Ho sempre amato Dostoievskij, da quando lessi Delitto e castigo nell'estate tra quarto e quinto ginnasio. D è verticale, abissale. Scava fino alla roccia viva del cuore, oltre la quale non si può andare senza essere già nell'aldilà. Non capivo tutto, a tratti mi annoiavo, ma toccavo il mistero. Non capivo niente, ma mi attirava, come la vertigine del mistero. D mi faceva capire che l'uomo è un mistero, me lo faceva toccare, quando ancora dell'uomo non capivo molto. In ogni sua riga pulsa la vita, la vita vera e ti si squaderna davanti quel "guazzabuglio del cuore umano" come lo chiama Manzoni, senza moralismo, senza paura dell'oscuro.
D scrisse (in contemporanea con Delitto e Castigo) Il giocatore, uno dei punti di riferimento della sua narrativa, per pagare dei debiti che aveva contratto proprio per il vizio del gioco d'azzardo. Lo scrisse dettandolo a colei che sarebbe diventata la sua fidanzata (al contrario di quanto accade nel romanzo, in cui il gioco distrugge la vita del protagonista e il suo grande amore). D è D perché non c'è una riga, una pagina che non gli siano costate vita e che dalla vita non sgorghino.
La scrittura prepara ai fatti, ci mette in dialogo con quei personaggi che ci portiamo dentro e che dobbiamo o vogliamo imparare a conoscere, guardare in faccia senza paura, scongiurare, comprendere, abbracciare, redimere...
D scrisse (in contemporanea con Delitto e Castigo) Il giocatore, uno dei punti di riferimento della sua narrativa, per pagare dei debiti che aveva contratto proprio per il vizio del gioco d'azzardo. Lo scrisse dettandolo a colei che sarebbe diventata la sua fidanzata (al contrario di quanto accade nel romanzo, in cui il gioco distrugge la vita del protagonista e il suo grande amore). D è D perché non c'è una riga, una pagina che non gli siano costate vita e che dalla vita non sgorghino.
La scrittura prepara ai fatti, ci mette in dialogo con quei personaggi che ci portiamo dentro e che dobbiamo o vogliamo imparare a conoscere, guardare in faccia senza paura, scongiurare, comprendere, abbracciare, redimere...
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"...si apra al mondo esteriore e alle sollecitazioni che le giungono dall'esterno almeno in qualche misura. La vita esteriore, la vita reale fa straordinariamente evolvere la nostra natura umana ed è proprio quella che ci offre materiale per vivere" (F.Dostoevskij, Lettera)
7 commenti:
Carissimo,
a Milano si freqwuentano "la" quarta e "la" quinta ginnasio, non - come da Roma in giù - "il" quarto e "il" quinto!
Salutoni
gdm
Gdm carissimo: non ci avevo mai pensato. Grazie della segnalazione. Forse al sud ci riferiamo all'anno di liceo. Al nord preferite riferirvi alla classe. Noi prediligiamo il tempo voi lo spazio...
Risposta geniale...
D scoperto tardi e mai piu' lasciato...fa vivere
un viaggio introspettivo nell'animo umano fatto davvero in verticale , come prima scrivevi.
L'arte dello scrivere si nutre della propria anima.. quindi della stessa vita, e vale anche per molte altre arti ; dopo i concerti peso almeno due chili in meno ..questo significa quello che mi è costato.
Cio' che diventa stanca ripetizione.. MESTIERE fa perdere quel filo d'oro che unisce , che rivela, che rimesta sangue dentro di noi.
Senza questo filo.. l'arte tutta non arriva..nemmeno in orizzontale.....
Ps: ho quasi finito di leggere la lista ...!
A presto!
Ale
Che pazienza... e che fiducia!
Grazie GdM mi ricordi cosa mi sono perso con il mio trasferimento sotto il PO
La puzza sotto il naso te la sei portata dietro invece...
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