Ognuno sa che alcune esperienze ci «consumano» - lo si dice comunemente di un amore infelice, o anche del dolore, ma più quotidiana ancora è la stanchezza enorme che può causare una persona noiosa. E che altre ci «riempiono», ci «danno vita», ci «ricreano» - l'amore stesso, da un altro punto di vista, ma anche la lettura di un buon libro o un incontro, anche una semplice conversazione. La nostra stanchezza non è solo un indice del bisogno di ricambio fisico, ma anche e soprattutto di quello di ricambio dell’anima. In francese c’è un termine bellissimo: se ressourcer, attingere a nuove fonti di vita. Come fare? Lasciando che le cose siano sé stesse aldilà di ogni scopo immediato: sospensione dell’immediatezza del vivere e meraviglia. Si può sorbire un caffè in stato di riposo, o no. Lo stato di riposo è quello che permette al caffè di liberare il suo aroma e il suo sapore come se questo presente non ne comportasse più uno diverso, a venire. Conferisce al caffè quel minimo di assolutezza che basta a rendere veramente indipendente da ogni motivazione bell’e fatta il berlo – piacere, fine del pranzo, necessità di svegliarsi. Messo fra parentesi lo strato di banalità che le cose hanno quando se ne comprende solo ciò che se ne può prendere, ogni cosa diventa una porta alla ricerca infinita dell’essenziale, attestando a chi vorrà dimorare abbastanza a lungo nella luce del suo “fenomeno”, del suo apparire – si tratti di una melodia, di un’azione giusta o di una ingiusta, di una fisionomia d’uomo o di donna, di una cattedrale gotica, di una cerimonia, o anche solo del gusto del caffè – che nulla appare invano e in ogni cosa appare il paradiso.Si tratta di cercare quella quiete che è non ha fuori di sé il suo scopo: quella che distingue il movimento della danza, che non serve ad andare da nessuna parte. È il paradosso del riposo. Per il quale più si è in riposo più si è in intimo moto, più la quiete è profonda più la vita è viva, meno si vuole pensare e vedere e più largo è l’orizzonte del visibile per la mente, più folti e insieme limpidi i nessi che le cose mostrano al pensiero. Allora adesso occorre fermarsi e riposare. Lasciare che lo sguardo si posi e la realtà entri senza scopo nella nostra vita. Basterà il respiro del mare, l’aroma di un caffè, un verso, una pagina, una chiacchierata, una canzone, una preghiera… a riempire il nostro cuore di quella pace e gioia che sono il vero riposo.
Giocare a Natale
4 anni fa
7 commenti:
Prof, finalmente sei tornato!
Nel senso che le vignette di Calvin sono molto belle ma i tuoi post sono un'altra cosa!
Quello che hai scritto è molto vero.
A me per prima capita spesso di confondere il sonno con il riposo... e mi sveglio più stanca di quando sono andata a dormire!
A volte si dice che bisogna "staccare la spina". Ma se questo "staccare la spina" equivale a stordirsi, poi ci si sente peggio (e parlo per esperienza!).
In questi giorni svolazzo a casa con i miei... e cerco di ricreare.
A presto.
Ps: sempre nell'ottica della ricreazione, mi suggeriresti un bel film?
Mi piacciono le cose che scrivi, anch'io ho un blog (la proffa.blogspot)e se non ti dispiace ti linkerei... a presto
ape: grazie mille! Domani torno in Italia a avro' tempo di svolazzare dalle tue parti...
Io a quesa cosa di staccare la spina non ci ho mai creduto molto, almeno nel senso in cui la si intende abitualmente...
Un bel film... cosi' senza sapere i tuoi gusti... Se lo trovi: Once. L'ho visto da poco e merita.
Palmy: grazie mille, appena posso vengo a guardare il tuo blog. A presto collega.
Heilà prof! Ti lascio un saluto, buon rientro e buon riposo!
paola a.
Paola: grazie e altrettanto!
Ciao Prof! Finalmente riesco a leggere nuovamente i tuoi post dopo tanto tempo e ti ringrazio per questi sul riposo.
In effetti ciò che mi aveva più colpito dell'ultimo post sulla superficialità era proprio quanto scrivevi sull'essere "riposo per gli altri", dicevi anche che solo quando noi siamo un luogo di riposo per gli altri, allora lì ci può stare Dio. E' vero?
adesso che scrivi questo post sul riposo, sto cercando di unire le diverse cose... per essere riposo per gli altri noi stessi dobbiamo vivere il riposo... non è sempre facile... non bisogna avere troppe aspettative su ciò che troveremo nelle nostre vacanze; bisogna saper godere di ciò che si trova, come dici tu. Ma quando uno è stanco, a meno che non trovi qualcosa che lo rigenera in modo naturale, come fa a riposarsi se, come scrivi, il riposo richiede quasi più energie della vita quotidiana? Lo so, come al solito io non posso fare a meno che porti delle domande; però è bello che i tuoi post mi stimolino così... mi aprono sempre a nuovi interrogativi e mi servono a riflettere.
L'importante credo che sia provare a svincolarsi al massimo dal funzionalismo: il fare una cosa per ottenerne un'altra. Provare a fare le cose per sè stesse, senza altri fini. Leggi per leggere, parli per parlare, stai con una persona per starci, preghi per pregare...
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