

La sagra del libro

Ci sono giorni a scuola che ti strappano la pelle di dosso dalla gioia. La sagra del libro è uno di quelli. Due giorni in cui i ragazzi a turno fanno lezione su un libro che hanno letto. Un mese fa avevo mandato loro una lista di libri, poi a sorteggio per la priorità ciascuno sceglieva (o era scelto da) un libro. In un mese dovevano leggere e preparare una relazione scritta e orale. La relazione scritta è divisa in 4 parti: sinossi del libro, analisi narrativa, un passo a scelta da commentare, giudizio complessivo sul libro. Devono poi esporla in 10 minuti, minuto più minuto meno e presentare il libro a tutta la classe che ascolta in religioso silenzio e applaude alla fine, spontaneamente.

Seduto all'ultima fila tra i banchi mi sono limitato a estrarre i numeri della tombola per chi avrebbe esposto e poi li ho ascoltati, con quella meraviglia di chi vede i suoi ragazzi divenuti più maturi, più grandi, più belli, più se stessi, nel corso di un anno scolastico. Si accendono, raccontano, criticano, amano ciò che hanno letto e gli altri ascoltano. In silenzio.

Così oggi abbiamo avuto in aula con noi Balzac con Eugenia Grandet, James con Giro di vite, Ammanniti con Io non ho paura, Blixen con La mia Africa, Tolstoj con La morte di Ivan Ilic, Maurensig con La variante di Lunenburg (per il quale è stata persino usata la lavagna), Bradbury con Fahrenheit 451. E non è ancora finita!

Ed erano loro i protagonisti del loro apprendimento. Dispensavano consigli di lettura agli altri, si scambiavano i libri, davano interpretazioni diverse, ridevano dello stile espositivo di ciascuno.
Io gongolavo di gioia. Se ne sono accorti.

Prof ma ha bevuto?
Sì ragazzi... alle sagre ci si ubriaca sempre...

venerdì 8 maggio 2009

Crock

Ospite a cena da amici. Giacomo fa la seconda elementare e ci tiene a farmi leggere una favola che ha inventato. Protagonista è la rana Crock che se ne va in giro con la sua BMW (nelle favole postmoderne questo è normale...), ma va a sbattere contro un grosso lucertolone. La paura per l'incidente e i danni riportati gettano Crock nella disperazione, facendolo diventare piccolo e blu (per la paura), ma proprio le sue lacrime si trasformano in ali capaci di volare e di riportarlo a casa, dove la mamma lo rende di nuovo verde e grande, pronto per una nuova avventura.

In miniatura questa è la vita. Ci si lancia all'avventura di un mondo promettente, ma il mondo ha le sue difficoltà, i suoi ostacoli. Affrontarli significa soffrire, piangere. Ma proprio quel dolore accettato, si trasforma in ali capaci di riportarci a casa, per ricominciare il viaggio della crescita.

Alla fine della cena Giacomo mi ha aiutato a spegnere le candeline su una torta di compleanno posticipato. Un altro anno si spegne, in un soffio, ma non cambierei niente del passato, neanche le lacrime, che mi hanno dato le ali per volare più in alto e per tornare a casa.

giovedì 7 maggio 2009

A cosa pensi quando non pensi a niente?

Un'alunna (14 anni) mi ha mandato una pagina che aveva scritto e sulla quale mi chiedeva qualche consiglio. Riporto qualche passaggio.

"...nei momenti meno opportuni i tuoi pensieri incominciano a vagare lontano da dove dovrebbero essere e diventano liberi. È come se la tua mente si distaccasse dal corpo per vagare libera in un giardino sconfinato di erba verde ben tagliata e tutto quello che ti circonda, non ti fa più effetto; diventi uno spettatore esterno. Quando succede questo vuol dire che ti è capitato qualcosa di veramente speciale. Gli uomini si distinguono dalle altre creature viventi sulla Terra come ad esempio gli animali, grazie alla loro libertà e alla loro capacità di pensare e fare quello che più amano. Di solito noi pensiamo solo quello cui vogliamo pensare, controlliamo sempre la nostra mente, per fortuna non siamo una formula scientifica, ma siamo esseri umani che non sono perfetti e non lo saranno mai e soprattutto non abbiamo sempre le stesse reazioni che possono essere previste come può essere prevista la reazione dell’aceto mischiato a del bicarbonato: tantissime bolle.
...alla fine è la nostra natura, noi siamo liberi e quindi anche i nostri pensieri lo sono. Nessuno fa caso all’acqua che evapora dopo le piogge, quando torna al sole o che importa se in quell’acqua ci sono anche le lacrime spese a piangere per amore, per dolore. L’acqua evapora, torna nell’aria e torna nei nostri polmoni. Respirando il vento che ci investe il viso e le lacrime tornano dentro di noi come le cose che abbiamo perso, ma nulla si perde davvero. Ogni secondo che passa, ogni luna che sorge, non fanno altro che dirci: “Vivi…vivi e ama quello che sei, comunque tu sia, ovunque tu sia guarda in altro verso il sole, chiudi gli occhi e non stancarti mai di sognare”. Perché i pensieri a volte sono proprio questo: sogni ad occhi aperti che ci rendono liberi dalla quotidianità che ci intrappola ogni giorno inconsapevolmente a pensare sempre alle stesse cose. Se non ci fosse l’amicizia, l’amore e la famiglia saremmo tutti delle copie che non hanno anima, che pensano tutti alle stesse cose e che non riescono a distinguersi dallo stereotipo...".

A cosa pensiamo quando non pensiamo a niente? I nostri pensieri vanno a ciò che ci sta a cuore e lì c'è sempre qualcosa da scoprire. Quando non pensa a niente il bimbo pensa alla mamma, il santo a Dio, l'innamorato all'amata, un'alunna agli amici, alla famiglia, all'amore...

Cara alunna, difendi quel luogo in cui pensieri e parole sono liberi: è necessario per diventare liberi. Dove è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore.

E tu a cosa pensi quando non pensi a niente?

lunedì 27 aprile 2009

Ascoltare (e non sentire)

Un'altra mail che è bello condividere, nata anch'essa dopo il cineforum con i ragazzi. Così come mi è arrivata (senza correggere nulla...).

"...Tornando al discorso che avevi fatto sulla vita noiosa e sul fatto che bisogna trovare qualcosa per cui stupirsi, volevo dirti che è stato proprio il tuo discorso a farmi dire: "oh cacchio!". Il fatto è che per anni ho cercato di indossare una maschera che mi si addiceva poco, perché non ho mai avuto il coraggio di dimostrare quello che ero veramente, e quindi, tutto ciò che facevano gli altri, pensavo fosse giusto anche per me.
Spesso penso che il mondo avrebbe bisogno di professori in grado di dire le cose come stanno, in grado di cambiare le opinioni della gente, che per anni ha pensato che fosse giusto seguire gli altri, senza tirare fuori le cosiddette "palle". Penso anche che tu abbia un gran coraggio nel provare a parlare ad una generazione difficile come la nostra, di argomenti importanti come l'"essere fedeli a sé stessi". La mia opinione comunque rimarrà sempre la stessa, ovvero che purtroppo riuscirai a farti ascoltare (e non sentire) solo da pochi, perché tutti gli altri hanno paura che tu abbia veramente ragione. Grazie

PS. Dato il polverone (positivo perché sta sollevando una discussione interessantissima) suscitato dalla forma della mail pubblicata nel post precedente, ci tengo a sottolineare che prima di giudicare occorre conoscere. In questo blog non si avalla quel modo di scrivere (basterebbe aver letto anche questo post in cui si parla della pignoleria nella scrittura di cui mi accusano gli alunni o tutti gli altri post dedicati all'amore per la punteggiatura, per le parole). Basterebbe aver letto post precedenti (come questo o questo) che riportano mail di alunni, ricopiate così come mi sono state inviate (non ho cambiato nulla).
In questo blog si cerca di prendere le cose come vengono per ragionarci su, lavorarci su, per cercare vie nuove, strade non ancora battute o tornare a strade note e già ben battute. Prima o poi affronteremo il tema sollevato dalla forma della mail del post precedente, ma chi legge il blog - per intero o seguendo le tag relative al tema "scrittura" - sa bene come la penso.
Come sempre, per amor di verità.

sabato 25 aprile 2009

Lo sfigato

"Sai, quel che m'è piaciuto dei tuoi incontri e m'ha fatto aprire gli occhi, lo volevo dire, è quando hai detto che 1 non è ke s'annoia xk' nn ha nulla da fare nel pomeriggio, può anke essere, ma xk' è la sua vita ke è noiosa!
M'è piaciuto anke qnd hai detto ke qst è l'età in cui 1 coltiva amicizie, passioni..è vero! Insomma, prima io vivevo posticipando tt, tt poteva aspettare + avanti... invece è ORA ke s vive! Il futuro è nelle nostre mani e siamo noi ke lo decidiamo! Poi sto sviluppando 1 mia teoria: 1 è ql ke è cnvinto d'exere..mi spiego: 1 può exere "sfigato" sfigato xk' permette agli altri ke lo trattino cs, è lui x primo ke s sente 1 "sfigato", ma se invece dentro d sè sa ke nn è vero, ne è cnvinto, esteriormente credo ke lo s veda, ke gli altri lo vedano e nn s lascia trattare da tale..è kiaro?"

Da una mail ricevuta dopo uno degli incontri di un cineforum con ragazzi liceali.
Troppo bella per non condividerla!

martedì 21 aprile 2009

Il dolore che non parla

Cosa fai nel tempo libero? - chiedo ad un ragazzo di 16 anni per cercare di capire quali sono le sue passioni, quali i suoi punti di forza, dai quali partire per motivarlo a prendere un po' di più le redini della sua vita.
Silenzio.
Insomma a cosa dedichi il tempo quando hai finito i compiti e lo sport?
...Facebook.
Ok, ma una passione? Qualcosa che ti prende la testa e il cuore?
Non lo so...

Aveva ragione Nietzsche, siamo in un'epoca che si surriscalda, ma non ha passione.
Dietro la ricerca di emozioni che si accendono sfrenate e si consumano come un fiammifero - quasi senza traccia - nascondiamo un cuore freddo. E l'indifferenza (incapacità di cogliere le differenze) è la manifestazione del ghiaccio che abbiamo nel cuore.
Perché non sappiamo più cercare, quando abbiamo smesso di farlo?

Compito per casa: un pomeriggio ad annoiarsi, senza facebook, senza ipod, senza computer...
Solo quando ci si annoia si scopre cosa ci manca. E il cuore comincia a sciogliersi in lacrime di dolore, di nostalgia, di sete.
E le coperture, in quanto tali, non sono soluzioni, ma anestetici...

***
Da' parole al dolore:
il dolore che non parla
sussurra al cuore greve
e gli comanda di spezzarsi

Shakespeare, Macbeth, atto 4, sc.3

domenica 19 aprile 2009

Quello che c'è

Ieri ho passato una giornata insieme ad un amico. Oltre ad avere salvato il mondo e la letteratura almeno un paio di volte (cosa che puoi fare solo con i veri amici), abbiamo salvato anche un po' noi stessi, che è quello che veramente due amici possono fare reciprocamente.
Come?
Aiutandosi a vicenda ad essere fedeli a se stessi.
Il mondo ci appiccica addosso attese, sogni fatui, ansie, angosce... e questo a volte ci fa perdere di vista "quello che c'è".
Solo chi ci vuole bene davvero può fare da specchio non deformante.
Ne sono sempre più convinto, solo chi ha amici veri (o che lottano per esserlo) rimane fedele a se stesso.

"Secondo te dovrei mollare tutto e iscrivermi ad un corso di biotecnologie? Sarebbe più utile..."
"Secondo me dovresti leggere questo romanzo e scriverne un altrettanto bello. Questo sarebbe utile"
"Perché?"
"Perché sei fatto per questo"

venerdì 17 aprile 2009

Da chi?

Scopro 14enni moralisti più di qualunque moralista.
Rifiutano tutto quello che viene dai grandi, anche se è evidente, di buon senso.
Ma non mettono in dubbio alcune cose che passo ad elencare e guai se le tocchi:

- i pantaloni a vita bassa (con annessa mutanda griffata)
- la discoteca (luogo in cui paghi per sudare e strusciarti con gente sudata)
- il sabato sera con il gruppo (quello in cui nessuno è sé stesso pur di essere accettato)
- avere la ragazza/o (pur di averlo/a)
- farselo/a (pur di poterlo raccontare)

Tutto questo non si mette in dubbio, a costo di essere considerati "sfigati", fuori dal mondo...
Queste sono le verità scolpite nelle tavole della legge.
I nuovi comandamenti decisi da...

...da chi?

martedì 14 aprile 2009

Io da grande voglio fare il prof

Perché ho deciso di diventare prof?

Grazie a due storie: una reale l'altra inventata.

La prima è la storia del mio professore di italiano del liceo. Insegna ancora. Avrà almeno 90 anni. Ma io sono sicuro che insegna ancora con gli occhi che gli brillano, con la passione che gli si trasforma in gocce di sudore sulla fronte spaziosa, con l'entusiasmo che lo portava a momenti di afasia o di creazione verbale che ci faceva sbellicare dalle risate. Ecco io lo guardavo e dicevo: quest'uomo ama ciò che fa, ancora adesso, dopo tanti anni. Anche io voglio essere come lui, con la stessa passione da trasmettere, con gli stessi occhi e la stessa afasia da entusiasmo.

La seconda storia è quella di un film: L'attimo fuggente. Era una sera. Avevo 16 anni. Cambiando canale mi sono imbattuto in quel film, sono rimasto incollato allo schermo. Alla fine sono rimasto in silenzio a guardare i titoli di coda. La notte non ho dormito. E mi ripetevo: io voglio essere come quello lì, io voglio fare questo nella vita.

Quelle due storie mi hanno offerto un'immagine del mio futuro. Dovevo verificare se ero fatto per quel futuro. Mi sono messo alla prova e ho scoperto che quella era la mia strada (sul piano del fare, che è solo un piano della vita).

Quel futuro ha innescato in me il presente. Il mio presente di 16enne diventò il laboratorio di quel futuro: letture, discorsi, scrittura, letteratura, bellezza, critica, arte...
Mi ricordo ancore che quel prof mi prestava i libri e mi prestò una copia di un libro di un poeta insopportabile, ma anche quello mi aiutò, mi inseriva in qualcosa di grande, di misterioso, che io non capivo ed un adulto si fidava di me, mi sfidava, pensava che io ce la potessi fare. E ce la feci.

Il presente mi si riempì di futuro e divenne mio.
Senza storie siamo privi di futuro.
E chi è privo di futuro si priva del presente.

E tu che storia sei?

lunedì 13 aprile 2009

Scanzonatamente

martedì 7 aprile 2009

Prof che farò da grande?

Prof secondo lei cosa farò da grande?
Non lo so. Sta a te scoprirlo...

I talenti si coltivano è vero, ma prima bisogna scoprirli.
E questo lo si fa adesso, tra i 13 e i 18 anni.
La questione si gioca su tre livelli: essere, fare, avere.
Ciascuno di noi ha ricevuto dei talenti concentrati o diluiti su questi tre livelli.
Sta a noi scoprire i doni ricevuti e decidere su quali valga la pena giocarsi la vita, perché la vita sia (almeno un po') nostra:

essere generosi, sapere dipingere o avere una piscina?
essere capaci di voler bene, saper fare affari o avere la ferrari?
essere comprensivi, saper scrivere o avere un bell'aspetto?

Certo se si riesce a far moltiplicare tutti i livelli tanto meglio... Ma non a tutti è dato.
A tutti è dato il primo livello: libertà di essere e diventare persone che portano a piena maturazione se stessi, che poi significa capacità di donare se stessi (con talenti annessi).

E alla fine ciò che lasceremo sulla terra è il talento moltiplicato: amore, abilità o cose?
Prof che farò da grande?
Sii te stessa e giocati la vita al meglio delle possibilità che ti sono state date.
Scoprile. Sceglile. Mettile in gioco.
E non perdere tempo, che è il primo talento che hai...

E io ti do una mano.