Per questa riflessione prendo a prestito molte citazioni di un saggio di R.De Monticelli che mi avevano colpito.
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Abbiamo bisogno di vacanze. Ma cosa è la vacanza? Il termine ricorda il vuoto (vacatio), qualcosa che viene a mancare rispetto al via-vai quotidiano. Ma come questo meno puo' in realtà diventare un più? Lo scopriamo se riflettiamo sulla stanchezza, che è il motivo per cui andiamo in vacanza. Se scopriamo cosa è il vero riposo avremo una chance in più di tornare dalla vacanze riposati e non più stanchi di come le abbiamo cominciate. C’è chi pensa che riposare sia dormire e fare più cose (divertenti) di quelle che si facevano nella vita di tutti i giorni. Questa ricetta è la migliore per fallire la vacanza e il suo senso. Divertirsi e dormire non è riposare.
Quando si è veramente molto stanchi, è difficile cominciare davvero a riposare. Perché? Per un paradosso: perché per riposare ci vogliono energie. Riposare è uno stato di veglia contento del presente, ovvero insieme pago di ciò che ora si dà, senza più l’assillo dei mille problemi da risolvere, funzionali al poter vivere: frinito di cicala, respiro del mare, un verso sulla pagina aperta, un volto. Ma per gioire di un volto amato o apprezzare la musica di un verso, o anche solo quella fragorosa e alta delle cicale in una pineta estiva, bisogna puramente e soltanto sentire. Cosa vedo del mare se me ne devo solo servire per nuotare e rimettermi in forma?
Il riposo si distingue dal semplice sonno, richiede più vita, più energia, che la routine delle preoccupazioni ed occupazioni quotidiane. Ci vuole vita per ricostituire la vita, per ricrearci! E’ questo il paradosso della stanchezza. Il cane corre e gioca, poi dorme. A noi, dormire non basta per raggiungere lo stato di riposo, di ricreazione. E la fresca energia che ci dà una bella dormita non è necessariamente quella che ci vuole per… riposare, cioè per ricrearci e sentire fluire in noi nuova vita, nuova energia. Che cosa ci vuole allora?
Quando si è veramente molto stanchi, è difficile cominciare davvero a riposare. Perché? Per un paradosso: perché per riposare ci vogliono energie. Riposare è uno stato di veglia contento del presente, ovvero insieme pago di ciò che ora si dà, senza più l’assillo dei mille problemi da risolvere, funzionali al poter vivere: frinito di cicala, respiro del mare, un verso sulla pagina aperta, un volto. Ma per gioire di un volto amato o apprezzare la musica di un verso, o anche solo quella fragorosa e alta delle cicale in una pineta estiva, bisogna puramente e soltanto sentire. Cosa vedo del mare se me ne devo solo servire per nuotare e rimettermi in forma?
Il riposo si distingue dal semplice sonno, richiede più vita, più energia, che la routine delle preoccupazioni ed occupazioni quotidiane. Ci vuole vita per ricostituire la vita, per ricrearci! E’ questo il paradosso della stanchezza. Il cane corre e gioca, poi dorme. A noi, dormire non basta per raggiungere lo stato di riposo, di ricreazione. E la fresca energia che ci dà una bella dormita non è necessariamente quella che ci vuole per… riposare, cioè per ricrearci e sentire fluire in noi nuova vita, nuova energia. Che cosa ci vuole allora?
(CONTINUA)
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